Audacity potrebbe essere diventato uno "spyware potenzialmente pericoloso".


Tutti quelli che lavorano nel mondo della musica, (come professionisti o dilettanti), e più in generale nel mondo della creazione di contenuti multimediali conosceranno sicuramente Audacity: un famoso software per l'editing audio multitraccia e multipiattaforma molto utile disponibile per Windows e Mac, scaricato da decine di milioni di utenti e che permette, appunto, di modificare e manipolare flussi audio in modo complesso, (intervenendo su diversi parametri come, ad esempio, il volume, la velocità, l'intonazione, il formato dei file salvati e la normalizzazione), e soprattutto in maniera del tutto gratuita. Ebbene pare proprio ci sia una brutta notizia per tutti coloro che utilizzano spesso tale programma: negli ultimi giorni l'azienda che lo distribuisce ne ha modificato in parte il funzionamento e per questo motivo il software è stato classificato dagli osservatori di Fosspost come uno "spyware potenzialmente pericoloso". In pratica il tutto ha avuto inizio dopo l'acquisizione di Audacity da parte di Muse Group, (un'azienda con sede principale in Russia e che sviluppa software in ambito musicale, tra cui Ultimate Guitar, StaffPad, MuseScore, MuseClass e Tonebridge), la quale dopo essersene appropriata sembra aver dotato il programma della capacità di spedire numerosi dati degli utenti all'esterno del loro computer: questa novità è stata scovata dagli utenti ed è finita sotto i riflettori proprio dopo il suddetto intervento della sito Fosspost, che ha sottolineato come dallo scorso 2 Luglio il gruppo abbia modificato anche i termini di utilizzo di Audacity relativi alla privacy degli utenti. In sostanza nel documento riportato dal sito in questione viene spiegato che tra le informazioni che il software sarà in grado di trasmettere via Internet ci sono: il nome e la versione del sistema operativo in uso; il Paese di provenienza degli utenti; gli errori all'interno dell'app; e "qualunque tipo di dato necessario alle forze dell'ordine", che gli sviluppatori forniranno su richiesta; per farla reve tutti questi dati dati verranno memorizzati all'interno di server presenti nello spazio economico europeo, ma potranno essere "occasionalmente" inoltrati presso gli uffici centrali in Russia e negli USA. Tuttavia, considerando che al giorno d'oggi molti altri programmi ed applicazioni fanno la medesima cosa, fin qui non ci sarebbe nulla di così eclatante, se non fosse per il fatto che per sua natura Audacity non svolge nessuna attività per cui sia realmente necessaria una connessione ad Internet: secondo le accuse, Muse Group avrebbe in concreto modificato un prodotto che funziona, dandogli la capacità di raccogliere informazioni su chi lo usa. Inoltre, sebbene il software rimarrà gratuito e prima era il frutto del lavoro di alcuni volontari, adesso a gestirlo c'è un'azienda che ovviamente desidererà un ritorno economico ed, stando all'accusa dei più scettici sulla vicenda, il pagamento sarà corrisposto dagli utenti, appunto, sotto forma dei propri dati personali. Comunque sia ci sarebbe da dire anche che dal canto suo Muse Group ha già risposto alle varie accuse limitandosi però ad affermare di avere intenzione di spiegare meglio le modifiche apportate all'informativa sulla privacy; per questo motivo fra gli esperti c'è chi sta già consigliando di disinstallare Audacity dai propri dispositivi in attesa di eventuali chiarimenti: tra le principali alternative gratuite suggerite appaiono Audiodope ed OcenAudio, oppure le versioni precedenti alla 3.0 dello stesso software in questione, che essendo open source saranno, infine, riprese in mano da altri volontari e portate avanti in maniera più trasparente possibile.

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