Dimostrato che alcuni ceppi del batterio dell'acne possono promuovere la salute della pelle.


A quanto pare il Cutibacterium acnes, (ossia un batterio che, come si può intuire dallo stesso nome, è noto per causare l'acne), risulta essere ampiamente diffuso anche nelle persone che hanno una pelle sana; anche se i recenti progressi nel sequenziamento dei geni hanno dimostrato che le differenze nel background genetico tra i vari ceppi di questa tipologia di batteri possono portare a ruoli diversi. In pratica di recente uno studio condotto da un team di ricercatori dell'Osaka City University e dell'Okayama University Hospital, e pubblicato sulla rivista Microbiology Spetrum ha mostrato che il ceppo non patogeno del Cutibacterium acnes può migliorare la resistenza della pelle contro il batterio Staphylococcus aureus che causa l'infezione della cute. Al riguardo Ayano Tsuru, una delle principali autrici, ha spiegato: "È probabile che il Cutibacterium acnes mantenga la salute della pelle impedendo agli agenti patogeni comuni, (come lo Staphylococcus aureus), d'invadere il tessuto cutaneo. Invece di usare mammiferi, abbiamo esplorato questo con il Caenorhabditis elegans, un nematode di 1 mm che ha parti animali di base come, ad esempio, un sistema nervoso, dei muscoli ed un tratto digestivo; così come una barriera superficiale del corpo equivalente alla pelle umana". In sostanza durante la suddetta nuova ricerca gli scienziati si sono, infatti, serviti della sopracitata famiglia di vermi per indagare gli effetti biologici di diversi ceppi del batterio responsabile dell'acne isolati dalla pelle umana: i risultati ottenuti hanno evidenziato che i ribotipi 4 ed 8, (ovvero una classificazione dei ceppi batterici basata sui polimorfismi nell'rRNA, che sono spesso rilevati nella pelle di individui che soffrono, appunto, di acne e che sono conosciuti anche con la sigla RT4 ed RT8), erano in grado di accorciare la durata della vita dei nematodi di cui sopra; mentre i ceppi RT6, (i quali si trovano spesso nella pelle di persone non affette dalla condizione dermatologica in questione), non avevano la medesima capacità. In merito a ciò Yumi Hamazaki, altra principale responsabile delle analisi, ha affermato: "Questo significa che i ribotipi del Cutibacterium acnes che causano l'acne negli esseri umani sono correlati con la virulenza, oppure con un accorciamento della durata della vita dei Caenorhabditis elegans". Ad ogni modo gli studiosi hanno poi deciso di chiarire ulteriormente questa loro scoperta esaminando l'effetto che i ceppi del suddetto batterio associati alla pelle sana potevano avere sulla suscettibilità dei nematodi allo Staphylococcus aureus: così facendo hanno osservato che il periodo di sopravvivenza dei nematodi infettati con l'agente patogeno di cui sopra era più lungo rispetto al gruppo di controllo. Inoltre l'analisi del sequenziamento dell'RNA dei cambiamenti nell'espressione genica ha rivelato che i ceppi del Cutibacterium acnes dietro la pelle sana erano capaci di attivare un gruppo di geni legati all'immunità innata ed alle risposte di difesa biologica nei Caenorhabditis elegans. A tal proposito Shuta Tomida, anche lui uno dei principali autori dell'indagine in questione, ha dichiarato: "Ulteriori analisi dei mutanti dei geni del nematode hanno suggerito che questa resistenza allo Staphylococcus aureus era mediata dai percorsi TIR-1 e p38 MAPK, che sono responsabili dell'immunità innata e non dalla soppressione della crescita del patogeno Staphylococcus aureus. Le implicazioni di questo studio sono ampie ed eccitanti. Concentrandosi sui ribotipi legati all'assenza di acne, questo studio ha rivelato che ci sono aspetti benefici dei batteri dell'acne, i quali hanno avuto un'immagine generalmente negativa". Mentre Eriko Kage-Nakadai, altra principale responsabile degli esperimenti, ha concluso sostenendo: "Questo ci ricorda che quando si valutano gli effetti biologici di certi batteri, c'è bisogno di una discussione a livello di ceppo. Inoltre il fatto che siamo riusciti a rilevare gli effetti dei batteri indigeni della pelle utilizzando dei Caenorhabditis elegans illustra l'utilità di questo nematode come modello alternativo nel campo dell'epidemiologia". Comunque sia nel panorama della ricerca probiotica, (attualmente dominato da bifidobatteri e lactobacillus), i ricercatori si sono, intime, detti entusiasti dell'aspettativa che questo loro nuovo lavoro possa portare all'applicazione di ceppi di Cutibacterium acnes legati alla pelle sana come "probiotico non da bere".

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