Rilevato che gli occhi inviano al cervello un segnale inaspettato.


Per decenni i libri di testo di biologia hanno affermato che gli occhi comunicano con il cervello esclusivamente attraverso un tipo di percorso di segnalazione, ma sembra proprio che non sia così: una nuova scoperta effettuata di recente da alcuni ricercatori della Northwestern University e pubblicata sulla rivista Science ha, infatti, mostrato che alcuni neuroni della retina prendono "una strada meno percorsa". In pratica nel corso di questo loro studio gli scienziati hanno scoperto che un sottogruppo di neuroni retinici invia segnali inibitori al cervello; il che ha rappresentato una novità assoluta poiché, come già detto, finora la comunità scientifica credeva che l'occhio inviasse al cervello solo segnali eccitatori. Inoltre gli studiosi hanno anche osservato che questo sottoinsieme di neuroni retinici risulta essere coinvolto in comportamenti subconsci, (come, ad esempio, la sincronizzazione dei ritmi circadiani con i cicli luce/buio e la restrizione delle pupille per via di luci intense), e per questo motivo un migliore comprensione di come funzionano questi neuroni potrebbe aiutare ad esplorare nuovi percorsi attraverso i quali la luce influenza il comportamento umano. Al riguardo Tiffany Schmidt, una delle principali autrici della suddetta ricerca, ha spiegato: "Questi segnali inibitori impediscono al nostro orologio circadiano di ripristinare la luce fioca e prevenire la restrizione delle pupille in condizioni di scarsa luminosità, entrambi i quali sono adattivi per l'adeguata visione e funzione quotidiana. Pensiamo che i nostri risultati forniscano un meccanismo per capire perché i nostri occhi sono così delicatamente sensibili alla luce, ma i nostri comportamenti subconsci sono relativamente insensibili alla luce". Ad ogni modo per arrivare a tali conclusioni i ricercatori hanno bloccato i neuroni retinici responsabili della segnalazione inibitoria in un modello murino ed hanno rilevato che quando questo segnale era assente la luce fioca era più efficace nello spostare i ritmi circadiani dei topi. In merito a ciò la stessa Tiffany Schmidt ha proseguito dichiarando: "Questo suggerisce che c'è un segnale dall'occhio che inibisce attivamente il riallineamento dei ritmi circadiani quando la luce ambientale cambia; il che era inaspettato. Tuttavia questo ha un certo senso poiché non si desidera regolare l'intero orologio del proprio corpo per lievi perturbazioni nel ciclo ambientale luce/buio, ma si desidera che questa regolazione massiccia abbia luogo solo se il cambiamento di illuminazione è vigoroso". Comunque sia, come già anticipato, gli scienziati hanno anche constatato che quando i segnali inibitori dall'occhio erano bloccati, le pupille dei topi erano molto più sensibili alla luce. A tal proposito Takuma Sonoda, altro principale responsabile del lavoro in questione, ha, infine, concluso sostenendo: "La nostra ipotesi di lavoro è che questo meccanismo impedisce alle pupille di restringersi in condizioni di luce molto bassa. Ciò aumenta la quantità di luce che colpisce la retina e facilita la visione in condizioni di scarsa illuminazione. Questo meccanismo spiega, almeno in parte, perché le pupille evitano di restringersi fino a che la luce non si intensifica".

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