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Scoperto che i Neanderthal erano anche subacquei.
Che gli uomini di Neanderthal utilizzassero diversi strumenti è una cosa ormai risaputa da tempo, tuttavia, anche se le loro capacità di sfruttare le risorse costiere sono state messe sempre in dubbio, un recente studio pubblicato sulla rivista PLOS ONE e condotto da alcuni ricercatori dell'Università del Colorado, Boulder, (in collaborazione con la Maison de l'Archéologie et de l'Ethnologie, la School of Geography, Archaeology and Environmental Studies, l'Università degli Studi di Roma Tre, l'Università "La Sapienza" di Roma e l'Università degli Studi di Pisa), ha dimostrato che durante il Paleolitico medio questi ominidi raccolsero conchiglie e rocce vulcaniche dalla spiaggia e dalle acque costiere d'Italia. In pratica per arrivare a tale conclusione gli scienziati hanno esplorato reperti provenienti dal sito archeologo dei Neanderthal della Grotta dei Moscerini, vale a dire uno dei due siti neanderthaliani in Italia con un'abbondanza di conchiglie di vongole modificate a mano, risalenti a circa 100.000 anni fa. Entrando un po' più nei dettagli gli studiosi hanno esaminato 171 conchiglie modificate, molte delle quali dovevano essere ritoccate per essere utilizzate come raschietti: tutte queste conchiglie appartenevano alla specie mediterranea di vongole lisce Callista chione. In sostanza sulla base dello stato di conservazione di queste conchiglie, (inclusi danni ed incrostazioni da parte degli organismi marini), i ricercatori hanno dedotto che quasi un quarto delle conchiglie era stato raccolto sott'acqua dal fondo del mare, come animali vivi, invece di essere lavato sulla spiaggia. Inoltre negli stessi sedimenti delle caverne gli autori della ricerca hanno trovato anche abbondanti pietre pomici probabilmente usate come strumenti di abrasione, che apparentemente si sono spostati attraverso le correnti marine dall'eruzione di vulcani nel Golfo di Napoli, (70 km a Sud), sulla spiaggia della Grotta dei Moscerini, dove sono stati raccolti poi dai Neanderthal. Ad ogni modo queste scoperte sono andate ad arricchire una lista sempre più crescente di prove che gli ominidi in questione nell'Europa occidentale si dilettavano nella pratica di guadare o immergersi nelle acque costiere per raccogliere risorse molto prima che l'Homo sapiens portasse queste abitudini nella regione. Tra l'altro gli scienziati hanno anche notano che gli strumenti a conchiglia erano abbondanti negli strati di sedimenti che avevano pochi strumenti in pietra; il che ha suggerito che i Neanderthal potrebbero essere passati a creare strumenti a conchiglia durante i periodi in cui i materiali lapidei più tipici scarseggiavano. Comunque sia gli studiosi non hanno escluso la possibilità che le conchiglie fossero usate perché hanno margini taglienti sottili ed affilati, i quali, a differenza degli strumenti fatti con le pietre focaie, possono essere mantenuti mediante un processo di raffilatura. Al riguardo Paola Villa, una delle principali autrici del suddetto studio, ha, infine, spiegato: "La grotta si apre su una spiaggia. Ha un grande assemblaggio di 171 strumenti realizzati su conchiglie raccolte sulla spiaggia o direttamente dal fondo del mare come animali vivi dai Neanderthal subacquei. L'immersione in apnea per le conchiglie o la pesca d'acqua dolce in acque basse era un'attività comune dei Neanderthal, secondo i dati di altri siti e di uno studio anatomico pubblicato da E. Trinkaus. I Neanderthal raccolsero anche pomici eruttate dai vulcani nel golfo di Napoli e trasportate via mare fino alla spiaggia".
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