Si sa, quando ci si trova davanti ad una situazione pericolosa generalmente i segnali del cervello fanno in modo che il cuore batta più velocemente oppure rallenti in sistuazioni di rilassamento. Inoltre, sebbene in passato sia stato rilevato che in determinati scenari è anche il battito cardiaco ad influenzare il cervello, i meccanismi sottostanti a tale processo non sono mai stati chiari; o almeno così è stato finora in quanto recentemente alcuni ricercatori del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences, tramite uno studio pubblicato sulla rivista PNAS, ne hanno identificato due alla base di come il cuore influenza la percezione somatosensoriale, il cervello e di come questi meccanismi differiscono tra gli individui. In pratica il primo stabilisce una relazione tra la fase del battito cardiaco e l'esperienza cosciente: ad un ritmo regolare il cuore si contrae, (nella cosiddetta fase sistolica o sitole), e pompa il sangue in tutto il corpo; mentre in una seconda fase, (chiamata fase diastolica o diastole), il sangue torna indietro ed il cuore si riempie di nuovo. Per farla breve, in una precedente ricerca dello stesso istituto è stato riferito che la percezione degli stimoli esterni cambia a seconda del battito cardiaco: nella sistole, ad esempio, si hanno meno probabilità di rilevare un debole stimolo elettrico nel dito rispetto alla diastole. Tuttavia adesso, grazie al suddetto lavoro, gli scienziati sono stati in grado di trovare la ragione del cervello dove avviene questo cambiamento nella percezione, e di scoprire che l'attività cerebrale cambia nel corso del ciclo cardiaco: si è visto che nella sistole viene soppresso un componente specifico dell'attività cerebrale che è associato alla coscienza, vale a dire la cosiddetta P300. In altre parole gli studiosi hanno osservato che durante questa fase cardiaca sembra come se il cervello si assicuri che determinate informazioni siano tenute fuori dall'esperienza cosciente: è come se il cervello prendesse in considerazione il battito che inonda la sistole e predisse che i cambiamenti corporei associati a tale battito siano "non reali" ma piuttosto dovuti al battito stesso. In sostanza normalmente questo aiuta le persone a non essere costantemente disturbate dal proprio battito, ma quando si tratta di stimoli deboli che coincidono con la sistole, potrebbero non essere percepiti, sebbene siano reali. Per di più, come già anticipato, durante le loro indagini sulle interazioni cuore-cervello i ricercatori hanno anche rivelato un secondo effetto del battito cardiaco sulla percezione: se il cervello di una persona mostra una risposta più alta al battito del cuore, l'elaborazione dello stimolo nel cervello risulta essere attenuata e la persona rileva meno lo stimolo in questione. Al riguardo gli scienziati hanno spiegato: "Il nostro cervello riceve continuamente segnali dal corpo e dall'ambiente. Sebbene non siamo consapevoli dei processi corporei interni, come i battiti del cuore, essi possono influenzare la nostra percezione. Qui, mostriamo due modi distinti in cui il battito cardiaco modula la percezione cosciente. In primo luogo, un aumento dell'attività neurale evocata dal battito cardiaco prima della stimolazione è seguito da una riduzione del rilevamento somatosensoriale. Questo effetto può essere spiegato da soggetti che adottano un criterio di decisione più conservativo, che è accompagnato da cambiamenti nelle risposte somatosensoriali precoci e tardive. In secondo luogo, la tempistica dello stimolo durante il ciclo cardiaco influenza la sensibilità ma non il criterio per gli stimoli somatosensoriali, che si riflette solo nelle risposte somatosensoriali tardive. Proponiamo che queste modulazioni legate al battito cardiaco siano collegate alle fluttuazioni dell'attenzione enterocettiva ed ai meccanismi, (inconsci), di codifica predittiva". Mentre Esra Al, una delle principali autrici del suddetto studio, ha