Scovata una sostanza negli avocado che potrebbe essere usata per combattere la leucemia.


Apparentemente un composto presente nell'avocado potrebbe offrire un percorso per un migliore trattamento della leucemia; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere alcuni ricercatori dell'Università di Guelph, dell'Università di Waterloo, del Princess Margaret Hospital, del Robarts Research Institute, della McMaster University, dell'Università del Colorado e dell'Università di Pittsburgh per mezzo di uno studio i cui risultati sono stati pubblicati di recente sulla rivista Blood. Al riguardo Paul Spagnuolo, uno dei principali autori, ha affermato: "Tale composto prende di mira un enzima che abbiamo identificato per la prima volta come critico per la crescita delle cellule tumorali". In pratica gli scienziati si sono concentrati soprattutto sulla leucemia mieloide acuta, (nota anche con la sigla LMA), vale a dire la forma più devastante di questa neoplasia del sangue: la maggior parte dei casi si verifica, infatti, in persone di età superiore ai 65 anni, e meno del 10% di esse sopravvive 5 anni dopo la diagnosi. In merito a ciò lo stesso Paul Spagnuolo ha proseguito spiegando: "Le cellule leucemiche hanno maggiori quantità di un enzima chiamato VLCAD coinvolto nel loro metabolismo. La cellula si affida a questo percorso per sopravvivere. Questa è la prima volta che il VLCAD è stato identificato come un bersaglio in qualsiasi cancro. Abbiamo esaminato le sostanze nutraceutiche tra numerosi composti, alla ricerca di qualsiasi sostanza che potrebbe inibire l'enzima. Ebbene, il migliore che abbiamo trovato deriva dall'avocado ed è un probabile candidato per la terapia farmacologica". In sostanza, sebbene precedentemente i medesimi studiosi abbiano analizzato l'avocatina B, (ossia una molecola grassa che si trova, appunto, solo negli avocado), per un potenziale impiego nella prevenzione del diabete e nella gestione dell'obesità, adesso si sono detti ansiosi di vederla utilizzata nei pazienti colpiti dalla leucemia. A tal proposito Paul Spagnuolo ha coninuato dichiarando: "Il VLCAD può essere un buon marcatore per identificare i pazienti adatti a questo tipo di terapia. Può anche essere un marcatore per misurare l'attività del farmaco. Questo pone le basi per un eventuale uso di questa molecola in studi clinici umani". Ad ogni modo, secondo recenti stime, attualmente circa la metà dei pazienti over 65 con diagnosi di LMA entrano in cure palliative; mentre altri si sottopongono alla chemioterapia: si tratta, però, di trattamenti farmacologici puttosto tossici che possono finire per uccidere i pazienti. Al riguardo lo stesso Paul Spagnuolo ha, infine, concluso sostenendo: "C'è stata una spinta a trovare farmaci meno tossici che possono essere utilizzati. Durante il nostro precedente lavoro con l'avocadina B abbiamo completato uno studio umano su pazienti diabetici con degli integratori orali e siamo stati in grado di dimostrare che quantità apprezzabili sono abbastanza ben tollerate".

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