A quanto pare perfino i mozziconi delle sigarette lasciati nei parchi, nelle spiagge, nelle strade, nelle fermate degli autobus ed in qualsiasi altro luogo possono rilasciare tossine nell'aria; o almeno questo è quanto hanno scoperto alcuni ricercatori del National Institute of Standards and Technology, (noto anche con la sigla NIST), nel corso di un loro studio i cui risultati sono stati pubblicati di recente sulla rivista Indoor Air. In pratica gli scienziati, incuriositi dal fatto che non ci fosse un modo standard per analizzare la quantità di sostanze chimiche che vagano nell'aria attorno alle sigarette ore o giorni dopo che queste sono state spente, e consapevoli del fatto che potevano non esserci abbastanza sostanze chimiche presenti per rendere significative le misurazioni, hanno condotto alcune analisi, (in base ad un accordo tra agenzie con la Food and Drug Administration, (nota anche con la sigla FDA), come parte della sua analisi dell'impatto complessivo del fumo di sigaretta sulla vita delle persone), e sono arrivati alla conclusione che in un giorno un mozzicone di sigaretta, (freddo al tatto), può emettere l'equivalente fino al 14% della nicotina rilasciata da una sigaretta che brucia attivamente. Al riguardo Dustin Poppendieck, uno dei principali autori della ricerca, ha affermato: "Sono rimasto assolutamente sorpreso. I numeri sono significativi e potrebbero avere importanti impatti quando i mozziconi vengono disposti negli interni o nelle auto". In sostanza per molto tempo la maggior parte degli impatti del fumo sulla salute sono stati fraintesi e spesso sottovalutati, in parte perché le emissioni di sigarette non erano state completamente valutate: negli ultimi 50 anni le misurazioni e gli studi epidemiologici hanno migliorato la comprensione degli impatti sulla salute del tabacco ed attualmente si sa molto su come il fumo di sigaretta influisce sul corpo dei fumatori. Inoltre sono stati anche vastamente stabiliti gli effetti sulla salute del fumo passivo ed ancor più di recente è stata esaminata pure l'esposizione al cosiddetto "fumo di terza mano", il quale deriva dal residuo chimico che rimane su superfici come pareti, mobili, capelli, vestiti e giocattoli dopo che una sigaretta è stata spenta: come il fumo tradizionale ed il fumo passivo, l'esposizione a quest'ultimo può aumentare il rischio di tumori e causare numerosi altri problemi di salute, in particolare nei corpi e nei cervelli ancora in via di sviluppo di neonati e bambini. Ad ogni modo l'obiettivo generale del suddetto recente studio era quello di quantificare le emissioni delle sigarette spente e scoprire cosa succede a tali emissioni quando i mozziconi vengono lasciati in diversi ambienti: gli studiosi hanno, infatti, misurato 8 delle centinaia di sostanze chimiche tipicamente emesse dalle sigarette, di cui 4 che sono nell'elenco FDA dei componenti dannosi e potenzialmente dannosi. Tra l'altro hanno anche misurato la triacetina, un plastificante spesso usato per rendere rigidi i filtri, (i quali anche se raccolgono parte di ciò che viene fuori da una sigaretta accesa, non negano completamente l'esposizione dall'inalazione del fumo di tabacco): si tratta di una sostanza che può costituire fino al 10% di un filtro e la sua bassa volatilità significa che non evapora rapidamente a temperature normali, di conseguenza potrebbe essere un buon indicatore delle emissioni a lungo termine dei mozziconi. Difatti i ricercatori non hanno focalizzato la loro attenzione sull'impatto dei filtri sugli stessi fumatori, ma piuttosto sulle emissioni dei mozziconi scartati, che sono in gran parte solo filtri usati. Entrando un po' più nei dettagli per ottenere questi risultati gli scienziati hanno dovuto "fumare" oltre 2.100 sigarette, tramite una macchina che utilizzava movimenti robotici per simulare in tutto e per tutto ciò che gli umani fanno quando fumano: le sigarette spente sono state poi collocate in una camera in acciaio inossidabile per caratterizzare le emissioni nell'aria e gli studiosi hanno cercato di determinare se le differenze ambientali in termini di temperatura, umidità e saturazione nell'acqua avrebbero modificato tali tassi di emissione. In merito a ciò lo stesso Dustin Poppendieck ha proseguito spiegando: "La maggior parte delle sostanze chimiche dai mozziconi spenti sono state emesse nelle prime 24 ore. Tuttavia 5 giorni dopo le concentrazioni di nicotina e triacetina erano ancora circa il 50% del livello iniziale. La nicotina proveniente da un mozzicone nel arco di 7 giorni potrebbe essere paragonabile alla nicotina emessa dal fumo principale o secondario, (ossia di seconda o terza mano), durante il fumo attivo. Ciò significa che se non si svuota un posacenere in casa per una settimana, la quantità di esposizione alla nicotina ai non fumatori potrebbe essere doppia di quanto attualmente stimato". Comunque sia i ricercatori hanno precisato che i prodotti chimici rimangono a lungo dopo lo spegnimento della sigaretta e che quindi piuttosto che gettare le sigarette dai finestrini o buttarli a terra una volta finito di fumare, sarebbe meglio mettere i mozziconi usati in barattoli di metallo o vetro sigillabili con sabbia, poiché questi rifiuti impiegano diversi anni per degradarsi se lasciati all'aperto. A tal proposito Dustin Poppendieck ha, infine, concluso dichiarando: "Potreste pensare che non fumando mai in macchina quando i bambini sono presenti, state proteggendo i non fumatori oppure i bambini intorno a voi. Ma se il posacenere nella vostra macchina è pieno di mozziconi che emettono questi prodotti chimici, l'esposizione avviene ugualmente".
