Si sa, durante l'apprendimento di qualcosa il cervello funziona come un motore di previsione che fa continuamente teorie sull'ambiente e registra accuratamente se un'ipotesi è vera o no. Tuttavia di recente alcuni ricercatori della Ruhr-Universität Bochum, tramite due studi pubblicati rispettivamente su Cerebral Cortex e sul Journal of Neuroscience, hanno dimostrato che le aspettative durante queste previsioni influiscono sull'attività di varie reti cerebrali. In pratica i neuroscienziati hanno identificato due regioni chiave nel cervello: il talamo, che svolge un ruolo centrale nel processo decisionale; e la corteccia insulare, la quale risulta essere particolarmente attiva quando è chiaro se è stata presa la decisione giusta o sbagliata. Al riguardo Burkhard Pleger, uno dei principali autori delle suddette ricerche, ha affermato: "L'aspettativa durante l'apprendimento regola quindi le connessioni specifiche nel cervello e quindi la predizione per la percezione sensoriale rilevante per l'apprendimento". Ad ogni modo per arrivare a tali conclusioni gli scienziati si sono serviti di un compito di apprendimento che si concentra sul processo decisionale durante la percezione del contatto con la pelle nel cervello. In merito a ciò lo stesso Burkhard Pleger ha proseguito commentando: "È come imparare un gioco di strategia informatica usando un game pad, che fornisce feedback sensoriali a determinate dita su determinati stimoli. Il punto è che un certo stimolo tattile porta al successo e che questo deve essere appreso da stimolazione a stimolazione". Entrando un po' più nei dettagli, nel corso dei suddetti studi 28 partecipanti hanno ricevuto uno stimolo tattile A o B sull'indice in ogni prova: con la semplice pressione di un pulsante dovevano prevedere se il successivo stimolo tattile sarebbe stato lo stesso oppure no; la probabilità di uno stimolo A o B cambiava in continuazione ed il partecipante doveva imparare di previsione in previsione. Inoltre durante i vari test l'attività cerebrale dei partecipanti è stata esaminata usando la risonanza magnetica funzionale: gli studiosi erano particolarmente interessati alle sessioni di prova in cui i partecipanti hanno cambiato la loro strategia decisionale e si sono chiesti fino a che punto il cambiamento nelle aspettative poteva influenzare l'attività cerebrale. Così facendo hanno osservato che, come già anticipato, a distinguersi maggiormente erano due regioni del cervello: la corteccia insulare ed il talamo, il quale elabora le informazioni che provengono dagli organi sensoriali o da altre aree del cervello e le trasmette al telecefalo; e per questo viene chiamato anche "la porta della coscienza". Tra l'altro usando immagini di risonanza magnetica funzionale i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che le diverse connessioni cerebrali tra la corteccia prefrontale ed il talamo erano responsabili del mantenimento di una strategia di apprendimento o del cambiamento della strategia: più alte erano le aspettative prima della decisione, prima veniva mantenuta la strategia e minore era la forza di queste connessioni; mentre con basse aspettative si è registrato un cambio di strategia e le regioni sembravano interagire molto più fortemente tra loro. A tal proposito Burkhard Pleger ha continuato spiegando: "Il cervello sembra essere particolarmente attivo quando una strategia di apprendimento deve essere cambiata, mentre ci vuole molta meno energia per mantenere una strategia. Finora il talamo è stato visto come un interruttore. I nostri risultati sottolineano il suo ruolo nelle funzioni cognitive superiori che aiutano il processo decisionale durante l'apprendimento. Quindi il talamo non è solo una porta di accesso alla coscienza sensoriale, ma sembra piuttosto essere collegarlo a processi cognitivi che servono, ad esempio, a prendere decisioni". Ed ha, infine, concluso aggiungendo: "La corteccia insulare, d'altra parte, è coinvolta nella percezione, nel controllo motorio, nella fiducia in sé stessi, nelle funzioni cognitive e nelle esperienze interpersonali. Questa parte era particolarmente attiva quando un partecipante aveva già preso la sua decisione e poi scoperto se aveva ragione o torto. Diverse reti che sono ancorate nella corteccia insulare sono regolate dalle aspettative e quindi sembrano avere un'influenza diretta sulla percezione sensoriale futura".
