Secondo un recente studio, non c'è nessuna connessione tra l'uso di statine ed il declino cognitivo.


Di recente uno studio, condotto da alcuni ricercatori del Garvan Institute of Medical Research e del Center for Healthy Brain Aging su oltre 1.000 individui anziani valutati nell'arco di diversi anni ed i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of American College of Cardiology, non ha rilevato alcun legame tra il trattamento con statine ed il declino cognitivo, (come, ad esempio, la perdita di memoria). In pratica si tratta di una ricerca che, oltre a fornire nuove rassicurazioni in merito alle preoccupazioni di alcuni consumatori, secondo cui questi farmaci possono, appunto, avere un impatto negativo sulla salute cognitiva, ha anche mostrato come le statine possano addirittura avere un effetto protettivo contro il declino della memoria in alcune persone a rischio di demenza. Al riguardo Katherine Samaras, una delle principali autrici, ha spiegato: "Fino ad oggi abbiamo effettuato l'analisi più completa della cognizione negli anziani utilizzatori di statine e non abbiamo trovato risultati a supporto del fatto che le statine, che abbassano il colesterolo, causano una compromissione della memoria. Molti fattori possono contribuire ai sintomi cognitivi descritti da casi isolati. Ciò che è venuto fuori da questo studio è una rassicurazione per i consumatori di sentirsi più fiduciosi della loro prescrizione di statine". Ed ha poi continuando dichiarando: "Le statine sono tra i farmaci più ampiamente prescritti e somministrati in modo sicuro dagli anni '90 per trattare le persone con malattie cardiache o colesterolo alto per ridurre il rischio di futuri eventi cardiaci. Tuttavia casi isolati di declino cognitivo nei consumatori di statine hanno interessato alcuni consumatori. Fino alla metà degli individui a cui viene prescritta la terapia con statine non riempie la prescrizione in gran parte a causa di questa preoccupazione, il che ha un impatto significativo sulla salute pubblica". In sostanza per scoprire se questo legame esistesse davvero gli scienziati, come già anticipato, hanno valutato le modifiche al cervello in 1.037 anziani, misurando 5 aree cognitive ed utilizzando 13 diversi test e delle scansioni d'imaging a risonanza magnetica del cervello, per un periodo di 6 anni nel corso del CHeBA's Sydney Memory and Ageing Study, (ossia uno studio osservazionale sugli anziani residenti in comunità che è iniziato nel 2005 e che ricerca gli effetti dell'invecchiamento sulla cognizione nel tempo). In merito a ciò la stessa Katherine Samaras ha proseguito commentando: "Controllando fattori importanti e potenzialmente contribuenti, (come l'età, il sesso e l'obesità), non abbiamo trovato alcuna differenza nella velocità con cui la memoria ed altri aspetti della cognizione sono cambiati nel tempo, tra i consumatori di statine e quelli che non avevano mai usato il farmaco. Inoltre non c'è stata nessuna differenza nel cambiamento dei volumi del cervello tra i due gruppi". Tra l'altro, come già detto, gli studiosi hanno anche scoperto che negli individui con fattori di rischio per la demenza, (tra cui, ad esempio, malattie cardiache o diabete), l'uso di statine ha rallentato il declino cognitivo, rispetto a quelli con gli stessi fattori di rischio e che non hanno assunto tali farmaci. A tal proposito la ricercatrice ha aggiunto: "I nostri risultati dimostrano quanto sia importante un metabolismo sano per la funzione cerebrale e come le terapie possano modulare questo per promuovere un invecchiamento in buona salute". Mentre Perminder Sachdev, altro principale autore del suddetto studio, ha, infine, concluso precisando: "Il CHeBA's Sydney Memory and Ageing Study è giunto al suo 14° anno e ci ha permesso di porre molte domande importanti in relazione alla salute del cervello degli anziani. In questo studio i nostri dati suggeriscono in modo rassicurante che l'uso di statine per abbassare i livelli di colesterolo non influisce negativamente sulla funzione della memoria. Poiché si tratta di uno studio osservazionale, i risultati non devono essere considerati conclusivi. Tuttavia l'evidenza che le statine sono sicure in relazione alla salute del cervello sta aumentando e questa preoccupazione non dovrebbe precludere il loro uso in individui che potrebbero trarre beneficio da bassi livelli di colesterolo".

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