Secondo un recente studio, forti tempeste di polvere invernali potrebbero aver contribuito al crollo dell'Impero di Akkad.


A quanto pare frequenti shamal invernali, (noti per provocare grandi tempeste di polvere), ed una stagione invernale fredda e prolungata avrebbero contribuito al crollo dell'antico Impero di Akkad; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere alcuni ricercatori dell'Hokkaido University, del KIKAI Institute for Coral Reef Sciences, della Kyushu University e della Kiel University attraverso uno studio pubblicato di recente sulla rivista Geology, il quale ha preso in esame alcune documentazioni riguardanti i fossili di diversi coralli. In pratica, come già risaputo, l'Impero di Akkad, (che ebbe vita dal XXIV al XXII secolo a.C.), fu il primo impero unito della Mesopotamia e prosperò con lo sviluppo dell'irrigazione. Tuttavia gli insediamenti sembrano essere stati improvvisamente abbandonati circa 4.200 anni fa e l'area subì il reinsediamento solo circa 300 anni dopo: studi precedenti hanno dimostrato che probabilmente l'Impero accadico crollò a causa della siccità improvvisa e delle turbolenze civili. Ad ogni modo le dinamiche climatiche che hanno causato diffusi fallimenti agricoli e la fine di un'era devono ancora essere sufficientemente esplorate; motivo per il quale gli scienziati hanno deciso di effettuare delle ricostruzioni paleoclimatiche della temperatura e dei cambiamenti idrologici delle aree intorno al sito archeologico di Tell Leilan, vale a dire il centro del suddetto impero. Entrando un po' più nel dettaglio gli studiosi, come già anticipato, hanno campionato 6 coralli fossili di porites prelevati dal Golfo di Oman e risalenti a 4.100 anni fa: si tratta di campioni che sono stati invecchiati mediante datazione al radiocarbonio, analizzati geochimicamente per verificare che non siano stati alterati in modo significativo dal loro stato attuale e confrontati con campioni di coralli moderni ed informazioni meteorologiche. Così facendo i ricercatori hanno osservato che, sebbene sia del tutto normale che l'area di rilevamento riceva una quantità significativa di precipitazioni in inverno, durante il periodo del crollo dell'impero in questione ha sofferto di significativi periodi di siccità. Tra l'altro, come già detto, i risultati di tale studio hanno mostrato anche che ci fu una prolungata stagione shamal invernale accompagnata da frequenti giorni shamal: l'impatto di queste tempeste di polvere e la mancanza di precipitazioni avrebbe causato gravi problemi agricoli che potrebbero condurre all'instabilità sociale ed alla carestia; entrambi fattori che sono stati precedentemente associati al crollo dell'Impero di Akkad. Comunque sia al riguardo Tsuyoshi Watanabe, uno dei principali autori della ricerca, ha, infine, concluso dichiarando: "Sebbene il segno ufficiale del crollo dell'Impero accadico sia l'invasione della Mesopotamia da parte di altre popolazioni, i nostri campioni fossili sono finestre nel tempo che mostrano come le variazioni climatiche hanno contribuito in modo significativo al declino dell'impero. Ulteriori ricerche interdisciplinari aiuteranno a migliorare la nostra comprensione delle connessioni tra i cambiamenti climatici e le società umane del passato".

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