In questi giorni due team internazionali di ricercatori hanno pubblicato tre studi sulla rivista Science, (leggibili rispettivamente qua, qua e qua), tramite i quali hanno annunciato la scoperta, avvenuta nel sito archeologico di Nesher Ramla, di una nuova tipologia di uomo primitivo, datato da 140.000 a 120.000 anni fa: secondo gli scienziati, la morfologia di quelli che sono stati ribattezzati proprio "Homo di Nesher Ramla" condivide caratteristiche sia con i Neanderthal, (soprattutto per quanto riguarda i denti e le mascelle), che con l'Homo arcaico, (in particolare il cranio); ma allo stesso tempo questo tipo di ominide risulta essere molto diverso dagli umani moderni, mostrando una struttura del cranio completamente diversa, nessun mento e denti molto grandi. Inoltre a seguito dei risultati delle loro ricerche gli studiosi hanno ritenuto che gli Homo di Nesher Ramla siano la popolazione "sorgente" da cui si è sviluppata la maggior parte degli esseri umani del Pleistocene medio, ed hanno suggerito che il gruppo da loro ritrovato rappresenta la cosiddetta "popolazione mancante" che si è accoppiata con l'Homo sapiens, arrivato nella regione circa 200.000 anni fa, (come stabilito da un altro recente studio condotto sui fossili trovati nella grotta di Misliya). Al riguado Israel Hershkovitz, dell'Università di Tel Aviv nonché uno dei principali autori dei primi due lavori, ha affermato: "La scoperta di un nuovo tipo di Homo è di grande importanza scientifica. Ci permette di dare un nuovo senso ai fossili umani trovati in precedenza, aggiungere un altro pezzo al puzzle dell'evoluzione umana e ci fa capire meglio le migrazioni degli umani nel vecchio mondo. Anche se sono vissuti così tanto tempo fa, nel tardo Pleistocene medio, (ossia 474.000-130.000 anni fa), il popolo di Nesher Ramla può raccontarci una storia affascinante, rivelando molto sull'evoluzione e sul modo di vivere dei loro discendenti". In pratica entrano un po' più nei dettagli l'importante fossile umano è stato trovato, come già anticipato, durante gli scavi di recupero nel sito preistorico di Nesher Ramla, nell'area mineraria del cementificio Nesher, vicino alla città di Ramla: scavando a circa 8 metri di profondità i ricercatori hanno trovato grandi quantità di ossa di animali, (tra cui cavalli, daini ed uri), così come strumenti di pietra e resti scheletrici di esseri umani. Successivamente gli scienziati ha identificato la morfologia di tali ossa come appartenenti ad un nuovo tipo di ominide, precedentemente sconosciuto alla comunità scientifica: si tratta del primo tipo di Homo ad essere definito in Israele e, secondo la pratica comune, è stato, appunto, chiamato con il nome del sito in cui è stato scoperto, (ossia, come già detto, Homo di Nesher Ramla). In merito a ciò Yossi Zaidner, dell'Istituto di Archeologia dell'Università Ebraica di Gerusalemme ed anch'egli principale responsaible delle prime due indagini in questione, ha spiegato: "Questa è una scoperta straordinaria. Non avevamo mai immaginato che accanto all'Homo sapiens, l'Homo arcaico vagasse nella zona così tardi nella storia dell'uomo. I reperti archeologici associati ai fossili umani mostrano che "l'Homo di Nesher Ramla" possedeva tecnologie avanzate di produzione di utensili in pietra e molto probabilmente ha interagito con l'Homo sapiens locale". Mentre lo stesso Israel Hershkovitz ha poi proseguito dichiarando: "La scoperta dell'Homo di Nesher Ramla sfida l'ipotesi prevalente che i Neanderthal hanno avuto origine in Europa. Prima di queste nuove scoperte la maggior parte dei ricercatori credeva che i Neanderthal fossero una "storia Europea", in cui piccoli gruppi di Neanderthal