Individuato un legame tra la Sindrome di Down e la catatonia.


Che la Sindrome di Down, (la quale, come risaputo, è dovuta ad un cromosoma 21 in più), possa comportare diverse complicanze, (come, ad esempio, difetti cardiaci ereditari, carcinoma tiroideo, celiachia e disabilità dello sviluppo), non è di certo una novità assoluta. Tuttavia recentemente uno studio longitudinale condotto da alcuni ricercatori dell'Università del Missouripubblicato sulla rivista Neuropsychiatric Disease and Treatment ha riconosciuto per la prima volta la catatonia, (una condizione comportamentale caratterizzata dall'insorgenza di nuova immobilità, mutismo, astinenza ed altre anomalie del comportamento), come associata alla sindrome in questione. In pratica per arrivare  a tale conclusione gli scienziati hanno preso in esame alcuni individui con diagnosi di catatonia al fine di identificare i trattamenti e gli esiti più efficaci: nello specifico sono stati valutati attentamente 7 adolescenti affetti, appunto, dalla Sindrome di Down ed ai quali tra il 2013 ed il 2018 era stata diagnosticata anche la suddetta condizione comportamentale. Al riguardo Judith Miles, una delle principali autrici della ricerca, ha spiegato: "Considerato che questo è stato il primo gruppo ben studiato di pazienti con Sindrome di Down che ha sviluppato la catatonia, abbiamo raccolto un set di dati completo di informazioni mediche, di sviluppo, demografiche, familiari, sociali e genetiche. Coinvolgendo anche le famiglie dei pazienti durante tutto il processo, siamo stati in grado di monitorare i progressi nel tempo in modo centrato sul paziente". In sostanza così facendo gli studiosi hanno rilevato che la catatonia dei suddetti giovani colpiti dalla sindrome assomigliava per la maggior parte a quella che generalmente complica altri disturbi psichiatrici e medici. Ad ogni modo, anche se gli scienziati hanno constatato che nel corso del tempo il lorazepam, (un noto farmaco sedativo che aiuta a ripristinare l'equilibrio dei neurotrasmettitori nel cervello), e la terapia elettroconvulsiva, (comunemente nota come elettroshock oppure con la sigla TEC, la quale prevede una breve stimolazione elettrica del cervello mentre il paziente si trova sotto anestesia), hanno entrambi portato alla riduzione dei sintomi comportamentali, questo nuovo studio ha sottolineato la necessità di un trattamento prolungato per aiutare i pazienti con la Sindrome di Down e la catatonia a mantenere il recupero a lungo termine. Non a caso a tal proposito la stessa Judith Miles ha, infine, concluso dichiarando: "Questa ricerca può aiutare le famiglie, i medici e gli psichiatri che si prendono cura dei bambini con catatonia. Il nostro obiettivo principale è quello di migliorare i servizi medici e le opzioni di trattamento al fine di migliorare i risultati sulla salute".

Commenti