Secondo una nuova teoria, gli avi dei primati lasciarono gli alberi per sopravvivere all'asteroide che uccise i dinosauri.


Quando un asteroide colpì la Terra circa 66 milioni di anni fa e spazzò via i dinosauri e tre quarti della vita sul pianeta, i primi antenati dei primati e dei marsupiali furono tra i soli mammiferi arboricoli a sopravvivere; o almeno questa è l'ipotesi avanzata di recente da alcuni ricercatori della Cornell University, della City University of New York, dell'Università di Yale e dell'Università di Cambridge per mezzo di uno studio pubblicato sulla rivista Ecology and Evolution. In pratica le specie degli arboricoli era particolarmente a rischio di estinzione a causa della deforestazione globale dovuta agli incendi causati dall'impatto dell'asteroide in questione, ma, grazie a modelli computerizzati, dati fossili ed informazioni provenienti da mammiferi attualmente viventi, gli scienziati hanno rivelato che la maggior parte dei mammiferi sopravvissuti al suddetto impatto non viveva sugli alberi, e che quei pochi mammiferi arboricoli che ancora ci vivevano, (compresi gli antenati umani), possono essere stati abbastanza versatili da adattarsi alla perdita di alberi; il che indica l'influenza di questo evento di estinzione, (noto come limite Cretaceo-Paleogene o K-Pg), nel modellare l'evoluzione e la diversificazione dei mammiferi. Al riguardo Jonathan Hughes, uno dei principali autori della sopracitata ricerca, ha affermato: "Una possibile spiegazione di come i primati siano sopravvissuti al limite K-Pg, nonostante fossero arboricoli, potrebbe essere dovuta ad una certa flessibilità comportamentale, che potrebbe essere stata un fattore fondamentale che ha permesso loro di sopravvivere". Ed ha poi proseguito spiegando: "I primi mammiferi apparvero sulla Terra circa 300 milioni di anni fa e potrebbero essersi diversificati in tandem con un'espansione delle piante da fiore circa 20 milioni di anni prima dell'evento K-Pg. Quando l'asteroide ha impattato con il pianeta, molte di queste stirpi di mammiferi si sono estinte. Allo stesso tempo i mammiferi che sono sopravvissuti si sono diversificati in tutte le nuove nicchie ecologiche che si sono sviluppate quando i dinosauri ed altre specie si sono estinte". Ad ogni modo nel corso del loro nuovo lavoro gli studiosi hanno preso in esame delle filogenesi, (ossia ramificazioni, diagrammi ad albero che mostrano la parentela evolutiva tra gruppi di organismi), pubblicate da studi precedenti e riguardanti i mammiferi: hanno poi classificato ogni mammifero vivente su quelle filogenesi in tre categorie, (cioè arboricoli, semi-arboricoli e non-arboricoli), in base ai loro habitat preferiti, ed hanno anche progettato modelli computerizzati i quali a loro volta hanno ricostruito la storia evolutiva dei mammiferi. Inoltre considerando che i fossili di mammiferi intorno al limite K-Pg sono molto rari e sono difficili da usare per interpretare la preferenza dell'habitat di un animale, i ricercatori hanno deciso di confrontare le informazioni conosciute dai mammiferi viventi con quelle dei fossili disponibili in modo da fornire un contesto aggiuntivo ai loro risultati. Insomma, generalmente i modelli creati dagli scienziati hanno mostrato che, come già anticipato, le specie sopravvissute al limite K-Pg erano prevalentemente non-arboricole, con due possibili eccezioni: gli antenati dei primati ed i loro parenti più prossimi, (che sono risultati essere arboricoli proprio prima dell'evento catastrofico di cui sopra in ogni modello), ed i marsupiali, (che sono stati trovati essere arboricoli nella metà delle ricostruzioni dei modelli). Comunque sia gli studiosi hanno anche esaminato in che modo i mammiferi in quanto gruppo possono essere cambiati nel corso tempo. A tal proposito lo stesso Jonathan Hughes ha, infine, concluso dichiarando: "Siamo stati in grado di vedere che fino all'evento K-Pg, intorno a quel lasso di tempo, c'è stato un grande picco nelle transizioni da arboricoli e semi-arboricoli a non-arboricoli, quindi il fatto non è soltanto che abbiamo visto per lo più delle specie non-arboricole, ma anche che le cose si allontanarono rapidamente dalla realtà arboricola".

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