Apparentemente i Maya erano un popolo talmente abile da aver costruito sofisticati filtri per l'acqua nell'antica città di Tikal, utilizzando materiali naturali importati da chilometri di distanza; O almeno questo è quanto hanno constatato alcuni ricercatori dell'Università di Cincinnati attraverso uno studio pubblicato qualche settimana fa su Scientific Reports, nel corso del quale hanno scoperto prove di un sistema di filtraggio presso la riserva Corriental, (ovvero un'importante fonte di acqua potabile per questa popolazione arcaica in quello che oggi è il nord del Guatemala). In pratica gli scienziati sono riusciti ad identificare il quarzo cristallino e la zeolite, (ossia un composto con una struttura cristallina formato da silicio ed alluminio), importati a chilometri di distanza dalla città: il primo trovato nella sabbia grossolana insieme al secondo creano, infatti, un setaccio molecolare naturale ed entrambi i minerali sono utilizzati nella moderna filtrazione dell'acqua. Al riguardo Kenneth Barnett Tankersley, uno dei principali autori, ha spiegato: "I filtri avrebbero rimosso dall'acqua microbi nocivi, composti ricchi di azoto, metalli pesanti, (come, ad esempio, il mercurio), ed altre tossine. La cosa interessante è che questo sistema sarebbe efficace ancora oggi ed i Maya lo scoprirono più di 2.000 anni fa. I Maya hanno creato questo sistema di filtrazione dell'acqua quasi 2.000 anni prima che sistemi simili fossero utilizzati in Europa, rendendolo uno dei più antichi sistemi di trattamento dell'acqua del suo genere al mondo". In sostanza gli studiosi sono riusciti a rintracciare la zeolite ed il quarzo su ripide creste intorno al Bajo de Azúcar circa 29 km a nord-est di Tikal: usando l'analisi della diffrazione dei raggi X hanno identificato questi due minerali nei sedimenti della sopracitata città antica ed in particolare la zeolite è stata trovata esclusivamente nella riserva del Corriental. Ad ogni modo, secondo gli esperti, trovare il modo di raccogliere e conservare l'acqua pulita per i Maya era di fondamentale importanza: Tikal e le altre città di tale civiltà furono, infatti, costruite su una roccia calcarea porosa che rendeva difficile l'accesso all'acqua potabile per gran parte dell'anno durante le siccità stagionali. In merito a ciò Nicholas Dunning, altro principale responsabile dell'indagine in questione, (nonché ricercatore che aveva trovato una probabile fonte di quarzo e zeolite circa 10 anni fa mentre conduceva un lavoro sul campo in Guatemala), ha affermato: "Si trattava di un tufo vulcanico esposto alle intemperie di grani di quarzo e zeolite. Era acqua che zampillava ad un buon ritmo. I lavoratori ne hanno riempito alcune bottiglie. Era famosa a livello locale per la sua pulizia e dolcezza". Insomma, analizzando i campioni raccolti in quegli anni adesso i ricercatori hanno stabilito, appunto, che il quarzo e la zeolite corrispondevano strettamente ai minerali trovati a Tikal. A tal proposito lo stesso Nicholas Dunning ha proseguito dichiarando: "Probabilmente è stato attraverso un'osservazione empirica molto intelligente che gli antichi Maya hanno visto che questo particolare materiale era associato all'acqua pulita ed hanno fatto qualche sforzo per riportarlo indietro"; mentre Vernon Scarborough, uno dei principali autori del nuovo studio, ha commentato: "La maggior parte delle ricerche sulla gestione dell'acqua antica hanno cercato di spiegare come le civiltà hanno conservato, raccolto o deviato l'acqua. La qualità dell'acqua destinata alla potabilizzazione è rimasta difficile da esaminare. Lo studio del nostro team ha aperto l'agenda di ricerca individuando la qualità di una fonte d'acqua e come questa possa essere stata stabilita e mantenuta". Tuttavia ricostruire la vita, le abitudini e le motivazioni di una civiltà di mille anni fa è abbastanza difficile; difatti al riguardo Nicholas Dunning ha continuato precisando: "Non abbiamo prove assolute, ma abbiamo forti prove indiziarie. La nostra spiegazione ha un senso logico". Invece David Lentz, altro principale responsabile delle analisi, ha successivamente aggiunto: "Questo è quello che devi fare come archeologo. Devi mettere insieme un puzzle con alcuni dei pezzi mancanti. Il sistema di filtraggio avrebbe protetto gli antichi Maya dai cianobatteri nocivi e da altre tossine che altrimenti avrebbero potuto far ammalare le persone che bevevano dalla riserva. Gli antichi Maya hanno scoperto che questo materiale produceva pozze d'acqua limpida". Comunque sia lo stesso Kenneth Barnett Tankersley ha, infine, concluso sostenendo: "Sebbene complessi sistemi di filtraggio dell'acqua siano stati osservati in altre civiltà antiche, (dalla Grecia all'Egitto, all'Asia meridionale), questo è il primo caso osservato nel Nuovo Mondo antico. Gli antichi Maya vivevano in un ambiente tropicale e dovevano essere degli innovatori. Questa è una notevole innovazione. Molte persone guardano ai nativi americani nell'emisfero occidentale come se non avessero la stessa forza ingegneristica o tecnologica di luoghi come la Grecia, Roma, l'India o la Cina. Ma quando si tratta di gestione delle acque, i Maya erano millenni avanti".
Commenti
Posta un commento