Secondo una nuova teoria, l'Universo non sarebbe piatto ed infinito ma curvo e chiuso.


Di recente uno studio, condotto da alcuni ricercatori dell'Università di Manchester dell'Università "La Sapinza" di Roma e dell'Institut d'astrophysique de Parispubblicato sull rivista Nature Astronomy, ha avanzato una nuova ipotesi secondo la quale l'Universo non sarebbe piatto ed infinito, (come si è sempre pensato finora), ma curvo e chiuso, come un gigantesco pallone da rugby o una sfera: ciò significa che, almeno teoricamente, se si potesse partire da un ipotetico punto A di questo Universo si tornerebbe al punto di partenza dopo un lunghissimo viaggio e senza cambiare mai direzione. In pratica si tratta di un'ipotesi che va a scontrarsi con l'attuale e più accreditata teoria cosmologica che prevede che l'Universo sia essenzialmente piatto e che quindi dirigendosi in un'unica direzione si continuerebbe a procedere all'infinito, senza mai tornare indietro. Ad ogni modo per arrivare alla suddetta conclusione gli scienziati hanno analizzato i dati sulla radiazione cosmica di fondo del 2018 raccolti dal satellite Planck dell'Agenzia Spaziale Europea, (nota anche con la sigla ESA). In sostanza, come già risaputo, la radiazione cosmica di fondo è composta da microonde e rappresenta la più antica forma elettromagnetica che permea l'Universo: essa è legata, infatti, agli eventi di poco avvenuti al Big Bang, (il popolare fenomeno che circa 14 miliardi di anni fa diede il via al processo di espansione dell'Universo); in altre parole si tratta di una sorta di "residuo" di quell'affascinante e misterioso evento. In ogni caso questa radiazione cosmica di fondo può essere intercettata da un radiotelescopio e studiandola gli scienziati hanno precedentemente trovato conferme per gli attuali modelli cosmologici. Tuttavia dai dati del 2018 raccolti, appunto, dal satellite Planck è saltata fuori un'anomalia: l'effetto della lente gravitazionale risulta più intenso del previsto; il che significa che la gravità piega le microonde della radiazione cosmica di fondo in modo maggiore rispetto a quanto è possibile spiegare con la fisica attuale. Entrando un po' più nei dettagli gli studiosi hanno ritenuto che tale anomalia della radiazione cosmica di fondo può essere spiegata proprio con un Universo curvo e chiuso, (e non invece con uno piatto), aggiungendo alla "formula" una nuova variabile che hanno chiamato "Alens". Al riguardo gli autori della ricerca in questione hanno spiegato: "Un Universo chiuso può fornire una spiegazione fisica di questo effetto, con gli spettri cosmici di fondo a microonde di Planck che ora preferiscono una curvatura positiva ad un livello di confidenza superiore al 99%. Qui approfondiamo ulteriormente le prove per un Universo chiuso dai dati di Planck che mostrano che la curvatura positiva spiega naturalmente l'anomala ampiezza di lente". In ogni caso i ricercatori hanno anche evidenziato che i loro risultati non sono per niente conclusivi, anche perché, come già detto, risultano essere in contrasto con principi conclamati del modello cosmologico tradizionale dell'Universo piatto: dalla costante di Hubble fino alla cosiddetta oscillazione acustica barionica legata all'energia oscura. Comunque sia, nonostante questi limiti da non sottovalutare, la suddetta anomalia e la distribuzione dell'Universo per il momento restano dei problemi a cui gli astrofisici dovranno trovare una soluzione, (qualsiasi essa sia). Non a caso a tal proposito gli scienziati hanno, infine, concluso dichiarando: "Sono necessarie misurazioni future per chiarire se le discordanze osservate sono dovute ad una sistematica non rilevata, ad una nuova fisica oppure semplicemente ad una fluttuazione statistica".

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