In questi giorni alcuni ricercatori dell'Università di Hiroshima attraverso uno studio pubblicato sulla rivista PLOS Biology hanno fatto sapere di aver messo a punto un trattamento chimico più semplice e reversibile che consente la separazione dello sperma con cromosoma X da quello con cromosoma Y ed che in un futuro non troppo lontano potrebbe permettere un'alterazione drastica del normale rapporto 50/50 di avere figli maschi o femmine. In pratica, come già noto, la maggior parte delle cellule dei mammiferi maschi contiene sia un cromosoma X che uno Y, ma durante lo sviluppo dello sperma, (detto anche spermatogenesi), questi cromosomi vengono separati in diverse cellule in modo che un singolo spermatozoo possa trasportare l'uno o l'altro, (in modo che con un cromosoma X venga concepita una figlia femmina e con un cromosoma Y un figlio maschio). Inoltre a differenza del cromosoma Y, (che trasporta pochissimi geni), il cromosoma X ne trasporta molti, alcuni dei quali rimangono attivi nello sperma in fase di maturazione; ed è proprio questa differenza nell'espressione genica tra gli spermatozoi X ed Y che fornisce una base teorica per distinguerli in modo abbastanza accurato. In sostanza gli scienziati hanno scoperto che soltanto negli spermatozoi X sono attivi quasi 500 geni, di cui 18 codificati per i recettori: a causa delle loro funzioni di risposta agli stimoli del ligando questo li ha resi buoni candidati, appunto, per la manipolazione dello sperma. Entrando un po' più nei dettagli gli studiosi si sono concentrati su una coppia di recettori chiamati Toll-like receptor 7 e Toll-like receptor 8, (noti rispettivamente anche con la sigla TLR 7 e TLR 8), ed hanno scoperto che una sostanza chimica che si legava ai recettori rallentava la motilità degli spermatozoi senza compromettere né la loro capacità di fertilizzazione né la loro vitalità: è stato dimostrato che questi effetti erano dovuti alla ridotta produzione di energia all'interno dello sperma e potevano essere invertiti semplicemente rimuovendo la sostanza chimica in questione. Ad ogni modo durante i loro esperimenti i ricercatori hanno trattato lo sperma di alcuni topi da laboratorio con la suddetta sostanza chimica ritardante del cromosoma X, ed hanno poi proceduto alla fecondazione in vitro usando gli spermatozoi più veloci ed ottenendo cucciolate al 90% composte da maschi; quando invece venivano usati gli spermatozoi più lenti, le cucciolate erano composte da femmine per l'81%. In ogni caso anche se esistono già altre procedure che possono essere utilizzate per separare lo sperma X da quello Y, queste risultano essere poco maneggevoli, costose e rischiano di danneggiare il DNA dello sperma. Mentre la nuova procedura sviluppata da gli scienziati giapponesi ha il potenziale di poter semplificare notevolmente la selezione del sesso per la fecondazione in vitro, (in cui lo sperma e l'ovulo si uniscono in un piatto da laboratorio), o l'inseminazione artificiale, (dove lo sperma viene impiantato nel tratto riproduttivo femminile); tecniche ampiamente utilizzate nel campo dell'allevamento di animali agricoli, nonché nella riproduzione assistita dall'uomo. Comunque sia al riguardo Masayuki Shimada, uno dei principali autori dello studio in questione, ha, infine, spiegato: "L'espressione differenziale dei geni del recettore da parte dei due cromosomi sessuali fornisce la base per un nuovo metodo potenzialmente utile per separare lo sperma X ed Y e con questo metodo siamo già riusciti a produrre selettivamente maschi o femmine in bovini e suini. Tuttavia l'uso di questo metodo nella tecnologia riproduttiva umana è al momento speculativo e comporta importanti problemi etici non influenzati dall'utilità di questa nuova tecnica".
In questi giorni alcuni ricercatori dell'Università di Hiroshima attraverso uno studio pubblicato sulla rivista PLOS Biology hanno fatto sapere di aver messo a punto un trattamento chimico più semplice e reversibile che consente la separazione dello sperma con cromosoma X da quello con cromosoma Y ed che in un futuro non troppo lontano potrebbe permettere un'alterazione drastica del normale rapporto 50/50 di avere figli maschi o femmine. In pratica, come già noto, la maggior parte delle cellule dei mammiferi maschi contiene sia un cromosoma X che uno Y, ma durante lo sviluppo dello sperma, (detto anche spermatogenesi), questi cromosomi vengono separati in diverse cellule in modo che un singolo spermatozoo possa trasportare l'uno o l'altro, (in modo che con un cromosoma X venga concepita una figlia femmina e con un cromosoma Y un figlio maschio). Inoltre a differenza del cromosoma Y, (che trasporta pochissimi geni), il cromosoma X ne trasporta molti, alcuni dei quali rimangono attivi nello sperma in fase di maturazione; ed è proprio questa differenza nell'espressione genica tra gli spermatozoi X ed Y che fornisce una base teorica per distinguerli in modo abbastanza accurato. In sostanza gli scienziati hanno scoperto che soltanto negli spermatozoi X sono attivi quasi 500 geni, di cui 18 codificati per i recettori: a causa delle loro funzioni di risposta agli stimoli del ligando questo li ha resi buoni candidati, appunto, per la manipolazione dello sperma. Entrando un po' più nei dettagli gli studiosi si sono concentrati su una coppia di recettori chiamati Toll-like receptor 7 e Toll-like receptor 8, (noti rispettivamente anche con la sigla TLR 7 e TLR 8), ed hanno scoperto che una sostanza chimica che si legava ai recettori rallentava la motilità degli spermatozoi senza compromettere né la loro capacità di fertilizzazione né la loro vitalità: è stato dimostrato che questi effetti erano dovuti alla ridotta produzione di energia all'interno dello sperma e potevano essere invertiti semplicemente rimuovendo la sostanza chimica in questione. Ad ogni modo durante i loro esperimenti i ricercatori hanno trattato lo sperma di alcuni topi da laboratorio con la suddetta sostanza chimica ritardante del cromosoma X, ed hanno poi proceduto alla fecondazione in vitro usando gli spermatozoi più veloci ed ottenendo cucciolate al 90% composte da maschi; quando invece venivano usati gli spermatozoi più lenti, le cucciolate erano composte da femmine per l'81%. In ogni caso anche se esistono già altre procedure che possono essere utilizzate per separare lo sperma X da quello Y, queste risultano essere poco maneggevoli, costose e rischiano di danneggiare il DNA dello sperma. Mentre la nuova procedura sviluppata da gli scienziati giapponesi ha il potenziale di poter semplificare notevolmente la selezione del sesso per la fecondazione in vitro, (in cui lo sperma e l'ovulo si uniscono in un piatto da laboratorio), o l'inseminazione artificiale, (dove lo sperma viene impiantato nel tratto riproduttivo femminile); tecniche ampiamente utilizzate nel campo dell'allevamento di animali agricoli, nonché nella riproduzione assistita dall'uomo. Comunque sia al riguardo Masayuki Shimada, uno dei principali autori dello studio in questione, ha, infine, spiegato: "L'espressione differenziale dei geni del recettore da parte dei due cromosomi sessuali fornisce la base per un nuovo metodo potenzialmente utile per separare lo sperma X ed Y e con questo metodo siamo già riusciti a produrre selettivamente maschi o femmine in bovini e suini. Tuttavia l'uso di questo metodo nella tecnologia riproduttiva umana è al momento speculativo e comporta importanti problemi etici non influenzati dall'utilità di questa nuova tecnica".
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