A quanto pare al centro della Via Lattea, (oltre al buco nero supermassiccio Sagittarius A*), sarebbe presente anche una gigantesca struttura a forma di clessidra fatta di due bolle di gas gemelle che si estendono per centinaia di anni luce sopra e sotto il centro galattico; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere alcuni ricercatori del South African Radio Astronomy Observatory, (noto anche con la sigla SARAO), attraverso uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Nature. In pratica, stando alle prime informazioni, la suddetta struttura emetterebbe segnali radio ed sarebbe stata generata da una gigantesca esplosione avvenuta in passato proprio vicino a Sagittarius A*. Al riguardo Fernando Camilo, uno dei principali autori della ricerca ha spiegato: "Le due enormi bolle sono state finora nascoste dal bagliore della intensa emissione radio emessa nella regione centrale della Via Lattea. Individuarle tra il rumore di fondo è stato un "tour de force" tecnico, reso possibile solo dalle caratteristiche uniche del telescopio MeerKAT del SARAO e dalla posizione propizia nell'emisfero meridionale". Mentre Ian Heywood, altro principale autore, ha commentato: "Il centro della nostra galassia è relativamente quieto rispetto ad altre galassie con buchi neri centrali molto attivi. Sebbene sia generalmente quieto, il buco nero al centro della Via Lattea può, (di tanto in tanto), diventare insolitamente attivo, divampando mentre divora grossi quantitativi di polvere e gas. È possibile che una tale frenesia alimentare abbia scatenato potenti esplosioni che hanno gonfiato questi lobi caratteristici, mai visti prima". In sostanza utilizzando il suddetto telescopio gli astronomi hanno mappato ampie regioni al centro della Via Lattea, conducendo osservazioni a lunghezze d'onda di circa 23 centimetri, (1.3 GHz): si tratta di un'emissione radio che prende il nome di radiazione di sincrotrone e viene generata da particelle cariche, (ossia elettroni o positroni), che viaggiano a velocità prossime a quella della luce, costrette da un campo magnetico a muoversi lungo una traiettoria curva. Inoltre l'accelerazione che subiscono in presenza del campo magnetico produce un segnale radio caratteristico che può essere utilizzato per tracciare queste regioni di emissione radio nello spazio: tale luce radio, (la cui lunghezza d'onda è ben più lunga della luce visibile), a differenza della luce visibile che viene bloccata dalle dense nubi di polvere, riesce a penetrare facilmente le nubi dal centro della galassia verso l'esterno. Tra l'altro considerate le dimensioni e la forma quasi identiche delle bolle di gas in questione, gli scienziati hanno ipotizzato che tali strutture siano nate da un'eruzione violenta, che per un breve periodo di tempo ha perforato il cosiddetto mezzo interstellare in direzioni opposte. Non a caso in merito a ciò William Cotton, un altro degli autori principali dello studio, ha dichiarato: "La forma e la simmetria di ciò che abbiamo osservato suggeriscono che un evento incredibilmente potente sia accaduto qualche milione di anni fa molto vicino al buco nero centrale della nostra galassia. Probabilmente l'esplosione è stata innescata da grandi quantità di gas interstellare che sono cadute nel buco nero, oppure da una massiccia attività di formazione stellare che ha inviato onde d'urto nel centro galattico". Ad ogni modo l'ambiente che circonda Sagittarius A* è molto diverso da quello che si trova in altre parti della Via Lattea, e di fatto la regione centrale è piuttosto misteriosa: in essa, infatti, sono presenti filamenti molto lunghi e stretti che appaiono come strutture radio, lunghe decine di anni luce e larghe circa un anno luce, che non si trovano da nessun'altra parte, e la cui origine è rimasta un mistero irrisolto dalla loro scoperta, avvenuta 35 anni fa. A tal proposito Farhad Yusef-Zadeh, co-autore della ricerca, ha affermato: "Ora, le bolle radio scoperte dal MeerKat fanno luce sull'origine di tali filamenti. Quasi tutti gli oltre 100 filamenti sono confinati dalle bolle radio". Per farla breve gli studiosi hanno suggerito che la stretta associazione dei filamenti con le bolle implichi che l'evento energetico che ha creato le seconde è anche responsabile dell'accelerazione degli elettroni necessari per produrre l'emissione radio dei primi. Comunque sia, sempre secondo i ricercatori, la scoperta di queste bolle potrebbe, infine, permettere loro di avvicinarsi alla comprensione delle attività spettacolari che si verificano nelle lontane galassie cugine della Via Lattea, (presenti in tutto l'Universo).
Di seguito un'immagine della suddetta "clessidra di gas":
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