Constatato che il veleno della lumaca conica potrebbe essere utilizzato per trattare il diabete.


Si sa, la lumaca conica C. geographus è un animale marino in grado di sputare un potente veleno simile all'insulina che può paralizzare la sua preda, ma sembra che alcune varianti di tale tossina, (nota, appunto, come insulina della lumaca conica o Con-Ins), potrebbero offrire un aiuto per quanto riguarda il futuro sviluppo di farmaci ad azione rapida il cui scopo sarà quello di contrastare il diabete; o almeno questo è quanto ha visto un gruppo di ricercatori dell'Università del New Hampshire a seguito di uno studio i cui risultati sono stati pubblicati un paio di mesi fa sulla rivista Proteins: Structure, Function, and Bioinformatics. Al riguardo Harish Vashisth, uno dei principali autori, ha spiegato: "Il diabete sta aumentando ad un ritmo allarmante ed è diventato sempre più importante trovare nuove alternative per sviluppare farmaci efficaci ed a basso costo per i pazienti affetti dalla malattia. Il nostro lavoro ha scoperto che le varianti modellate della Con-Ins, (o analoghi), si legano ancora meglio ai recettori nel corpo rispetto all'ormone umano e possono funzionare più velocemente; il che potrebbe renderli un'opzione favorevole per stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue ed un potenziale per nuove terapie". In pratica per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno esaminato più da vicino il veleno del suddetto mollusco il quale, come già anticipato, induce una reazione ipoglicemica che a sua volta abbassa i livelli di zucchero nel sangue. In sostanza ciò può essere altamente pericoloso in quanto provoca uno shock ipoglicemico che immobilizza i pesci e le altre potenziali prede: la lumaca C. geographus possiede, infatti, il pungiglione più tossico conosciuto tra le specie e ci sono stati rapporti di vittime umane, specialmente tra i subacquei che non sono a conoscenza di questo pericolo. Ad ogni modo si è visto che a differenza dell'insulina prodotta nel corpo umano, la sequenza peptidica del veleno, (che gli permette, appunto, di legarsi ai recettori umani di quest'ormone), risulta essere molto più corta. Quindi per testare se la tossina in questione si potesse legare ancora più efficacemente gli studiosi si sono serviti di sequenze dei peptidi simili all'insulina nel veleno dell'animale di cui sopra come modello per mettere a punto 6 diverse alternative analoghe della Con-Ins: le nuove varianti create erano costituite da catene peptidiche molto più corte dell'insulina umana, vale a dire senza gli ultimi 8 residui della catena B di tale ormone. Tra l'altro per studiare la stabilità e la variabilità delle nuove strutture della Con-Ins i ricercatori hanno condotto più simulazioni indipendenti al computer relative ad ogni complesso di varianti del veleno di lumaca con il recettore dell'insulina umana in un ambiente quasi fisiologico, (ossia tenendo conto del solvente dell'acqua, della salinità della soluzione, della temperatura e della pressione): così facendo hanno trovato che ogni complesso di insulina era rimasto stabile durante le simulazioni ed i peptidi progettati si erano legati fortemente, (anche meglio dell'ormone umano prodotto naturalmente dal corpo). Successivamente queste interazioni sono state confrontate con il recettore umano dell'insulina ed è stato determinato che ogni variante della Con-Ins presenta poche sostituzioni di residui fattibili nell'insulina umana. A tal proposito Biswajit Girai, altro principale responsabile delle analisi, ha, infine, dichiarato: "Sebbene siano necessari ulteriori studi, la nostra ricerca mostra che, nonostante le sequenze di peptidi più brevi, il veleno della lumaca cono potrebbe essere un valido sostituto e speriamo che possa motivare i progetti futuri per nuove opzioni di farmaci ad azione rapida".

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