Dopo decenni di dubbi ed incertezze, la comunità scientifica ha finalmente confermato l'esistenza di "trappole fredde" di anidride carbonica sulla Luna, che potrebbero potenzialmente contenere anidride carbonica solida: si tratta di una scoperta effettuata negli ultimi mesi da parte di alcuni ricercatori del Planetary Science Institute, dell'Università della California, Los Angeles e della Southern Methodist University, attraverso uno studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, e la quale probabilmente avrà una grande influenza nel plasmare le future missioni lunari e potrebbe avere un impatto sulla fattibilità di una presenza robotica o umana prolungata sul satellite naturale della Terra. In pratica, stando a quanto osservato dagli scienziati, nelle regioni permanentemente in ombra ai poli della Luna, le temperature scendono al di sotto di quelle delle zone più fredde di Plutone, permettendo, appunto, la formazione di "trappole fredde" di anidride carbonica, in cui le molecole di tale elemento chimico potrebbero congelarsi e rimanere in forma solida anche durante le temperature massime dell'estate lunare. Inoltre, come già anticipato, secondo gli esperti, i futuri esploratori umani o robot potrebbero l'anidride carbonica solida contenuta in queste "trappole fredde" per produrre carburante o materiali per soggiorni lunari più lunghi; senza contare che l'ossido acido in questione, (insieme ad altre potenziali sostanze organiche volatili), potrebbe anche aiutare a capire meglio l'origine dell'acqua e di altri elementi presenti sul satellite naturale. Ad ogni modo sebbene le suddette "trappole fredde" siano state previste dagli esperti planetari per anni, questo nuovo studio è stato il primo a stabilire con certezza ed a mappare la loro presenza: per trovare i punti più freddi sulla superficie lunare, gli studiosi hanno analizzato 11 anni di dati riguardanti la temperatura della Luna raccolti dal Diviner Lunar Radiometer Experiment, (ovvero uno strumento che vola a bordo del Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA). Tra l'altro questa nuova ricerca, che ha riportato relazioni di grande impatto e di breve formato con implicazioni immediate che abbracciano tutte le scienze della Terra e dello spazio, ha mostrato che queste "trappole fredde" includono diverse sacche concentrate intorno al polo sud lunare: l'area totale di queste strutture di anidride carbonica ammonta a 204 km², con l'area più grande nel Cratere Amundsen che ospita 82 km² di "trappole"; si tratta di aree le cui temperature rimangono continuamente sotto i 60 °K, (equivalenti a quasi -214 °C o circa -352 °F). Tuttavia, sempre secondo i ricercatori, nonostante l'esistenza di "trappole fredde" di anidride carbonica non garantisce l'esistenza di anidride carbonica solida sulla Luna, la verifica effettuata ha reso altamente probabile che le missioni future potrebbero trovare ghiaccio di anidride carbonica lì. Al riguardo Norbert Schörghofer, uno dei principali autori del sopracitato lavoro, ha affermato: "Penso che quando ho iniziato, la domanda era: "Possiamo dire con certezza che ci sono trappole fredde di anidride carbonica sulla Luna oppure no? La mia sorpresa è stata vedere che sono effettivamente ed indubbiamente lì. Sarebbe potuto essere che non avremmo stabilire la loro esistenza, sarebbero potuti essere dei pixel su una mappa. Quindi penso che la sorpresa sia stata che abbiamo davvero trovato regioni contigue che sono abbastanza fredde, senza dubbio". In ogni caso, come già detto, l'esistenza di "trappole" di anidride carbonica sul satellite naturale della Terra avrà probabilmente implicazioni per la pianificazione della futura esplorazione lunare e per la politica internazionale riguardante la risorsa: se c'è davvero anidride carbonica solida in queste strutture fredde, essa potrebbe potenzialmente essere utilizzata in una varietà di modi. Ad esempio, i futuri esploratori spaziali potrebbero utilizzare la risorsa nella produzione di acciaio, nonché di carburante per razzi e biomateriali, che sarebbero entrambi essenziali per una presenza di lunga durata di robot o umani sulla Luna; il che rappresenta un grande potenziale che ha già attirato l'interesse di diversi governi ed aziende private. Comunque sia, grazie a questa scoperta, gli scienziati potrebbero anche studiare il carbonio lunare per capire come si formano i composti organici e che tipo di molecole possono essere prodotte naturalmente in questi ambienti difficili. A tal proposito Paul Hayne, ricercatore planetario presso l'Università del Colorado, Boulder che, però, non è stato coinvolto nell'indagine in questione, ha, infine, concluso spiegando: "Le "trappole fredde" di anidride carbonica potrebbero anche aiutare gli studiosi a rispondere a domande di lunga data sulle origini dell'acqua e di altri elementi volatili nel sistema Terra-Luna. L'anidride carbonica potrebbe essere un tracciante per le fonti di acqua ed altri volatili sulla superficie lunare, aiutando gli scienziati a capire come sono arrivati sulla Luna e sulla Terra. Questi dovrebbero essere siti ad alta priorità per le future missioni terrestri. Ciò indica in qualche modo dove si potrebbe andare sulla superficie lunare per rispondere ad alcune di queste grandi domande sugli elementi volatili sulla Luna e la loro distribuzione da altre parti del Sistema Solare".
Di seguito alcune immagini riguardanti queste "trappole fredde":
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