Osservato in che modo l'inquinamento atmosferico può ridurre il numero degli spermatozoi.


Da diverso tempo la comunità scientifica sa che, (fra i vari problemi di salute), l'inquinamento atmosferico può aumentare il rischio di disturbi come l'obesità, il diabete e l'infertilità, ma finora non era mai riuscita a comprendere a pieno il meccanismo esatto di come ciò accade. Tuttavia recentemente alcuni i ricercatori dell'University of Maryland School of Medicine, tramite uno studio condotto su modello murino ed i cui risultati sono stati pubblicati un paio di mesi fa sulla rivista Environmental Health Perspectives, hanno dimostrato in che modo questa forma d'inquinamento riduce il numero di spermatozoi, causando un'infiammazione nel cervello. In pratica, sebbene fosse già risaputo che il cervello ha una linea diretta con gli organi riproduttivi che influenzano la fertilità ed il numero di spermatozoi in condizioni di stress, (ad esempio, nelle donne lo stress emotivo può portare ad un'alterazione dei periodi mestruali), adesso gli scienziati sono riusciti a capire in che modo respirare aria inquinata può abbassare la fertilità. Al riguardo Zhekang Ying, uno dei principali autori della suddetta ricerca, ha spiegato: "I nostri risultati hanno dimostrato che il danno dovuto all'inquinamento atmosferico, (almeno per quanto riguarda il numero di spermatozoi), potrebbe essere rimediato rimuovendo un singolo marcatore d'infiammazione nel cervello dei topi, suggerendo che potremmo essere in grado di sviluppare terapie che potrebbero prevenire o invertire gli effetti dannosi dell'inquinamento atmosferico sulla fertilità". Mentre Charles Hong, altro principale responsabile degli esami, è andato avanti aggiungendo: "Questi risultati hanno implicazioni più ampie oltre alla fertilità, in quanto ci sono molte condizioni, (come, per esempio la pressione alta, diabete e malattie cardiache), che possono derivare da un'infiammazione del cervello provocata dall'inquinamento atmosferico". In sostanza, secondo recenti stime, circa il 92% della popolazione mondiale vive in aree in cui il livello di particelle sottili nell'aria di diametro inferiore a 2,5 micrometri supera gli standard minimi di sicurezza fissati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, (nota anche con l'acronimo OMS): si tratta di particelle possono provenire da fonti come, per esempio, lo scarico delle auto, le emissioni delle fabbriche, gli incendi selvaggi e le stufe a legna. Inoltre lavori clinici passati hanno assodato che i topi da laboratorio esposti all'inquinamento atmosferico non sempre sviluppano un'infiammazione dei testicoli; il che significava che qualche altro meccanismo era potenzialmente responsabile della riduzione del numero di spermatozoi. Insomma, conoscendo il legame diretto tra il cervello e gli organi sessuali, nel corso delle sopracitate loro analisi gli studiosi hanno deciso di verificare se l'inquinamento atmosferico potesse essere responsabile direttamente dell'aumento del rischio d'infiammazione nel cervello: per fare ciò hanno condotto degli esperimenti su un gruppo di roditori sani ed un gruppo di esemplari geneticamente modificati per essere privati di un marcatore di infiammazione cerebrale, (chiamato Inhibitor KappaB Kinase 2 oppure IKK2, e specificamente situato nei neuroni), li hanno esposti ad aria filtrata oppure all'inquinamento atmosferico e successivamente hanno calcolato il numero di spermatozoi in entrambi i gruppi; per farla breve così facendo si è visto che i topi da laboratorio privi del marcatore di infiammazione IKK2 non avevano subìto riduzioni nel numero di spermatozoi quando esposti all'aria inquinata, a differenza dei topi sani. Ad ogni modo in una seconda fase del loro studio i ricercatori hanno rimosso l'IKK2 da specifici neuroni per determinare più precisamente come l'inquinamento atmosferico era capace di portare ad un numero inferiore di spermatozoi, ed hanno scoperto che un particolare tipo di neurone normalmente associato al ciclo del sonno ed all'obesità era anche responsabile di questa riduzione del numero di spermatozoi dovuta all'inquinamento atmosferico: si tratta di neuroni si trovano tipicamente nell'ipotalamo, vale a dire una parte del cervello che controlla, (tra le altre cose), la fame, la sete ed il desiderio sessuale, e che lavora anche con la ghiandola pituitaria per produrre ormoni che comunicano direttamente con gli organi riproduttivi. A tal proposito lo stesso Zhekang Ying ha proseguito dichiarando: "Guardando indietro, ha perfettamente senso che i neuroni dell'ipotalamo siano i colpevoli che perpetuano questa risposta infiammatoria che si traduce in un basso numero di spermatozoi, in quanto sappiamo che l'ipotalamo è un importante collegamento di percorso tra il cervello ed il sistema riproduttivo". Invece E. Albert Reece, vicepresidente esecutivo per gli affari medici dell'ateneo di cui sopra, il quale, però, non ha preso parte all'indagine in questione, ha, infine, commentato: "L'inquinamento ambientale è un problema di equità in quanto alcuni individui che sono poveri o di colore tendono ad affrontare condizioni di salute più gravi a causa della maggiore esposizione. È importante esplorare i meccanismi con cui l'inquinamento colpisce il corpo, in modo da poter ideare modi per prevenire o trattare queste condizioni per eliminare queste disparità di salute".

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