Dimostrato che l'ipnosi può modificare il modo in cui il cervello elabora le informazioni.


Si sa, durante uno stato di veglia nella norma le informazioni vengono elaborate e condivise da varie parti del cervello per consentire risposte flessibili agli stimoli esterni. Tuttavia un gruppo di ricercatori dell'Università di Turku, grazie ad uno studio i cui risultati sono stati pubblicati in questi giorni sulla rivista Neuroscience of Consciousness, hanno scoperto che nel corso di una sessione di ipnosi il cervello passa ad uno stato dove le singole regioni agiscono in modo più indipendente l'una dall'altra. Al riguardo Henry Railo, uno dei principali autori, ha affermato: "In un normale stato di veglia diverse regioni del cervello condividono informazioni tra loro, ma durante l'ipnosi questo processo viene in un certo senso interrotto e le varie regioni del cervello non sono più sincronizzate allo stesso modo". In pratica la suddetta ricerca ha anche mostrato come il cervello può funzionare in modo abbastanza diverso durante l'ipnosi rispetto ad un consueto stato di veglia; il che potrebbe essere abbastanza interessante perché finora la misura in cui l'ipnosi modifica l'elaborazione neurale è stata fortemente dibattuta nel campo medico. Inoltre questi nuovi risultati potrebbero aiutare anche a capire meglio quali tipi di cambiamenti e meccanismi possono spiegare le alterazioni esperienziali e comportamentali attribuite proprio a tale pratica, (come, ad esempio, la passività alle suggestioni). In sostanza entrando un po' più nei dettagli nel loro nuovo lavoro gli scienziati si sono concentrati su una singola persona che è stata ampiamente esaminata in precedenza e che ha dimostrato di reagire fortemente alle suggestioni ipnotiche: si è visto, infatti, che nel corso di una sessione di ipnosi questa persona era in grado di sperimentare fenomeni che non sono tipicamente possibili in uno stato di veglia, (come, per esempio, allucinazioni vivide e controllate). In merito a ciò Jarno Tuominen, altro principale responsabile delle analisi, ha spiegato: "Anche se questi risultati non possono essere generalizzati prima che sia stata condotta una replica su un campione più ampio di partecipanti, abbiamo dimostrato che tipo di cambiamenti avvengono nell'attività neurale di una persona che reagisce all'ipnosi in modo particolarmente forte". Ad ogni modo questa è stata la prima volta che l'ipnosi è stata esaminata con nuovo metodo: gli studiosi hanno, infatti, osservato in che modo una piccola scossa elettrica indotta magneticamente si diffondeva nel cervello del paziente sia durante l'ipnosi che nell'abituale stato di veglia. Insomma, si tratta di un metodo che è stato precedentemente utilizzato per misurare i cambiamenti a livello di sistema nel cervello in vari stati di coscienza, (tra cui, ad esempio, l'anestesia, il coma ed il sonno). Comunque sia in occasione dell'indagine in questione al partecipante è stato chiesto di stare seduto immobile con gli occhi chiusi ed il suo cervello è stato messo sotto esame sia nel corso di un normale stato di veglia sia quando era ipnotizzato: quest'ultimo stato veniva indotto da una singola parola chiave; mentre le diverse condizioni erano identiche sotto ogni altro aspetto. A tal proposito lo stesso Jarno Tuominen ha, infine, concluso dichiarando: "Questo ci ha permesso di controllare i possibili effetti della configurazione sperimentale o di altri fattori, come la vigilanza".

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