Realizzata una nuova tecnica che potrebbe permette di combattere il cancro al seno con il suono.


A quanto pare i farmaci possono essere consegnati in modo sicuro ai linfonodi cancerosi tramite il sistema linfatico e quindi rilasciati all'interno dei noduli utilizzando le onde sonore; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere di recente alcuni ricercatori della Tōhoku University i quali, durante uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, hanno testato tale trattamento su dei topi da laboratorio colpiti da un carcinoma mammario metastatico. Al riguardo Tetsuya Kodama, uno dei principali autori della ricerca, ha affermato: "Riteniamo che la nostra tecnica abbia il potenziale per essere sviluppata in un nuovo trattamento per i linfonodi invasi dalle cellule tumorali metastatiche". In pratica questa nuova tecnica prevede l'iniezione di vescicole che trasportano farmaci antitumorali in un linfonodo pelvico, le quali viaggiano poi attraverso il sistema linfatico fino a raggiungere i linfonodi sotto l'ascella colpiti dalle metastasi del cancro al seno: successivamente quando l'ecografia ad alta potenza viene applicata all'ascella, le vescicole si rompono portando ad un rilascio mirato dei farmaci. In sostanza, come già risputo, il cancro al seno è il tumore più comune nelle donne, (ma ciò non vuol dire che non può colpire anche gli uomini), e causa il maggior numero di decessi correlati al cancro: nelle sue fasi avanzate le cellule tumorali possono staccarsi dal tumore originale e viaggiare attraverso il sistema linfatico per stabilire metastasi nei linfonodi che possono quindi viaggiare verso altre parti del corpo. Inoltre la prognosi della malattia potrebbe essere migliorata se esistesse un modo per trattare in modo sicuro ed efficace le metastasi linfonodali: i trattamenti attualmente disponibili sono, infatti, altamente invasivi e possono avere gravi effetti collaterali. Ad ogni modo in precedenza gli scienziati giapponesi avevano testato questo loro trattamento sui topi con un tipo di tumore al seno che produce metastasi linfonodali con bassa crescita invasiva; mentre in occasione del suddetto studio hanno provato il trattamento sulle metastasi più invasive generate dal cancro al seno. Entrando un po' più nei dettagli gli studiosi hanno inizialmente utilizzato una tecnica di imaging ad ultrasuoni per seguire il movimento dei liposomi "acustici" liberi da farmaci, (ossia vescicole contenenti bolle di gas), attraverso il sistema linfatico dei topi: così facendo sono stati in grado di confermare che, come già spiegato, i liposomi iniettati in un linfonodo pelvico erano riusciti a viaggiare fino ad un linfonodo sotto l'ascella, dove si sono stabiliti. Inoltre una volta constatato ciò i ricercatori hanno iniettato alcune cellule tumorali del cancro al seno nei linfonodi pelvici di un altro gruppo di topi, osservando che quest'ultime avevano rapidamente raggiunto ed invaso il linfonodo dell'ascella. Tra l'altro, come già anticipato, dopo che le cellule tumorali si erano diffuse gli scienziati hanno iniettato altri liposomi "acustici", (che questa volta trasportavano la doxorubicina), nel linfonodo pelvico ed hanno applicato onde sonore ad alta intensità nell'area dell'ascella sia lo stesso giorno che tre giorni dopo l'iniezione per rompere i liposomi e rilasciare il farmaco. In questo modo gli studiosi hanno anche dimostrato che il loro trattamento è risultato essere efficace nell'uccidere il tessuto canceroso tramite l'impiego di una tecnica di bioluminescenza che controlla la crescita del cancro ed attraverso l'analisi dei linfonodi asportati al microscopio. Comunque sia, anche se i risultati si sono mostrati promettenti, i ricercatori hanno evidenziato che prima di sperimentare tale tecnica sugli esseri umani saranno necessarie ulteriori indagini per determinare la velocità ed il volume di iniezione ottimali del trattamento per prevenire, infine, complicanze linfatiche.

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