Negli ultimi anni la Wolbachia, (ovvero un batterio che in natura si
presenta e si diffonde tra gli insetti), è diventata più
frequentemente utilizzata come mezzo per tenere sotto controllo
le popolazioni di zanzare, ma pare che in realtà questa specie batterica potrebbe proteggere questi animali da specifici pesticidi; o almeno questo è quanto hanno scoperto recentemente alcuni ricercatori dell'Universidad Nacional de San Juan, dell'Instituto de Investigaciones en Biodiversidad y Biotecnología e dell'University of Reading, tramite uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports. In pratica nel corso dei loro esperimenti gli scienziati hanno esaminato l'effetto della Wolbachia su una specie di zanzara comune e, come già anticipato, hanno visto che gli esemplari che trasportavano tale batterio erano meno suscettibili ai pesticidi ampiamente utilizzati. Al riguardo Alejandra Perotti, una delle principali autrici, ha dichiarato: "Questo dimostra l'importanza di esaminare più da vicino come i batteri presenti nelle zanzare e nei pesticidi interagiscono, soprattutto in un momento in cui si stanno formulando nuovi piani per quali metodi utilizzare, dove utilizzarli e quali specie bersagliare". In sostanza, come già risaputo, le zanzare sono note per trasmettere all'uomo, (e non solo), diverse malattie, (tra cui, ad esempio, la febbre dengue, la malaria, la zika e la febbre gialla), per mezzo dei loro morsi; il che, secondo le stime, porta collettivamente alla morte di più di un milione di persone in tutto il mondo ogni anno. Ad ogni modo nella suddetta loro nuova ricerca gli studiosi hanno preso in esame un gruppo di Culex quinquefasciatus che è stato allevato per diversi anni in condizioni ambientali controllate in laboratorio: si tratta di esemplari noti anche come "zanzare della casa meridionale", le quali rappresentano una delle specie più diffuse nei Paesi con climi più caldi, sono responsabili della trasmissione di diverse
malattie ed una vasta gamma di virus come quello del Nilo occidentale, quello dell'encefalite di Saint Louis, e quello
dell'encefalite equina venezuelana, ed in aggiunta provocano anche la diffusione di una varietà di
parassiti, (chiamati vermi filariali), in America centrale e meridionale, in Africa ed
in Asia. Comunque sia in questo modo i ricercatori hanno, infine, osservato che le larve di zanzara infettate naturalmente da un ceppo nativo argentino di Wolbachia erano meno suscettibili a tre pesticidi batterici, (ossia il Bacillus thuringiensis israelensis, il Bacillus wiedmannii biovar thuringiensis, ed il Lysinibacillus sphaericus): due dei quali sono attualmente disponibili in commercio e vengono utilizzati in molti Paesi, appunto, per tenere a bada le popolazioni di zanzare.
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