A quanto pare gli adolescenti dipendenti dai Social Media non sono le uniche persone che sperimentano la cosiddetta FOMO, (acronimo che sta per "Fear of Missing Out"; letteralmente "paura di essere tagliati fuori"); o almeno questo è quanto hanno constatato alcuni ricercatori della Washington State University nel corso di uno studio pubblicato di recente sul Journal of Social and Personal Relationships. In pratica gli scienziati hanno osservato che in effetti, non l'età, ma gli aspetti della percezione di sé stessi, (ovvero la solitudine, la bassa autostima e la bassa autocompassione), erano più strettamente associati all'ansia sociale che le altre persone si divertono senza di te. Al riguardo Chris Barry, uno dei principali autori della ricerca, ha affermato: "La FOMO non è necessariamente un problema di adolescenti o giovani adulti. Si tratta davvero di differenze individuali, indipendentemente dall'età. Ci aspettavamo che la FOMO fosse più alta nelle fasce di età più giovani, in particolare a causa dell'enorme quantità di sviluppo sociale che si verifica in quei momenti, ma non è quello che abbiamo scoperto". In sostanza entrando un po' più nei dettagli gli studiosi hanno condotto un sondaggio su oltre 400 persone di diversi gruppi di età che andavano dai 14 ai 47 anni, ponendo una serie di domande relative alla percezione di sé, alla soddisfazione della propria vita ed l'utilizzo dei Social Media: così facendo hanno rilevato che l'uso dei social non era un buon predittore di FOMO. Difatti si è visto che, ad esempio, due persone con lo stesso coinvolgimento sui Social Media possono essere influenzate in modo molto diverso: una potrebbe avere pochi sentimenti negativi nel vedere le attività dei propri amici; mentre l'altra potrebbe trovare la cosa sconvolgente. In merito a ciò lo stesso Chris Barry ha proseguito spiegando: "Non siamo tutti ugualmente inclini alla Fear of Missing Out, ma per quelli che lo sono, i Social Media possono esacerbarla. I Social Media ti permettono di vedere cosa fanno gli altri e cosa sta succedendo nelle loro vite. Se c'è già la preoccupazione di perdersi qualcosa, allora ci sarà angoscia nel vederlo sui Social Media". Ad ogni modo per le persone che sperimentano questo tipo di disagio gli esperti hanno suggerito che potrebbe essere utile ridurre l'uso dei social o interromperlo del tutto per un periodo di tempo. Tuttavia durante la suddetta indagine è stato trovato anche un lato positivo: sebbene la FOMO può avere impatti negativi, ciò non sembra riguardare il senso di soddisfazione della vita; il che indicherebbe che la FOMO non è un'ansia sociale opprimente. Comunque sia i ricercatori hanno anche esortato coloro che vogliono ridurre i sentimenti causati dalla FOMO a provare ad affrontare le percezioni negative di sé, come, ad esempio, praticare una migliore autocompassione vedendo le battute d'arresto personali come opportunità di crescita, adottando misure per ridurre la solitudine e spostando l'attenzione dalle esperienze lontane degli altri. A tal proposito Chris Barry ha, infine, concluso dichiarando: "Per fare qualcosa per FOMO, gli individui possono promuovere un maggiore senso di reale connessione con gli altri che ridurrà i sentimenti di isolamento. Possono anche provare ad essere più nel momento, concentrandosi su ciò che è di fronte a loro invece di concentrarti su cos'altro sta succedendo là fuori".
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