Dimostrato che la musica può suscitare 13 emozioni chiave.


Che la musica sia in grado di suscitare diversi tipi di stati d'animo non è di certo una novità, ma, stando a quanto hanno dimostrato alcuni ricercatori dell'Università della California, Berkeley nel corso di uno studio pubblicato sulla rivista PNAS, l'esperienza soggettiva della musica può essere mappata all'interno di almeno 13 sentimenti chiave: il divertimento, la gioia, l'erotismo, la bellezza, il relax, la tristezza, il fantasticare, il trionfo, l'ansia, la paura, l'irritazione, la provocazione ed il sentirsi gasati. Al riguardo Alan Cowen, uno dei principali autori, ha spiegato: "Immaginate di organizzare una libreria musicale estremamente eclettica in base all'emozione e di catturare la combinazione dei sentimenti associati a ciascuna traccia. Questo è essenzialmente ciò che il nostro studio ha fatto"; mentre Dacher Keltner, altro principale autore, ha aggiunto: "Abbiamo rigorosamente documentato la più vasta gamma di emozioni che si provano universalmente attraverso il linguaggio della musica". In pratica per la suddetta ricerca gli scienziati hanno reclutato oltre 2.500 persone negli Stati Uniti ed in Cina attraverso la piattaforma di crowdsourcing di Amazon Mechanical Turk e ne hanno analizzato, appunto, le risposte emotive a migliaia di canzoni rock, folk, jazz, classiche, marching band, sperimentale ed heavy metal: in un primo momento i volontari hanno scannerizzato migliaia di video su YouTube per trovare musica che evocava in loro un certo tipo di emozione e partendo da qui gli studiosi hanno creato una raccolta di clip audio da utilizzare nei loro esperimenti. Successivamente è stato chiesto a circa 2.000 partecipanti di valutare individualmente circa 40 campioni musicali basati su 28 diverse categorie di emozioni, nonché su una scala di positività e negatività e per livelli di eccitazione: usando le analisi statistiche, i ricercatori sono arrivati proprio ​​alle suddette 13 categorie generali che risultavano essere preservate attraverso le culture e corrispondenti a sentimenti specifici, (come il sentirsi "depressi" o "sognatori"). Inoltre per garantire l'accuratezza di questi risultati in un secondo esperimento circa 1.000 persone hanno valutato oltre 300 ulteriori campioni relativi a musica occidentale e tradizionale cinese che erano specificamente pensati per a evocare variazioni di valenza ed eccitazione, e le risposte ottenute hanno convalidato le 13 categorie in questione: ad esempio, "Le quattro stagioni" di Vivaldi facevano sentire le persone eccitate; "Rock the Casbah" dei Clash li pompava; "Let's Stay Together" di Al Green evocava sensualità; e la cover di "Somewhere over the Rainbow" di Israel Kamakawiwo'ole suscitava gioia. Invece generalmente l'heavy metal è stato considerato "provocatorio" e, proprio come voleva il suo compositore, la colonna sonora della famigerata scena della doccia del film "Psycho" trasmetteva paura. Ad ogni modo in questo modo gli scienziati hanno anche visto che mentre sia i partecipanti statunitensi che quelli cinesi identificavano emozioni simili, (come, per esempio, la paura di sentire la colonna sonora del film "Jaws"), le risposte differivano dal fatto che quelle emozioni li facessero sentire bene o male. In merito a ciò lo stesso Alan Cowen ha proseguito affermando: "Le persone di culture diverse possono concordare sul fatto che una canzone sia "arrabbiata", ma possono differire dal fatto che quel sentimento sia positivo o negativo. I valori positivi e negativi, noti nel linguaggio psicologico come "valenza", sono, infatti, più specifici in base alla cultura". Tra l'altro sebbene, in tutte le culture, i partecipanti allo studio in questione sono stati per lo più d'accordo sulle caratterizzazioni emotive generali dei suoni musicali, (come, ad esempio, "arrabbiato", "gioioso" e "fastidioso"), le loro opinioni variavano a seconda del livello di "eccitazione", che in questo caso si riferisce al grado di calma o stimolazione evocato da un brano musicale. Tuttavia gli studiosi hanno riconosciuto il fatto che alcune di queste associazioni potrebbero essere basate sul contesto in cui i partecipanti allo studio avevano precedentemente ascoltato uno specifico brano musicale, (come, per esempio, in un film o un video di YouTube), ma hanno anche precisato che questo è meno probabile nel caso della musica tradizionale cinese, con la quale, come già detto, i risultati sono stati convalidati. A tal proposito Alan Cowen ha concluso dichiarando: "La musica è un linguaggio universale, ma non prestiamo sempre sufficiente attenzione a ciò che sta dicendo ed al modo in cui viene compresa. Volevamo fare un primo passo importante verso la risoluzione del mistero di come la musica possa suscitare tante emozioni sfumate". In ogni caso le potenziali applicazioni di questi risultati vanno dall'informare terapie psicologiche e psichiatriche sviluppate per evocare determinati sentimenti all'aiutare i servizi di streaming musicale, (come Spotify), a regolare i propri algoritmi per soddisfare le voglie auditive dei loro clienti di creare una certa atmosfera. Comunque sia i ricercatori hanno, infine, tradotto tutti i dati raccolti in una mappa audio interattiva online, nella quale i visitatori possono spostare i loro cursori per ascoltare una qualsiasi delle migliaia di frammenti di musica per scoprire, (tra le altre cose), se le loro reazioni emotive corrispondono al modo in cui persone di culture diverse rispondono alla musica: per chiunque fosse curioso tale mappa è disponibile al seguente indirizzo https://www.ocf.berkeley.edu/~acowen/music.html#modal.

Commenti