Trovate nel Polo Sud le tracce fossili di una foresta pluviale risalente al Cretaceo.


Di recente alcuni ricercatori dell'Imperial College London e dell'Alfred Wegener Institute Helmholtz Centre for Polar and Marine Research, attraverso uno studio pubblicato sulla rivista Nature, hanno fatto sapere di aver trovato prove dell'esistenza di foreste pluviali vicino al Polo Sud di 90 milioni di anni fa, suggerendo che all'epoca il clima era eccezionalmente caldo. In pratica durante le loro analisi gli scienziati hanno scoperto a circa 900 km dal Polo in questione del suolo forestale risalente al Cretaceo: l'esame delle radici, del polline e delle spore in esso conservate ha dimostrato che, come anticipato, in quell'era il territorio polare risultava essere molto più caldo del previsto. Al riguardo Tina van de Flierdt, una delle principali autrici della suddetta ricerca, ha affermato: "La conservazione di questa foresta di 90 milioni di anni fa è eccezionale, ma ancora più sorprendente è il mondo che rivela. Anche durante mesi di oscurità, le foreste pluviali temperate paludose sono state in grado di crescere vicino al Polo Sud, rivelando un clima ancora più caldo di quanto ci aspettassimo". Inoltre il lavorodegli studiosi ha anche suggerito che durante il periodo Medio Cretaceo, (ossia circa 115-80 milioni di anni fa), i livelli di anidride carbonica nell'atmosfera erano più alti di quanto si pensasse,  sfidando i modelli climatici di allora: si trattava di un periodo di massimo splendore per i dinosauri, ma fu anche il più caldo degli ultimi 140 milioni di anni, con temperature ai tropici alte fino a 35 °C ed il livello del mare 170 metri più alto rispetto ad oggi. Per di più, la presenza de una foresta suggerisce che le temperature medie erano di circa 12 °C e che era molto improbabile che ci fosse già una calotta di ghiaccio al Polo Sud: tutto ciò nonostante una notte polare di 4 mesi, il che significa che per un terzo di ogni anno non c'era affatto luce solare. Ad ogni modo i ricercatori hanno scovato queste prove di un antica foresta antartica in un nucleo di sedimenti perforati nei fondali marini vicino ai ghiacciai di Pine Island e Thwaites nell'Antartide occidentale: nello specifico ad attirare la loro attenzione è stata una parte del nucleo, (che originariamente si sarebbe depositata sulla terra), con il suo strano colore. In sostanza gli scienziati hanno scansionato tale sezione del nucleo tramite tecniche di tomografia computerizzata ed hanno osservato una fitta rete di radici fossili, che era così ben conservata da poter distinguere le singole strutture cellulari: il campione preso in esame conteneva anche innumerevoli tracce di polline e spore delle piante, inclusi i primi resti di piante da fiore mai trovati a queste alte latitudini antartiche. In ogni caso per ricostruire l'ambiente di questa foresta polare gli studiosi hanno valutato le condizioni climatiche in cui vivono i moderni discendenti delle piante, ed in aggiunta hanno analizzato gli indicatori di temperatura e precipitazioni all'interno del campione stesso: così facendo hanno rilevato che, come già anticipato, la temperatura media annuale dell'aria era di circa 12 °C, (ovvero approssimativamente 2 gradi in più rispetto alla temperatura media in Germania ai giorni d'oggi); che le temperature medie estive erano di circa 19 °C; che quelle dell'acqua nei fiumi e nelle paludi potevano raggiungere i 20 °C; e che la quantità e l'intensità delle precipitazioni nell'Antartide occidentale erano simili a quelle del Galles moderno. Comunque sia perché si verificassero tali condizioni i ricercatori hanno ipotizzato che, come già detto, 90 milioni di anni fa il continente antartico doveva essere ricoperto da una fitta vegetazione, non c'erano masse di ghiaccio terrestre della portata di una calotta glaciale nella regione del Polo Sud e la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera era molto più alta di quanto si pesava fosse durante il Cretaceo. A tal proposito Johann Klages, altro principale responsabile dello studio in questione, ha, infine, concluso spiegato: "Prima del nostro studio, l'assunto generale era che la concentrazione globale di anidride carbonica nel Cretaceo era di circa 1.000 ppm. Ma nei nostri esperimenti basati sul modello ci sono voluti livelli di concentrazione dai 1.120 ai 1.680 ppm per raggiungere le temperature medie di allora nell'Antartico".

Di seguito un video pubblicato insieme allo studio su Nature:

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