Qualche settimana fa un nuovo studio pubblicato su Nature da alcuni ricercatori dell'Università dell'Alberta e dell'Università di Glasgow ha esaminato più in profondità il ciclo del carbonio della Terra, utilizzando i diamanti come "strumenti" per comprendere meglio alcuni dei meccanismi geologici più profondi del pianeta. Al riguardo Margo Regier, una delle principali autrici, ha affermato: "I geologi si sono recentemente resi conto che alcuni dei diamanti più grandi e preziosi provengono dalle parti più profonde del nostro pianeta. Anche se non siamo ancora certi del perché i diamanti possano crescere fino a dimensioni più grandi a queste profondità, proponiamo un modello in cui questi diamanti "super profondi" si cristallizzano da magmi ricchi di carbonio, che possono essere fondamentali affinché crescano fino alle loro grandi dimensioni". In pratica al di là della loro bellezza e delle loro applicazioni industriali, i diamanti rappresentano da sempre finestre uniche nelle profondità della Terra, permettendo agli scienziati di esaminare il trasporto del carbonio attraverso il mantello. In merito a ciò la stessa Margo Regier ha proseguito spiegando: "La stragrande maggioranza del carbonio della Terra è in realtà immagazzinato nel suo mantello di silicato, non nell'atmosfera. Se vogliamo comprendere appieno l'intero ciclo del carbonio terrestre, allora dobbiamo comprendere questo vasto serbatoio di carbonio nel sottosuolo". Ad ogni modo durante la suddetta loro indagine gli scienziati hanno osservato che la crosta oceanica ricca di carbonio che affonda nel mantello profondo rilascia la maggior parte del suo carbonio prima di arrivare alla parte più profonda del mantello: ciò significa che la maggior parte del carbonio viene riciclato in superficie e solo piccole quantità di esso vengono immagazzinate nel mantello profondo, con implicazioni significative per il modo in cui attualmente la comunità scientifica conosce il ciclo del carbonio della Terra. A tal proposito Margo Regier ha, infine, concluso dichiarando: "Il meccanismo è importante da comprendere per una serie di ragioni. Il movimento del carbonio tra la superficie ed il mantello influenza il clima della Terra, la composizione della sua atmosfera e la produzione di magma dai vulcani. Non capiamo ancora se questo ciclo del carbonio sia cambiato nel tempo, né sappiamo quanto carbonio sia immagazzinato nelle parti più profonde del nostro pianeta. Se vogliamo capire perché il nostro pianeta si è evoluto nel suo stato abitabile in cui si trova oggi e come le superfici e le atmosfere di altri pianeti possono essere modellate dai loro processi interni, dobbiamo comprendere meglio queste variabili".
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