Dimostrato che imparare una nuova lingua da adulti cambia la divisione dei compiti del cervello.

 
Apparentemente imparare una nuova lingua più tardi nella vita potrebbe cambiare il modo in cui le due metà del cervello collaborano: man mano che le competenze migliorano, la comprensione della lingua cambia la specializzazione emisferica, ma l'elaborazione non lo fa; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere di recente alcuni ricercatori del Basque Center on Cognition, Brain and Language tramite uno studio di 36 pagine pubblicato sulla rivista JNeurosci. In pratica, come già noto, le due parti del cervello non dividono uniformemente il lavoro per ogni funzione: nella maggior parte delle persone, infatti, il linguaggio si basa sull'emisfero sinistro, ma l'emisfero destro può prendere il sopravvento dopo una lesione della parte sinistra del cervello. Inoltre è stato rilevato che l'emisfero destro può anche contribuire quando si impara una nuova lingua, rendendo poco chiaro se l'emisfero sinistro è effettivamente specializzato per il linguaggio. Ed è stato proprio per provare a dare una risposta a tale dilemma che gli scienziati hanno usato la risonanza magnetica funzionale, (conosciuta anche con la sigla fMRI), per confrontare l'attività neurale tra entrambi gli emisferi di un gruppo di studenti adulti mentre leggevano, ascoltavano e parlavano nella loro lingua madre e nelle nuove lingue che stavano imparando. Al riguardo nell'estratto della suddetta ricerca si può leggere: «La specializzazione funzionale e la plasticità sono principi organizzativi fondamentali del cervello. Dalla metà del 1800 alcune funzioni cognitive sono note per essere lateralizzate, ma la provenienza e la flessibilità della specializzazione emisferica rimangono questioni aperte. Il linguaggio è un fenomeno esclusivamente umano che richiede un delicato equilibrio tra specializzazione neurale e plasticità, e l'apprendimento del linguaggio offre la finestra perfetta per studiare questi principi nel cervello umano. Nello studio attuale abbiamo condotto due distinti esperimenti di risonanza magnetica funzionale con gli studenti di lingue maschili e femminili, (uno trasversale ed uno longitudinale), coinvolgendo popolazioni e lingue distinte, ed abbiamo esaminato la lateralizzazione emisferica e la plasticità dipendente dall'apprendimento di tre sistemi linguistici: lettura, comprensione del linguaggio e produzione verbale». Ad ogni modo così facendo gli studiosi hanno scoperto che nelle fasi iniziali dell'apprendimento delle lingue, quelle native e quelle nuove sembravano abbastanza simili nel cervello, ma negli studenti che si trovavano ad un livello di apprendimento avanzato le due lingue erano più distinte. In pratica in questi casi si è visto che la lingua madre e quella nuova erano in grado di reclutare emisferi opposti per la comprensione, ma la capacità di parlare l'una o l'altra lingua rimaneva dipendente dall'emisfero sinistro. In merito a ciò, sempre nel suddetto estratto, i ricercatori hanno scritto: «Un approccio analitico su più fronti ha rivelato un modello altamente coerente di risultati tra i due esperimenti, mostrando che sia nella lingua nativa che in quella non nativa, mentre la produzione linguistica era unilaterale, la lateralizzazione per la comprensione della lingua era altamente variabile tra gli individui, e con l'aumento della conoscenza della lingua non nativa, la lettura e la comprensione del parlato mostravano cambiamenti sostanziali nella dominanza emisferica, con lingue che tendevano ad essere unilaterali verso gli emisferi opposti; invece la produzione mostrava cambiamenti trascurabili e rimaneva unilaterale. Questi risultati convergenti hanno fatto luce sul dibattito di lunga data sull'organizzazione neurale del linguaggio, stabilendo solidi principi di lateralizzazione e plasticità dei principali sistemi linguistici. I risultati suggeriscono inoltre il coinvolgimento dei sistemi sensorimotori nella lateralizzazione del linguaggio e nella sua plasticità». In sostanza, secondo gli scienziati, questi risultati indicano che l'elaborazione è collegata all'emisfero sinistro, mentre la comprensione è più flessibile: ciò potrebbe spiegare perché è più difficile imparare a parlare una nuova lingua da adulti, ma è possibile imparare a capirla abbastanza bene. Comunque sia a tal proposito nell'estratto dell'indagine in questione gli studiosi hanno, infine, concluso ribadendo: «Il cervello umano mostra una notevole capacità di supportare una grande varietà di linguaggi che possono essere acquisiti in diversi punti della vita. Il linguaggio è un costrutto complesso che coinvolge sia i processi linguistici che quelli visivi, uditivi e motori. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale, abbiamo esaminato la specializzazione emisferica e la plasticità dipendente dall'apprendimento di tre sistemi linguistici, (lettura, comprensione del parlato e produzione verbale), in esperimenti trasversali e longitudinali negli studenti di lingue. Un approccio analitico su più fronti ha rivelato prove convergenti di differenze sorprendenti nella specializzazione emisferica e nella plasticità tra i sistemi linguistici. I risultati hanno importanti implicazioni teoriche e pratiche per la nostra comprensione dei principi fondamentali dell'organizzazione neurale del linguaggio, dei test linguistici e di recupero nei pazienti e dell'apprendimento del linguaggio in popolazioni sane».

Commenti