Appurato che l'apprendimento delle lingue straniere può influenzare l'elaborazione della musica nel cervello.
Nel corso degli anni la comunità scientifica ha mostrato che avere un hobby legato al mondo della musica può aumentare le proprie competenze linguistiche ed influire sull'elaborazione del discorso nel cervello. Tuttavia adesso alcuni ricercatori dell'Università di Helsinki e del McGovern Institute for Brain Research, a seguito di un recente studio pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex, hanno constatato che può accadere anche il contrario: imparare le lingue straniere può condizionare l'elaborazione della musica nel cervello. In pratica durante questa nuova ricerca gli scienziati hanno esaminato il legame cerebrale tra l'acquisizione del linguaggio e l'elaborazione della musica in un gruppo di alunni cinesi della scuola elementare di 8-11 anni, monitorando per un anno scolastico quelli che avevano preso parte ad un programma di formazione musicale ed un programma simile per la lingua inglese. Inoltre le risposte cerebrali associate all'elaborazione uditiva sono state misurate nei bambini prima e dopo tali programmi ed i risultati sono stati poi confrontati con quelli dei bambini che avevano frequentato altri programmi di formazione. Al riguardo Mari Tervaniemi, una delle principali autrici di questo lavoro, ha spiegato: "I nostri risultati hanno dimostrato che sia la musica che il programma di lingua hanno avuto un impatto sull'elaborazione neurale dei segnali uditivi. Sorprendentemente la partecipazione al programma di formazione in inglese ha migliorato l'elaborazione dei suoni musicalmente rilevanti, in particolare in termini di elaborazione del tono: una possibile spiegazione di questo risultato è il background linguistico dei bambini. Cosiderando che la comprensione del cinese, (che è una lingua tonale), è in gran parte basata sulla percezione del tono, ciò ha potenzialmente fornito ai soggetti dello studio la capacità di utilizzare proprio questa caratteristica quando imparano cose nuove. Ecco perché frequentare il programma di formazione linguistica ha facilitato i primi processi uditivi neurali più della formazione musicale". Ed ha poi proseguito dichiarando: "I nostri risultati supportano la nozione che le funzioni cerebrali musicali e linguistiche sono strettamente collegate nel cervello in via di sviluppo. Sia la musica che l'acquisizione del linguaggio modulano la percezione uditiva. Tuttavia, se producono risultati simili o diversi nel cervello in via di sviluppo dei bambini in età scolare non è stato sistematicamente indagato in studi precedenti". Ad ogni modo entrando un po' più nei particolari, all'inizio dei programmi di formazione il numero di bambini studiati tramite registrazioni elettroencefalografiche era di 120, dei quali più di 80 si sono sottoposti alle medesime registrazioni anche un anno dopo aver frequentato il programma. Tra l'altro in occasione del training musicale i bambini hanno avuto l'opportunità di cantare molto: è stato insegnato loro, infatti, a cantare leggendo sia i segni delle mani che gli spartiti; mentre il programma di formazione linguistica ha enfatizzato la combinazione della lingua inglese, (la quale allo stesso tempo impiega anche un ortografia diversa da quella cinese), parlata e scritta, in quello che viene definito come "apprendimento simultaneo". Per di più le sessioni del programma, (della durata di un'ora), si sono tenute 2 volte a settimana dopo l'orario di scuola nei locali dello stesso istituto per tutto l'anno scolastico, con circa 20 bambini e 2 insegnanti alla volta. A tal poposito Sha Tao, altra principale responsabile dell'indagine in questione, ha, infine, concluso affermando: "In entrambi i programmi i bambini hanno apprezzato il contenuto delle lezioni che era molto interattivo ed aveva molti mezzi per sostenere la comunicazione tra i bambini e l'insegnante".
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