Dimostrato che l'ambiente familiare può influenzare lo sviluppo del cervello degli adolescenti.


Recentemente alcuni ricercatori del Karolinska Institutet, (in collaborazione con diverse altre istituzioni europee e canadesi), attraverso uno studio pubblicato sulla rivista PNAS, hanno dimostrato che l'ambiente familiare e lo stato socio-economico nel corso dell'infanzia possono influenzare le capacità cognitive e lo sviluppo del cervello durante l'adolescenza indipendentemente dai fattori genetici, confermando quanto sia importante tale ambiente non solo durante la prima infanzia ma anche durante l'adolescenza. In pratica, sebbene il modo in cui i geni e l'ambiente familiare influenzano il cervello e le facoltà cognitive è un argomento da tempo molto dibattuto, precedenti ricerche non avevano tenuto conto dei geni nella descrizione degli effetti ambientali. Motivo per il quale adesso gli scienziati hanno deciso di prendere in considerazione sia i fattori ambientali che una nuova misura genetica: un valore di indice basato su un'aggregazione delle circa 5.000 posizioni del DNA che risultano essere più fortemente associate ai risultati scolastici. Entrando un po' più nei dettagli questa nuova analisi ha coinvolto 551 adolescenti provenienti da diversi ambienti socio-economici di tutta Europa, i quali all'età di 14 anni hanno fornito campioni di DNA, eseguito test cognitivi e si sono sottoposti a scansioni del loro cervello tramite uno scanner RM: un processo che è stato ripetuto per intero anche 5 anni dopo. In sostanza così facendo gli studiosi hanno osservato che, (sempre all'età di 14 anni), i geni e l'ambiente familiare erano associati in modo indipendente all'abilità cognitiva, (misurata, appunto, usando dei test della memoria di lavoro), ed alla struttura del cervello: gli effetti ambientali erano, tuttavia, dal 50% al 100% più forti di quelli genetici; mentre le differenze nello stato socio-economico erano correlate alle differenze nella superficie totale della neocorteccia. Al riguardo Nicholas Judd, uno dei principali autori del suddetto nuovo lavoro, ha affermato: "Il dibattito precedente era se ci fosse un'area speciale che è influenzata dall'ambiente, (come la memoria a lungo termine o il linguaggio). Tuttavia siamo stati in grado di dimostrare che l'effetto si manifesta in tutta la neocorteccia e quindi probabilmente influenza tutta una serie di funzioni". Tra l'altro i ricercatori hanno scoperto per la prima volta che le differenze genetiche risultavano essere legate anche alla struttura del cervello, interessando non solo l'area totale del cervello ma anche un'area del lobo parietale destro nota per essere importante per le abilità matematiche, il ragionamento e la memoria di lavoro. Ad ogni modo quando gli scienziati hanno seguito gli adolescenti 5 anni dopo, sono stati in grado di esaminare in che modo i geni e l'ambiente familiare avevano influenzato lo sviluppo del loro cervello durante l'adolescenza: quello che hanno rilevato è stato che, mentre i geni non spiegavano alcun cambiamento cerebrale, l'ambiente familiare lo faceva; anche se per il momento non sono riusciti a svelare quale aspetto di questo ambiente sia responsabile di ciò. A tal proposito Torkel Klingberg, altro principale autore dello studio in questione, ha, infine, concluso spiegando: "Esistono numerose possibili spiegazioni, (come lo stress cronico, la dieta o la stimolazione intellettuale), ma lo studio ha mostrato quanto sia importante l'ambiente, non solo durante la prima infanzia. Trovare i fattori ambientali più importanti per ottimizzare lo sviluppo dell'infanzia e dell'adolescenza è una questione di ricerca futura".

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