dichiarato: "Questo sembra essere il risultato di dirigere la nostra attenzione tra segnali ambientali esterni e segnali corporei interni. In altre parole, un grande potenziale evocato dal battito cardiaco sembra riflettere uno "stato d'animo", in cui siamo più concentrati sul funzionamento dei nostri organi interni, (come, ad esempio, la circolazione sanguigna), e meno consapevoli degli stimoli del mondo esterno". Ad ogni modo per arrivare a tali conclusioni gli studiosi hanno inviato deboli stimoli elettrici agli elettrodi fissati sulle dita dei partecipanti alla ricerca e parallelamente, hanno registrato i processi cerebrali di ognuno di loro usando l'elettroencefalogramma e la loro attività cardiaca usando l'elettrocardiogramma. Difatti in merito a ciò gli autori hanno ribadito: "Anche se gli umani non sono per lo più consapevoli dei loro battiti cardiaci, sono stati segnalati diversi effetti correlati al battito cardiaco che influenzano la percezione cosciente. Non è chiaro se questi effetti siano fenomeni distinti o correlati o se si tratti di effetti sensoriali precoci oppure di processi decisionali tardivi. Combinando l'elettroencefalografia e l'elettrocardiografia, insieme alle analisi della teoria della detezione del segnale, abbiamo identificato due distinte influenze correlate al battito cardiaco sulla percezione cosciente correlate differentemente all'elaborazione somatosensoriale precoce o tardiva". Comunque sia i risultati ottenuti non hanno implicazioni solamente per la comprensione delle interazioni cuore-cervello nelle persone sane, ma anche per capire quella dei pazienti; non a caso a tal proposito Arno Villringer, altro principale responsabile del lavoro in questione, ha, infine, concluso sostenendo: "I nuovi risultati potrebbero aiutare a spiegare perché spesso i pazienti dopo un ictus soffrono di problemi cardiaci e perché i pazienti con malattie cardiache hanno spesso una funzione cognitiva compromessa".
Si sa, quando ci si trova davanti ad una situazione pericolosa generalmente i segnali del cervello fanno in modo che il cuore batta più velocemente oppure rallenti in sistuazioni di rilassamento. Inoltre, sebbene in passato sia stato rilevato che in determinati scenari è anche il battito cardiaco ad influenzare il cervello, i meccanismi sottostanti a tale processo non sono mai stati chiari; o almeno così è stato finora in quanto recentemente alcuni ricercatori del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences, tramite uno studio pubblicato sulla rivista PNAS, ne hanno identificato due alla base di come il cuore influenza la percezione somatosensoriale, il cervello e di come questi meccanismi differiscono tra gli individui. In pratica il primo stabilisce una relazione tra la fase del battito cardiaco e l'esperienza cosciente: ad un ritmo regolare il cuore si contrae, (nella cosiddetta fase sistolica o sitole), e pompa il sangue in tutto il corpo; mentre in una seconda fase, (chiamata fase diastolica o diastole), il sangue torna indietro ed il cuore si riempie di nuovo. Per farla breve, in una precedente ricerca dello stesso istituto è stato riferito che la percezione degli stimoli esterni cambia a seconda del battito cardiaco: nella sistole, ad esempio, si hanno meno probabilità di rilevare un debole stimolo elettrico nel dito rispetto alla diastole. Tuttavia adesso, grazie al suddetto lavoro, gli scienziati sono stati in grado di trovare la ragione del cervello dove avviene questo cambiamento nella percezione, e di scoprire che l'attività cerebrale cambia nel corso del ciclo cardiaco: si è visto che nella sistole viene soppresso un componente specifico dell'attività cerebrale che è associato alla coscienza, vale a dire la cosiddetta P300. In altre parole gli studiosi hanno osservato che durante questa fase cardiaca sembra come se il cervello si assicuri che determinate informazioni siano tenute fuori dall'esperienza cosciente: è come se il