Rilevato che il comportamento dei padroni può influenzare lo sforzo e la precisione nel modo di comunicare dei cani.
Si sa, nel corso dei secoli la comunicazione umana ha sviluppato meccanismi che possono essere osservati in tutte le culture e lingue, inclusi l'uso della storia della comunicazione e il principio del minimo sforzo, (ossia fattori che consentono di utilizzare informazioni condivise sul passato e sul presente e di risparmiare energia, rendendo le comunicazioni il più efficaci ed efficienti possibile). Tuttavia considerata la notevole sensibilità dei cani alle vocalizzazioni, ai gesti ed agli sguardi degli esseri umani, di recente alcuni ricercatori del Max Planck Institute for the Science of Human History, tramite uno studio pubblicato sulla rivista Animal Cognition, hanno suggerito che 30.000 anni di addomesticamento e co-evoluzione affianco all'uomo potrebbero aver portato i cani a sviluppare principi di comunicazione simili, (ovvero una teoria nota come "ipotesi di addomesticamento"): sulla base di ciò hanno messo a punto un esperimento il cui scopo era quello di esaminare i fattori che influenzano la forma, lo sforzo ed il successo delle interazioni cane-uomo in una sorta di caccia al tesoro. In pratica utilizzando 30 coppie proprietario-cane, gli scienziati si sono concentrati in particolare su un comportamento comunicativo chiamato "mostrare", in cui i cani attirano l'attenzione del proprio partner comunicativo e lo indirizzano ad una fonte esterna: mentre il proprietario attendeva in un'altra stanza, il cane assistiva al nascondimento del suo giocattolo preferito in una delle quattro scatole presenti, ed una volta che il proprietario entrava nella stanza, doveva mostrargli dove era stato nascosto il giocattolo in questione. Inoltre i partecipanti sono stati testati in due condizioni: una configurazione ravvicinata, (che richiedeva una rappresentazione più precisa), ed una distante, (che consentiva di mostrare in una direzione generale). Ad ogni modo così facendo gli studiosi non hanno trovato prove che suggeriscano che i cani aderiscano al principio del minimo sforzo, in quanto hanno usato quanta più energia potevano sia nell'impostazione più semplice sia in quella più difficile; anche se questo potrebbe essere stato il risultato dell'influenza dei proprietari sullo sforzo dei loro cani. Tra l'altro in secondo luogo, è emerso anche che i cani non risultavano essere influenzati da diverse storie di comunicazione, poiché si sono comportati in modo simile ed hanno usato quantità simili di energia in entrambi i sistemi, indipendentemente dalle condizioni con cui erano partiti: nonostante gli sforzi analoghi, i cani hanno però adattato le loro strategie di dimostrazione per essere più o meno precisi, a seconda delle condizioni. Per farla breve, tali risultati hanno indicato che un fattore cruciale che influenza lo sforzo e la precisione della dimostrazione dei cani è il comportamento del proprio padrone: durante il suddetto esperimento, infatti, i proprietari che incoraggiavano il loro cane a mostrare dove era nascosto il giocattolo aumentavano lo sforzo di dimostrazione del loro cane, ma in genere ne diminuivano la precisione. Al riguardo Melanie Henschel, una delle principali autrici della suddetta ricerca, ha spiegato: "Abbiamo visto in studi precedenti che se manteniamo il contatto visivo con il cane o parliamo con una voce acuta, sembriamo indurre un atteggiamento "pronto ad obbedire" che rende i cani molto entusiasti di seguire i nostri comandi. Quindi quando i proprietari hanno chiesto ai loro cani "Il giocattolo è qui?" ed hanno indicato le scatole, avrebbero potuto indurre i cani a mostrare qualsiasi scatola". Comunque sia, sebbene, come già anticipato, i ricercatori non abbiano riscontrato effetti sulla storia della comunicazione o sul principio del minimo sforzo, questo nuovo studio ha dimostrato per la prima volta che i proprietari possono influenzare la precisione ed il successo del loro cane. A tal proposito Juliane Bräuer, altra principale responsabile delle osservazioni, ha, infine, concluso dichiarando: "Siamo rimasti sorpresi dal fatto che l'incoraggiamento abbia aumentato gli errori nell'accuratezza dei cani. Ciò potrebbe avere ripercussioni sull'addestramento di cani e nella gestione dei settori in cui i cani lavorano professionalmente. Gli studi futuri dovrebbero concentrarsi sui complessi effetti dell'influenza del proprietario e sulle migliori strategie per i gestori che comunicano con un cane".
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