A quanto pare le persone che suonano la batteria regolarmente da anni differiscono dalle altre persone nella loro struttura e funzione cerebrale: hanno, infatti, meno fibre, ma più spesse nel tratto di connessione principale tra le due metà del cervello e le aree motorie del loro cervello sono organizzate in modo più efficiente; o almeno questo è quanto hanno scoperto di recente alcuni ricercatori dalla Ruhr-Universität Bochum attraverso uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Brain and Behavior. Al riguardo Sarah Friedrich, una delle principali autrici, ha affermato: "Da tempo si è capito che suonare uno strumento musicale può cambiare il cervello attraverso processi neuroplastici. Ma finora nessuno aveva mai esaminato in modo specifico i batteristi". In pratica gli scienziati si sono interessati a questa categoria di musicisti perché la loro coordinazione motoria supera di gran lunga quella delle persone inesperte. In merito a ciò Lara Schlaffke, altra principale autrice dalla ricerca, ha spiegato: "La maggior parte delle persone può svolgere attività motorie con una sola mano ed avere problemi a suonare ritmi diversi con entrambe le mani contemporaneamente. I batteristi possono fare cose impossibili per persone non esperte". In sostanza l'intento degli studiosi era quello di acquisire nuove conoscenze sull'organizzazione di complessi processi motori nel cervello identificando i cambiamenti causati da questo tipo di allenamento; motivo per il quale hanno preso in esame 20 batteristi professionisti, (che suonavano da una media di 17 anni e si esercitavano per più di 10 ore alla settimana), e li hanno sottoposti a varie tecniche di imaging a risonanza magnetica, le quali hanno fornito approfondimenti sulla struttura e sulla funzione cerebrale. Successivamente i ricercatori hanno confrontato tali dati con quelli ottenuti da 24 soggetti non musicisti che hanno fatto da gruppo di controllo. Entrando un po' più nei dettagli durante la prima parte dello studio ad entrambi i gruppi è stato chiesto di suonare la batteria per testare le proprie abilità e sono stati poi esaminati tramite la risonanza magnetica: così facendo gli scienziati hanno osservato che i batteristi presentavano chiare differenze nella parte anteriore del corpo calloso, (ovvero una struttura cerebrale che collega i due emisferi e la cui parte anteriore è responsabile proprio della pianificazione motoria). Inoltre i risultati ottenuti hanno indicato anche che, come già anticipato, i batteristi avevano meno fibre sebbene più spesse in questo importante tratto di connessione tra gli emisferi cerebrali: ciò consente ai musicisti di scambiare informazioni tra gli emisferi più rapidamente rispetto ai soggetti del gruppo di controllo. Tra l'altro la struttura del corpo calloso ha anche predetto le prestazioni con lo strumento musicale durante i test: maggiore era la misura dello spessore delle fibre in questa struttura cerebrale, migliore risultavano essere le prestazioni alla batteria. Ad ogni modo gli studiosi hanno anche rilevato che il cervello dei batteristi era meno attivo nei compiti motori rispetto a quello dei soggetti di controllo: si tratta di un fenomeno che viene definito "campionamento scarso". Insomma, per dirla in parole semplici, nei professionisti un'organizzazione del cervello più efficiente nelle suddette aree porta, infine, ad una minore attivazione delle stesse.
A quanto pare le persone che suonano la batteria regolarmente da anni differiscono dalle altre persone nella loro struttura e funzione cerebrale: hanno, infatti, meno fibre, ma più spesse nel tratto di connessione principale tra le due metà del cervello e le aree motorie del loro cervello sono organizzate in modo più efficiente; o almeno questo è quanto hanno scoperto di recente alcuni ricercatori dalla Ruhr-Universität Bochum attraverso uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Brain and Behavior. Al riguardo Sarah Friedrich, una delle principali autrici, ha affermato: "Da tempo si è capito che suonare uno strumento musicale può cambiare il cervello attraverso processi neuroplastici. Ma finora nessuno aveva mai esaminato in modo specifico i batteristi". In pratica gli scienziati si sono interessati a questa categoria di musicisti perché la loro coordinazione motoria supera di gran lunga quella delle persone inesperte. In merito a ciò Lara Schlaffke, altra principale autrice dalla ricerca, ha spiegato: "La maggior parte delle persone può svolgere attività motorie con una sola mano ed avere problemi a suonare ritmi diversi con entrambe le mani contemporaneamente. I batteristi possono fare cose impossibili per persone non esperte". In sostanza l'intento degli studiosi era quello di acquisire nuove conoscenze sull'organizzazione di complessi processi motori nel cervello identificando i cambiamenti causati da questo tipo di allenamento; motivo per il quale hanno preso in esame 20 batteristi professionisti, (che suonavano da una media di 17 anni e si esercitavano per più di 10 ore alla settimana), e li hanno sottoposti a varie tecniche di imaging a risonanza magnetica, le quali hanno fornito approfondimenti sulla struttura e sulla funzione cerebrale. Successivamente i ricercatori hanno confrontato tali dati con quelli ottenuti da 24 soggetti non musicisti che hanno fatto da gruppo di controllo. Entrando un po' più nei dettagli durante la prima parte dello studio ad entrambi i gruppi è stato chiesto di suonare la batteria per testare le proprie abilità e sono stati poi esaminati tramite la risonanza magnetica: così facendo gli scienziati hanno osservato che i batteristi presentavano chiare differenze nella parte anteriore del corpo calloso, (ovvero una struttura cerebrale che collega i due emisferi e la cui parte anteriore è responsabile proprio della pianificazione motoria). Inoltre i risultati ottenuti hanno indicato anche che, come già anticipato, i batteristi avevano meno fibre sebbene più spesse in questo importante tratto di connessione tra gli emisferi cerebrali: ciò consente ai musicisti di scambiare informazioni tra gli emisferi più rapidamente rispetto ai soggetti del gruppo di controllo. Tra l'altro la struttura del corpo calloso ha anche predetto le prestazioni con lo strumento musicale durante i test: maggiore era la misura dello spessore delle fibre in questa struttura cerebrale, migliore risultavano essere le prestazioni alla batteria. Ad ogni modo gli studiosi hanno anche rilevato che il cervello dei batteristi era meno attivo nei compiti motori rispetto a quello dei soggetti di controllo: si tratta di un fenomeno che viene definito "campionamento scarso". Insomma, per dirla in parole semplici, nei professionisti un'organizzazione del cervello più efficiente nelle suddette aree porta, infine, ad una minore attivazione delle stesse.
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