Si sa, durante l'apprendimento di qualcosa il cervello funziona come un motore di previsione che fa continuamente teorie sull'ambiente e registra accuratamente se un'ipotesi è vera o no. Tuttavia di recente alcuni ricercatori della Ruhr-Universität Bochum, tramite due studi pubblicati rispettivamente su Cerebral Cortex e sul Journal of Neuroscience, hanno dimostrato che le aspettative durante queste previsioni influiscono sull'attività di varie reti cerebrali. In pratica i neuroscienziati hanno identificato due regioni chiave nel cervello: il talamo, che svolge un ruolo centrale nel processo decisionale; e la corteccia insulare, la quale risulta essere particolarmente attiva quando è chiaro se è stata presa la decisione giusta o sbagliata. Al riguardo Burkhard Pleger, uno dei principali autori delle suddette ricerche, ha affermato: "L'aspettativa durante l'apprendimento regola quindi le connessioni specifiche nel cervello e quindi la predizione per la percezione sensoriale rilevante per l'apprendimento". Ad ogni modo per arrivare a tali conclusioni gli scienziati si sono serviti di un compito di apprendimento che si concentra sul processo decisionale durante la percezione del contatto con la pelle nel cervello. In merito a ciò lo stesso Burkhard Pleger ha proseguito commentando: "È come imparare un gioco di strategia informatica usando un game pad, che fornisce feedback sensoriali a determinate dita su determinati stimoli. Il punto è che un certo stimolo tattile porta al successo e che questo deve essere appreso da stimolazione a stimolazione". Entrando un po' più nei dettagli, nel corso dei suddetti studi 28 partecipanti hanno ricevuto uno stimolo tattile A o B sull'indice in ogni prova: con la semplice pressione di un pulsante dovevano prevedere se il successivo stimolo tattile sarebbe stato lo stesso oppure no; la probabilità di uno stimolo A o B cambiava in continuazione ed il partecipante doveva imparare di previsione in previsione. Inoltre durante i vari test l'attività cerebrale dei partecipanti è stata esaminata usando la risonanza magnetica funzionale: gli studiosi erano particolarmente interessati alle sessioni di prova in cui i partecipanti hanno cambiato la loro strategia decisionale e si sono chiesti fino a che punto il cambiamento nelle aspettative poteva influenzare l'attività cerebrale. Così facendo hanno osservato che, come già anticipato, a distinguersi maggiormente erano due regioni del cervello: la corteccia insulare ed il talamo, il quale elabora le informazioni che provengono dagli organi sensoriali o da altre aree del cervello e le trasmette al telecefalo; e per questo viene chiamato anche "la porta della coscienza". Tra l'altro usando immagini di risonanza magnetica funzionale i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che le diverse connessioni cerebrali tra la corteccia prefrontale ed il talamo erano responsabili del mantenimento di una strategia di apprendimento o del cambiamento della strategia: più alte erano le aspettative prima della decisione, prima veniva mantenuta la strategia e minore era la forza di queste connessioni; mentre con basse aspettative si è registrato un cambio di strategia e le regioni sembravano interagire molto più fortemente tra loro. A tal proposito Burkhard Pleger ha continuato spiegando: "Il cervello sembra essere particolarmente attivo quando una strategia di apprendimento deve essere cambiata, mentre ci vuole molta meno energia per mantenere una strategia. Finora il talamo è stato visto come un interruttore. I nostri risultati sottolineano il suo ruolo nelle funzioni cognitive superiori che aiutano il processo decisionale durante l'apprendimento. Quindi il talamo non è solo una porta di accesso alla coscienza sensoriale, ma sembra piuttosto essere collegarlo a processi cognitivi che servono, ad esempio, a prendere decisioni". Ed ha, infine, concluso aggiungendo: "La corteccia insulare, d'altra parte, è coinvolta nella percezione, nel controllo motorio, nella fiducia in sé stessi, nelle funzioni cognitive e nelle esperienze interpersonali. Questa parte era particolarmente attiva quando un partecipante aveva già preso la sua decisione e poi scoperto se aveva ragione o torto. Diverse reti che sono ancorate nella corteccia insulare sono regolate dalle aspettative e quindi sembrano avere un'influenza diretta sulla percezione sensoriale futura".
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