furono costretti a migrare verso Sud per sfuggire ai ghiacciai in espansione, con alcuni che arrivarono nella Terra di Israele circa 70.000 anni fa. I fossili di Nesher Ramla ci fanno mettere in discussione questa teoria, suggerendo che gli antenati dei Neanderthal europei vivevano nel Levante già 400.000 anni fa, migrando ripetutamente verso Ovest in Europa e verso Est in Asia. Infatti i nostri risultati implicano che i famosi Neanderthal dell'Europa occidentale sono solo i resti di una popolazione molto più grande che viveva qui nel Levante; e non il contrario". Ad ogni modo, secondo quanto ha fatto sapere Hila May, (esperta dell'Università di Tel Aviv, nonché una delle principali autrici dei primi due studi), nonostante l'assenza di DNA in questi fossili, i risultati ottenuti offrono una soluzione ad un grande mistero nell'evoluzione dell'uomo: «Come hanno fatto i geni dell'Homo sapiens a penetrare nella popolazione Neanderthal che presumibilmente viveva in Europa molto prima dell'arrivo dell'Homo sapiens?». In sostanza i genetisti che hanno studiato il DNA dei Neanderthal europei hanno precedentemente suggerito l'esistenza di una popolazione simile ai tali ominidi che hanno chiamato la "popolazione mancante" o la "popolazione X", la quale più di 200.000 anni fa si era accoppiò con l'Homo sapiens: ora, come già spiegato, le suddette nuove osservazioni hanno indicato che l'Homo di Nesher Ramla potrebbe rappresentare questa popolazione, finora mancante dai registri di fossili umani. Tra l'altro gli studiosi hanno proposto che questa tipologia di esseri umani non sono gli unici del loro genere scoperti nella regione, e che alcuni fossili umani trovati precedentemente in Israele, che hanno lasciato perplessi per anni gli antropologi di tutto il mondo, (come, ad esempio, i fossili della grotta Tabun risalenti a circa 160.000 anni fa; quelli della grotta Zuttiyeh di 250.000 anni fa; e della grotta Qesem datati a 400.000 anni fa), appartengono tutti al nuovo gruppo di uomini in questione. Comunque sia a tal proposito Rachel Sarig, anch'essa dell'Università di Tel Aviv ed una delle principali responsabili delle sopracitate analisi, ha sostenuto: "La gente pensa per paradigmi. Ecco perché si è cercato di attribuire questi fossili a gruppi umani conosciuti come Homo sapiens, Homo erectus, Homo heidelbergensis oppure i Neanderthal. Ma ora diciamo: No. Questo è un gruppo a sé, con tratti e caratteristiche distinte. In una fase successiva piccoli gruppi di Homo di Nesher Ramla migrarono in Europa, dove si evolsero nei "classici" Neanderthal che conosciamo, ed anche in Asia, dove divennero popolazioni arcaiche con caratteristiche simili ai Neanderthal. In quanto incrocio tra l'Africa, l'Europa e l'Asia, la Terra d'Israele è servita come un crogiolo dove diverse popolazioni umane si sono mescolate tra loro, per poi diffondersi in tutto il Vecchio Mondo. La scoperta del sito di Nesher Ramla scrive un nuovo ed affascinante capitolo nella storia dell'umanità". Invece Gerhard Weber, professore associato dell'Università di Vienna e tra gli autori del secondo lavoro, ha, infine, concluso commentando: "La storia dell'evoluzione dei Neanderthal sarà raccontata diversamente dopo questa scoperta. L'Europa non è stata l'esclusivo refugium dei Neanderthal da dove si sono occasionalmente diffusi in Asia occidentale. Pensiamo che ci sia stato molto più scambio laterale in Eurasia, e che il Levante sia geograficamente un punto di partenza cruciale; o almeno una "testa di ponte" per questo processo".
Di seguito un reportage pubblicato dai ricercatori dell'Università di Tel Aviv:
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