cervello prendesse in considerazione il battito che inonda la sistole e predisse che i cambiamenti corporei associati a tale battito siano "non reali" ma piuttosto dovuti al battito stesso. In sostanza normalmente questo aiuta le persone a non essere costantemente disturbate dal proprio battito, ma quando si tratta di stimoli deboli che coincidono con la sistole, potrebbero non essere percepiti, sebbene siano reali. Per di più, come già anticipato, durante le loro indagini sulle interazioni cuore-cervello i ricercatori hanno anche rivelato un secondo effetto del battito cardiaco sulla percezione: se il cervello di una persona mostra una risposta più alta al battito del cuore, l'elaborazione dello stimolo nel cervello risulta essere attenuata e la persona rileva meno lo stimolo in questione. Al riguardo gli scienziati hanno spiegato: "Il nostro cervello riceve continuamente segnali dal corpo e dall'ambiente. Sebbene non siamo consapevoli dei processi corporei interni, come i battiti del cuore, essi possono influenzare la nostra percezione. Qui, mostriamo due modi distinti in cui il battito cardiaco modula la percezione cosciente. In primo luogo, un aumento dell'attività neurale evocata dal battito cardiaco prima della stimolazione è seguito da una riduzione del rilevamento somatosensoriale. Questo effetto può essere spiegato da soggetti che adottano un criterio di decisione più conservativo, che è accompagnato da cambiamenti nelle risposte somatosensoriali precoci e tardive. In secondo luogo, la tempistica dello stimolo durante il ciclo cardiaco influenza la sensibilità ma non il criterio per gli stimoli somatosensoriali, che si riflette solo nelle risposte somatosensoriali tardive. Proponiamo che queste modulazioni legate al battito cardiaco siano collegate alle fluttuazioni dell'attenzione enterocettiva ed ai meccanismi, (inconsci), di codifica predittiva". Mentre Esra Al, una delle principali autrici del suddetto studio, ha dichiarato: "Questo sembra essere il risultato di dirigere la nostra attenzione tra segnali ambientali esterni e segnali corporei interni. In altre parole, un grande potenziale evocato dal battito cardiaco sembra riflettere uno "stato d'animo", in cui siamo più concentrati sul funzionamento dei nostri organi interni, (come, ad esempio, la circolazione sanguigna), e meno consapevoli degli stimoli del mondo esterno". Ad ogni modo per arrivare a tali conclusioni gli studiosi hanno inviato deboli stimoli elettrici agli elettrodi fissati sulle dita dei partecipanti alla ricerca e parallelamente, hanno registrato i processi cerebrali di ognuno di loro usando l'elettroencefalogramma e la loro attività cardiaca usando l'elettrocardiogramma. Difatti in merito a ciò gli autori hanno ribadito: "Anche se gli umani non sono per lo più consapevoli dei loro battiti cardiaci, sono stati segnalati diversi effetti correlati al battito cardiaco che influenzano la percezione cosciente. Non è chiaro se questi effetti siano fenomeni distinti o correlati o se si tratti di effetti sensoriali precoci oppure di processi decisionali tardivi. Combinando l'elettroencefalografia e l'elettrocardiografia, insieme alle analisi della teoria della detezione del segnale, abbiamo identificato due distinte influenze correlate al battito cardiaco sulla percezione cosciente correlate differentemente all'elaborazione somatosensoriale precoce o tardiva". Comunque sia i risultati ottenuti non hanno implicazioni solamente per la comprensione delle interazioni cuore-cervello nelle persone sane, ma anche per capire quella dei pazienti; non a caso a tal proposito Arno Villringer, altro principale responsabile del lavoro in questione, ha, infine, concluso sostenendo: "I nuovi risultati potrebbero aiutare a spiegare perché spesso i pazienti dopo un ictus soffrono di problemi cardiaci e perché i pazienti con malattie cardiache hanno spesso una funzione cognitiva compromessa".
Commenti
Posta un commento