Secondo una nuova teoria, miliardi di anni fa la Terra era un "mondo acquatico".


Apparentemente la Terra di 3,2 miliardi di anni fa era un "mondo acquatico" fatto da continenti sommersi; o almeno questa è una nuova teoria, (che, se confermata, potrebbe avere importanti implicazioni sull'origine della vita), avanzata di recente da alcuni ricercatori della Iowa State University e dell'Università del Colorado a Boulder all'interno di uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Nature Geoscience, nel corso del quale sono stati analizzati i dati degli isotopi di ossigeno provenienti dall'antica crosta oceanica che ora è esposta sulla terra ferma in Australia. Al riguardo Benjamin Johnson e Boswell Wing, (i due principali autori della ricerca), sul documento pubblicato nella suddetta rivista, hanno scritto: «Una Terra primordiale senza continenti emergenti potrebbe aver assomigliato ad un "mondo acquatico", fornendo un importante vincolo ambientale all'origine ed all'evoluzione della vita sulla Terra, nonché alla sua possibile esistenza altrove». In pratica lo stesso Benjamin Johnson ha affermato che il suo lavoro sul progetto è iniziato quando, parlando proprio con Boswell Wing in occasione di diverse conferenze, ha appreso della ben conservata crosta oceanica risalente all'Archeano, (un periodo storico che va dai 4 miliardi ai 2,5 miliardi di anni fa), in una parte remota dell'Australia occidentale. Inoltre, considerando che precedenti studi avevano indicato che c'era già una grande libreria di dati geochimici del sito in questione, nel 2018 lo scienziato ha deciso di andare a vedere ed analizzare la crosta oceanica di persona, in un viaggio che prevedeva un volo per Perth ed una tratta di 17 ore a nord verso la regione costiera vicino a Port Hedland. Ad ogni modo dopo aver prelevato i propri campioni di roccia ed aver osservato la libreria di dati già esistenti, lo studioso ha creato una griglia di sezione trasversale dell'isotopo di ossigeno e dei valori di temperatura trovati nella roccia: una volta fatto ciò ha creato un modello inverso per elaborare stime degli isotopi di ossigeno negli antichi oceani ed ha scoperto che l'acqua di mare antica è stata arricchita con circa 4 parti per mille in più di un pesante isotopo di ossigeno, (vale a dire un ossigeno con 8 protoni e 10 neutroni, noto anche come Ossigeno-18 o 18O), rispetto ad un oceano privo di ghiaccio dei giorni d'oggi. Comunque sia i ricercatori hanno suggerito due possibili soluzioni per questi risultati: o il ciclo dell'acqua attraverso l'antica crosta oceanica era diverso dall'acqua marina di oggi con molte più interazioni ad alta temperatura che avrebbero potuto arricchire l'oceano con i pesanti isotopi di ossigeno; oppure il ciclo dell'acqua dalla roccia continentale potrebbe aver ridotto la percentuale di isotopi pesanti nelle acque oceaniche. In merito a ciò Benjamin Johnson ha spiegato: "La nostra ipotesi preferita, (ed in qualche modo la più semplice), è che le intemperie continentali dalla terra ferma sono iniziate dopo 3,2 miliardi di anni ed hanno iniziato a ridurre la quantità di isotopi pesanti nell'oceano. L'idea che il ciclo dell'acqua attraverso la crosta oceanica in un modo distinto da come accade oggi, causando la differenza nella composizione dell'isotopo non è supportata dalle rocce. La sezione della crosta oceanica di 3,2 miliardi di anni che abbiamo studiato sembra esattamente molto, molto più giovane". Ed ha, infine, concluso dichiarando: "Il nostro studio dimostra che i geologi possono costruire modelli e trovare modi nuovi e quantitativi per risolvere un problema, anche quando quel problema riguarda l'acqua marina di 3,2 miliardi di anni fa che non vedranno o campioneranno mai. Questi modelli ci informano sull'ambiente in cui la vita ha avuto origine e si è evoluta: senza continenti e terre al di sopra del livello del mare, l'unico posto in cui i primi ecosistemi si sarebbero evoluti sarebbe stato nell'oceano".

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