Sembra proprio che disegnare un oggetto e dargli un nome/riconoscerlo coinvolgono il cervello in modo simile; o almeno questo è quanto hanno dimostrato di recente alcuni ricercatori dell'Università della California, San Diego, dell'Università di Yale, dell'Università di Princeton e dell'Università di Stanford nel corso di un loro studio pubblicato in questi giorni sulla rivista JNeurosci. Al riguardo gli scienziati hanno dichiarato: "Il disegno è un potente strumento che può essere utilizzato per trasmettere ricche informazioni percettive sugli oggetti nel mondo. Ma quali sono i meccanismi neurali che ci consentono di produrre un disegno riconoscibile di un oggetto ed in che modo questa esperienza di produzione visiva influenza il modo in cui questo oggetto è rappresentato nel cervello? Nel nostro studio abbiamo valutato l'ipotesi che la produzione ed il riconoscimento di un oggetto reclutino una rappresentazione neurale condivisa, in modo tale che disegnare ripetutamente l'oggetto possa migliorare la sua discriminabilità percettiva nel cervello". In pratica per arrivare a tali conclusioni gli studiosi hanno preso in esame un gruppo di 31 persone, (11 uomini e 20 donne), ed hanno analizzato il loro cervello con la risonanza magnetica funzionale, (nota anche con la sigla fMRI), nel corso di tre fasi della ricerca in questione e mentre svolgevano dei compiti: durante l'esperimento ai partecipanti è stato chiesto, infatti, di disegnare ripetutamente due oggetti in una sequenza alternata su un tablet compatibile con l'fMRI; invece sia prima che dopo l'analisi, sono stati sottoposti alla visione dei suddetti oggetti più altri due oggetti che sono serviti come una sorta di "gruppo di controllo". In sostanza così facendo i ricercatori hanno potuto misurare la rappresentazione neurale di ciascun oggetto nella corteccia visiva. Inoltre gli scienziati hanno utilizzato alcune tecniche di apprendimento automatico per scoprire modelli simili di attività cerebrale in entrambi i compiti all'interno della corteccia occipitale, (ovvero un'area del cervello importante per l'elaborazione visiva), e, come già anticipato, hanno osservato che le persone reclutano la stessa rappresentazione neurale di un oggetto, sia che lo disegnino sia che lo vedano. Entrando un po' più nei dettagli gli studiosi hanno rilevato che mentre i partecipanti disegnavano ogni oggetto più volte, i modelli di attività nella corteccia occipitale rimanevano invariati, tuttavia la connessione tra la corteccia occipitale e la corteccia parietale, (ossia un'area coinvolta nella pianificazione motoria), diventava più distinta: ciò ha suggerito che la pratica del disegno migliora il modo in cui il cervello condivide nel tempo le informazioni su un oggetto tra le sue diverse regioni. A tal proposito gli stessi ricercatori hanno concluso spiegando: "Abbiamo scoperto che: le rappresentazioni evocate dallo stimolo di oggetti nella corteccia visiva vengono reclutate durante la produzione visivamente ispirata di disegni di questi oggetti, anche durante il periodo in cui l'indicazione dell'oggetto non è più presente; l'oggetto attualmente in fase di disegno ha la priorità nella corteccia visiva durante la produzione del disegno, mentre altri oggetti ripetutamente disegnati vengono soppressi; ed i modelli di connettività tra le regioni nella corteccia occipitale e parietale hanno supportato una decodifica avanzata dell'oggetto attualmente disegnato durante la fase di addestramento, suggerendo un potenziale substrato neurale per imparare a trasformare le rappresentazioni percettive in azioni rappresentazionali. Nel suo insieme il nostro studio fornisce nuove informazioni sulla relazione funzionale tra produzione visiva e riconoscimento nel cervello". Comunque sia si tratta di una scoperta che ha, infine, dimostrato l'importanza del sistema di elaborazione visiva per la realizzazione di disegni di un oggetto.
