Svelato che l'abuso di steroidi può portare ad una funzione testicolare compromessa di lunga durata.


Che l'utilizzo illegale di steroidi anabolizzanti ha effetti collaterali pericolosi per la salute durante il loro consumo non è di certo una novità assoluta, ma, secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori del Rigshospitalet e dell'Università di Copenhagen e pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, i danni causati da tali sostanze dopanti potrebbero coinvolgere la funzione testicolare degli uomini anche anni dopo che essi hanno smesso di abusarne. In pratica, come già risaputo, gli steroidi anabolizzanti sono forme sintetiche di testosterone ed il loro abuso è prevalente soprattutto tra gli atleti di tutto il mondo: alcune persone, ad esempio, usano questi steroidi senza prescrizione per migliorare le prestazioni atletiche oppure per ottenere un aspetto più muscoloso. Inoltre gli effetti collaterali noti di questi farmaci negli uomini includono la crescita del seno, (ovvero una condizione scientificamente nota come ginecomastia), la perdita di capelli, il restringimento dei testicoli e l'abbassamento dei livelli di testosterone, (ossia un disturbo noto come ipogonadismo ed il quale può causare una diminuzione del desiderio sessuale, disfunzioni erettili ed un basso numero di spermatozoi). Al riguardo Jon J. Rasmussen, uno dei principali autori della suddetta ricerca, ha dichiarato: "Si discute ancora se l'uso illecito di steroidi anabolizzanti causi una carenza di testosterone di lunga durata. Abbiamo identificato un ormone prodotto dalle cellule di Leydig, (cioè le cellule dei testicoli che producono testosterone), come un promettente marcatore biologico della funzione testicolare". In sostanza considerando che i livelli del sopracitato ormone nel sangue possono variare notevolmente durante il giorno ed in base alla composizione corporea, gli scienziati hanno deciso di esaminare un marcatore più stabile del testosterone, chiamato fattore 3 insulino-simile nel siero, (meglio noto con l'acromino INSL3). Ad ogni modo per il loro nuovo lavoro gli studiosi hanno reclutato un totale di 132 uomini, (la cui età variava dai 18 ai 50 anni e che avevano preso parte ad un altro esprimento nel corso del quale avevano fatto un allenamento di forza ricreativo), e li hanno suddivisi in 3 gruppi: il primo era composto da 46 soggetti che facevano ancora uso di steroidi anabolizzanti; il secondo da 42 ex-consumatori queste sostanze dopanti, (i quali riferivano di non aver assunto questi farmaci in media per 32 mesi consecutivi); ed il terzo ed ultimo gruppo formato da 44 individui che non avevano mai fatto uso dei farmaci in questione. Insomma, dai dati ottenuti a seguito delle analisi è emerso che fra gli attuali utilizzatori di steroidi l'INSL3 risultava essere notevolmente soppresso rispetto agli ex-consumatori ed a quelli che non ne avevano mai fatto uso. Per di più sempre rispetto agli uomini che non avevano mai assunto steroidi, quelli che avevano smesso di farne uso possedevano concentrazioni dell'INSL3 più basse: 0,39 contro 0,59 microgrammi per litro. In aggiunta si è visto anche che più lunga era la durata dell'impiego di steroidi da parte degli uomini, più bassi erano i loro livelli dell'INSL3. Comunque sia a tal proposito lo stesso Jon J. Rasmussen ha, infine, concluso spiegando: "I nostri risultati suggeriscono una capacità gonadica compromessa di lunga durata nei precedenti utilizzatori di steroidi anabolizzanti. Anche se la differenza clinicamente rilevante nei livelli dell'INSL3 non è ancora nota, (perché la misurazione dell'INSL3 è principalmente riservata per la ricerca), i nostri risultati indicano che gli ex-utilizzatori di steroidi possono avere un aumentato rischio di ipogonadismo più tardi nella vita. I risultati sollevano la questione se alcuni precedenti consumatori di steroidi anabolizzanti dovrebbero ricevere una terapia di stimolazione medica per aumentare la capacità delle cellule di Leydig nei testicoli. Questa terapia includerebbe farmaci utilizzati per bloccare la produzione di estrogeni oppure la loro conversione in testosterone, come, ad esempio, gli inibitori dell'aromatasi ed i modulatori selettivi del recettore degli estrogeni".

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