Svelato il mistero vecchio di 40 anni riguardante l'aurora a raggi X di Giove.


Ultimamente un team internazionale di ricercatori ha pubblicato uno studio sulla rivista Science Advances, con il quale hanno annunciato di aver risolto un mistero vecchio di decenni su come Giove produce una spettacolare esplosione di raggi X ogni pochi minuti. In pratica quest'ultimi fanno parte dell'aurora del gigante gassoso, vale a dire esplosioni di luce visibile ed invisibile che si verificano quando le particelle cariche interagiscono con l'atmosfera del pianeta: un fenomeno simile si verifica anche sulla Terra, creando l'aurora boreale, ma quella di Giove è molto più potente, rilasciando centinaia di gigawatt di energia, abbastanza per alimentare brevemente tutta la civiltà umana. In sostanza nel corso della suddetta ricerca gli scienziati hanno combinato le osservazioni ravvicinate dell'ambiente del gigante gassoso effettuate continuamente per un periodo di 26 ore da parte del satellite Juno della NASA, (attualmente in orbita intorno al pianeta), con misure simultanee di raggi X dall'osservatorio XMM-Newton dell'Agenzia Spaziale Europea, (che si trova nell'orbita della Terra). Insomma, così facendo gli studiosi hanno scoperto che i brillamenti di raggi X sono innescati da vibrazioni periodiche delle linee del campo magnetico di Giove: queste vibrazioni creano onde di plasma, (cioè gas ionizzato), che inviano particelle di ioni pesanti a "surfare" lungo le linee di campo magnetico fino a quando si schiantano nell'atmosfera del pianeta, rilasciando energia, appunto, sotto forma di raggi X; il tutto è stato poi confermato tramite apposite modellazioni computerizzate, le quali hanno dimostrato come le onde di plasma possono effettivamente guidare le particelle pesanti verso l'atmosfera del pianeta. Al riguardo William Dunn, dell'UCL Mullard Space Science Laboratory, nonché uno dei principali autori della suddetta ricerca, ha spiegato: "Abbiamo visto Giove produrre aurore a raggi X per decennale, ma non sapevamo come questo accadesse. Sapevamo solo che venivano prodotte quando gli ioni si schiantavano nell'atmosfera del pianeta. Ora sappiamo che questi ioni sono trasportati da onde di plasma: una spiegazione che non è stata proposta prima, anche se un processo simile produce l'aurora terrestre. Quindi potrebbe essere un fenomeno universale, presente in molti ambienti diversi nello spazio". In concreto, come già anticipato, le aurore a raggi X si verificano ai poli del gigante gassoso, spesso con una precisione cronometria: durante le ultime osservazioni Giove produceva, infatti, raffiche di raggi X ogni 27 minuti esatti. Inoltre è stato anche rilevato che le particelle di ioni carichi che colpiscono l'atmosfera del pianeta hanno origine dal gas vulcanico che si riversa nello spazio dai vulcani giganti presenti su Io, (ovvero uno dei 79 satelliti naturali di Giove): tale gas viene ionizzato, (il che significa che i suoi atomi vengono spogliati degli elettroni), a causa di collisioni nell'ambiente immediato del gigante gassoso, formando una ciambella di plasma che circonda il pianeta. Tuttavia, sebbene il motivo per cui le linee del campo magnetico del pianeta, (che risulta essere estremamente forte: circa 20.000 volte quello della Terra), vibrino periodicamente non sia ancora chiaro, secondo gli esperti, la vibrazione potrebbe derivare da interazioni con il vento solare e/o da flussi di plasma ad alta velocità all'interno della magnetosfera di Giove, (la quale di conseguenza è veramente grande: se fosse visibile nel cielo notturno, coprirebbe, infatti, una regione grande diverse volte la Luna). In merito a ciò Zhonghua Yao, della Chinese Academy of Sciences ed anch'egli tra i principali responsabili del nuovo lavoro, ha affermato: "Ora che abbiamo identificato questo processo fondamentale, ci sono molte possibilità di dove potrebbe essere studiato in seguito. Processi simili si verificano probabilmente intorno a Saturno, Urano, Nettuno e presumibilmente anche agli esopianeti, con diversi tipi di particelle cariche che "surfano le onde"". Mentre Graziella Branduardi-Raymont, anche lei dell'UCL Mullard Space Science Laboratory ed una delle principali autrici dell'indagine in questione, ha, infine, concluso aggiungendo: "I raggi X sono tipicamente prodotti da fenomeni estremamente potenti e violenti come i buchi neri e le stelle di neutroni, quindi sembra strano che anche semplici pianeti li producano. Non potremo mai visitare i buchi neri, poiché sono al di là dei viaggi spaziali, ma Giove è sulla nostra porta di casa. Con l'arrivo del satellite Juno nell'orbita di Giove gli astronomi hanno ora una fantastica opportunità di studiare da vicino un ambiente che produce raggi X".

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