A quanto pare perfino i mozziconi delle sigarette lasciati nei parchi, nelle spiagge, nelle strade, nelle fermate degli autobus ed in qualsiasi altro luogo possono rilasciare tossine nell'aria; o almeno questo è quanto hanno scoperto alcuni ricercatori del National Institute of Standards and Technology, (noto anche con la sigla NIST), nel corso di un loro studio i cui risultati sono stati pubblicati di recente sulla rivista Indoor Air. In pratica gli scienziati, incuriositi dal fatto che non ci fosse un modo standard per analizzare la quantità di sostanze chimiche che vagano nell'aria attorno alle sigarette ore o giorni dopo che queste sono state spente, e consapevoli del fatto che potevano non esserci abbastanza sostanze chimiche presenti per rendere significative le misurazioni, hanno condotto alcune analisi, (in base ad un accordo tra agenzie con la Food and Drug Administration, (nota anche con la sigla FDA), come parte della sua analisi dell'impatto complessivo del fumo di sigaretta sulla vita delle persone), e sono arrivati alla conclusione che in un giorno un mozzicone di sigaretta, (freddo al tatto), può emettere l'equivalente fino al 14% della nicotina rilasciata da una sigaretta che brucia attivamente. Al riguardo Dustin Poppendieck, uno dei principali autori della ricerca, ha affermato: "Sono rimasto assolutamente sorpreso. I numeri sono significativi e potrebbero avere importanti impatti quando i mozziconi vengono disposti negli interni o nelle auto". In sostanza per molto tempo la maggior parte degli impatti del fumo sulla salute sono stati fraintesi e spesso sottovalutati, in parte perché le emissioni di sigarette non erano state completamente valutate: negli ultimi 50 anni le misurazioni e gli studi epidemiologici hanno migliorato la comprensione degli impatti sulla salute del tabacco ed attualmente si sa molto su come il fumo di sigaretta influisce sul corpo dei fumatori. Inoltre sono stati anche vastamente stabiliti gli effetti sulla salute del fumo passivo ed ancor più di recente è stata esaminata pure l'esposizione al cosiddetto "fumo di terza mano", il quale deriva dal residuo chimico che rimane su superfici come pareti, mobili, capelli, vestiti e giocattoli dopo che una sigaretta è stata spenta: come il fumo tradizionale ed il fumo passivo, l'esposizione a quest'ultimo può aumentare il rischio di tumori e causare numerosi altri problemi di salute, in particolare nei corpi e nei cervelli ancora in via di sviluppo di neonati e bambini. Ad ogni modo l'obiettivo generale del suddetto recente studio era quello di quantificare le emissioni delle sigarette spente e scoprire cosa succede a tali emissioni quando i mozziconi vengono lasciati in diversi ambienti: gli studiosi hanno, infatti, misurato 8 delle centinaia di sostanze chimiche tipicamente emesse dalle sigarette, di cui 4 che sono nell'elenco FDA dei componenti dannosi e potenzialmente dannosi. Tra l'altro hanno anche misurato la triacetina, un plastificante spesso usato per rendere rigidi i filtri, (i quali anche se raccolgono parte di ciò che viene fuori da una sigaretta accesa, non negano completamente l'esposizione dall'inalazione del fumo di tabacco): si tratta di una sostanza che può costituire fino al 10% di un filtro e la sua bassa volatilità significa che non evapora rapidamente a temperature normali, di conseguenza potrebbe essere un buon indicatore delle emissioni a lungo termine dei mozziconi. Difatti i ricercatori non hanno focalizzato la loro attenzione sull'impatto dei filtri sugli stessi fumatori, ma piuttosto sulle emissioni dei mozziconi scartati, che sono in gran parte solo filtri usati. Entrando un po' più nei dettagli per ottenere questi risultati gli scienziati hanno dovuto "fumare" oltre 2.100 sigarette, tramite una macchina che utilizzava movimenti robotici per simulare in tutto e per tutto ciò che gli umani fanno quando fumano: le sigarette spente sono state poi collocate in una camera in acciaio inossidabile per caratterizzare le emissioni nell'aria e gli studiosi hanno cercato di determinare se le differenze ambientali in termini di temperatura, umidità e saturazione nell'acqua avrebbero modificato tali tassi di emissione. In merito a ciò lo stesso Dustin Poppendieck ha proseguito spiegando: "La maggior parte delle sostanze chimiche dai mozziconi spenti sono state emesse nelle prime 24 ore. Tuttavia 5 giorni dopo le concentrazioni di nicotina e triacetina erano ancora circa il 50% del livello iniziale. La nicotina proveniente da un mozzicone nel arco di 7 giorni potrebbe essere paragonabile alla nicotina emessa dal fumo principale o secondario, (ossia di seconda o terza mano), durante il fumo attivo. Ciò significa che se non si svuota un posacenere in casa per una settimana, la quantità di esposizione alla nicotina ai non fumatori potrebbe essere doppia di quanto attualmente stimato". Comunque sia i ricercatori hanno precisato che i prodotti chimici rimangono a lungo dopo lo spegnimento della sigaretta e che quindi piuttosto che gettare le sigarette dai finestrini o buttarli a terra una volta finito di fumare, sarebbe meglio mettere i mozziconi usati in barattoli di metallo o vetro sigillabili con sabbia, poiché questi rifiuti impiegano diversi anni per degradarsi se lasciati all'aperto. A tal proposito Dustin Poppendieck ha, infine, concluso dichiarando: "Potreste pensare che non fumando mai in macchina quando i bambini sono presenti, state proteggendo i non fumatori oppure i bambini intorno a voi. Ma se il posacenere nella vostra macchina è pieno di mozziconi che emettono questi prodotti chimici, l'esposizione avviene ugualmente".
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