Risolto il mistero "proteico" di tre malattie cerebrali.


Nel corso degli anni diveri studi hanno constatato che l'accumulo di una particolare proteina nel cervello risulta essere alla base di tre condizioni molto diverse tra loro e legate all'età, solo che finora nessuno aveva capito come ciò fosse possibile. Tuttavia di recente una nuova ricerca condotta da alcuni ricercatori del Laboratory for Neurobiology and Gene Therapy, (in collaborazione con l'Institut François Jacob e l'Imperial College London), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Acta Neuropathologica, ha rivelato che è la forma della proteina in questione a determinare il quadro clinico. In pratica, come già anticipato, in passato si è visto come la presenza di depositi di proteina α-sinucleina nel cervello è la caratteristica principale di tre diverse malattie: il morbo di Parkinson, l'atrofia multi-sistemica, (nota anche con l'acronimo MSA), e la demenza da corpi di Lewy, (conosciuta anche con la sigla DLB). Inoltre, sebbene questi disturbi facciano parte della stessa famiglia, sono clinicamente e patologicamente molto diversi: il Parkinson colpisce circa il 2% della popolazione con più di 60 anni e si manifesta principalmente in problemi motori; la demenza da corpi di Lewy è meno comune, (difatti colpisce lo 0,4% delle persone con più di 65 anni), ma risulta essere ancora la seconda forma più comune di demenza, dopo il morbo di Alzheimer; mentre l'atrofia multi-sistemica è una malattia rara ma estremamente aggressiva, (la maggior parte dei pazienti soccombe alla patologia entro 5-10 anni), che causa una varietà di problemi di salute, (tra cui dolore generale, problemi alla vescica e bassa pressione sanguigna, nonché problemi motori), per la quale attualmente non esiste praticamente alcun tipo di trattamento. Ad ogni modo per arrivare alla loro conclusione gli scienziati hanno isolato la proteina α-sinucleina dal tessuto cerebrale di pazienti deceduti a causa delle suddette tre condizioni, e l'hanno poi moltiplicata e riprodotta con una tecnica appositamente progettata per questo scopo: le diverse forme proteiche sono state attentamente studiate ed introdotte in animali da laboratorio per simulare i processi patologici. In sostanza così facendo gli studiosi sono stati in grado di identificare due forme di tale proteina: una elicoidale nell'MSA e nel morbo di Parkinson ed una cilindrica nella DLB. Tra l'altro hanno osservato anche come la forma della proteina α-sinucleina determinava la gravità dei sintomi delle malattie: nell'MSA i sintomi si verificavano, infatti, più rapidamente ed in modo aggressivo; mentre nel DLB erano più moderati. Al riguardo Anke Van der Perren, uno dei principali autori del nuovo studio in questione, ha spiegato: "In precedenza il motivo per cui una stessa proteina causasse tre diverse malattie del cervello era un mistero. Ora, per la prima volta, siamo stati in grado di identificare diverse forme di depositi di proteina α-sinucleina nei pazienti. A seconda della forma, si verifica un disturbo diverso e, quindi, un quadro clinico diverso". Mentre Veerle Baekelandt, altra principale responsabile delle analisi, ha, infine, aggiunto: "Le nuove intuizioni sull'origine e sulla struttura delle forme proteiche possono, nel tempo, portare ad una diagnosi precoce e migliore. Ad oggi è molto difficile diagnosticare questi tre disturbi cerebrali. Vogliamo svelare ulteriormente il complesso processo dei depositi proteici per comprendere meglio come si sviluppano le malattie. Con il tempo speriamo di essere in grado di rilevare queste forme proteiche dannose e di trovare un trattamento specifico per rallentare o addirittura arrestare il processo della malattia".

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