Sembra proprio che disegnare un oggetto e dargli un nome/riconoscerlo coinvolgono il cervello in modo simile; o almeno questo è quanto hanno dimostrato di recente alcuni ricercatori dell'Università della California, San Diego, dell'Università di Yale, dell'Università di Princeton e dell'Università di Stanford nel corso di un loro studio pubblicato in questi giorni sulla rivista JNeurosci. Al riguardo gli scienziati hanno dichiarato: "Il disegno è un potente strumento che può essere utilizzato per trasmettere ricche informazioni percettive sugli oggetti nel mondo. Ma quali sono i meccanismi neurali che ci consentono di produrre un disegno riconoscibile di un oggetto ed in che modo questa esperienza di produzione visiva influenza il modo in cui questo oggetto è rappresentato nel cervello? Nel nostro studio abbiamo valutato l'ipotesi che la produzione ed il riconoscimento di un oggetto reclutino una rappresentazione neurale condivisa, in modo tale che disegnare ripetutamente l'oggetto possa migliorare la sua discriminabilità percettiva nel cervello". In pratica per arrivare a tali conclusioni gli studiosi hanno preso in esame un gruppo di 31 persone, (11 uomini e 20 donne), ed hanno analizzato il loro cervello con la risonanza magnetica funzionale, (nota anche con la sigla fMRI), nel corso di tre fasi della ricerca in questione e mentre svolgevano dei compiti: durante l'esperimento ai partecipanti è stato chiesto, infatti, di disegnare ripetutamente due oggetti in una sequenza alternata su un tablet compatibile con l'fMRI; invece sia prima che dopo l'analisi, sono stati sottoposti alla visione dei suddetti oggetti più altri due oggetti che sono serviti come una sorta di "gruppo di controllo". In sostanza così facendo i ricercatori hanno potuto misurare la rappresentazione neurale di ciascun oggetto nella corteccia visiva. Inoltre gli scienziati hanno utilizzato alcune tecniche di apprendimento automatico per scoprire modelli simili di attività cerebrale in entrambi i compiti all'interno della corteccia occipitale, (ovvero un'area del cervello importante per l'elaborazione visiva), e, come già anticipato, hanno osservato che le persone reclutano la stessa rappresentazione neurale di un oggetto, sia che lo disegnino sia che lo vedano. Entrando un po' più nei dettagli gli studiosi hanno rilevato che mentre i partecipanti disegnavano ogni oggetto più volte, i modelli di attività nella corteccia occipitale rimanevano invariati, tuttavia la connessione tra la corteccia occipitale e la corteccia parietale, (ossia un'area coinvolta nella pianificazione motoria), diventava più distinta: ciò ha suggerito che la pratica del disegno migliora il modo in cui il cervello condivide nel tempo le informazioni su un oggetto tra le sue diverse regioni. A tal proposito gli stessi ricercatori hanno concluso spiegando: "Abbiamo scoperto che: le rappresentazioni evocate dallo stimolo di oggetti nella corteccia visiva vengono reclutate durante la produzione visivamente ispirata di disegni di questi oggetti, anche durante il periodo in cui l'indicazione dell'oggetto non è più presente; l'oggetto attualmente in fase di disegno ha la priorità nella corteccia visiva durante la produzione del disegno, mentre altri oggetti ripetutamente disegnati vengono soppressi; ed i modelli di connettività tra le regioni nella corteccia occipitale e parietale hanno supportato una decodifica avanzata dell'oggetto attualmente disegnato durante la fase di addestramento, suggerendo un potenziale substrato neurale per imparare a trasformare le rappresentazioni percettive in azioni rappresentazionali. Nel suo insieme il nostro studio fornisce nuove informazioni sulla relazione funzionale tra produzione visiva e riconoscimento nel cervello". Comunque sia si tratta di una scoperta che ha, infine, dimostrato l'importanza del sistema di elaborazione visiva per la realizzazione di disegni di un oggetto.
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