Il famoso scrittore, giornalista e reporter di viaggio britannico Charles Dickens diceva che "la procrastinazione è una ladra del tempo", ma pare proprio che ad essere tale siano in realtà le scadenze; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere di recente alcuni ricercatori dell'Università di Otago e della Macquarie Business School, i quali durante uno studio i cui risultati sono stati pubblicati lo scorso mese sulla rivista Economic Inquiry, hanno scoperto che se una persona vuole che qualcuno la aiuti con qualcosa, sarebbe meglio non prefissare affatto una scadenza, o quantomeno fissarne una che sia a breve termine. In pratica per arrivare a questa conclusione gli scienziati hanno testato l'effetto della lunghezza della scadenza sul completamento dei compiti: tutti i partecipanti sono stati invitati a completare un sondaggio online, (in cui era prevista anche una donazione che sarebbe andata in beneficenza), ed è stato dato loro un limite di tempo di una settimana, un mese o nessun tipo di scadenza per rispondere. Al riguardo Stephen Knowles, uno dei principali autori della suddetta ricerca, ha spiegato: "Il nostro lavoro è iniziato perché eravamo interessati ad aiutare gli enti di beneficenza a raccogliere più denaro. Tuttavia i risultati che abbiamo ottenuto sono applicabili a qualsiasi altra situazione in cui qualcuno chiede aiuto ad un'altra persona. Questo potrebbe essere chiedere aiuto ad un collega di lavoro oppure chiedere al tuo partner di fare qualcosa per te". Ad ogni modo dai dati ottenuti gli studiosi hanno visto che le risposte al sondaggio risultavano essere più basse per quelli in cui era stata fissata una scadenza di un mese; mentre erano più alte quando non era stata specificata alcuna scadenza. Inoltre è emerso anche che i sondaggi con nessun limite di tempo e quelli con una scadenza di una settimana hanno portato a molte risposte precoci; invece quelli con una scadenza più in là nel tempo sembravano dare alle persone il "permesso" di procrastinare, e poi dimenticarsene. In merito a ciò lo stesso Stephen Knowles non si è detto molto sorpreso di scoprire che specificare una scadenza più breve aveva aumentato le possibilità di ricevere una risposta rispetto ad una scadenza più lunga, ma ha trovato interessante il fatto che hanno ricevuto il maggior numero di risposte nei casi in cui non era stata specificata alcuna scadenza. A tal proposito il ricercatore è andato avanti dichiarando: "Interpretiamo questo come prova che specificare una scadenza più lunga, rispetto ad una più breve o nessuna scadenza, rimuove l'urgenza di agire, che è spesso percepita dalle persone quando viene chiesto loro di prestare aiuto. Le persone quindi rimandano l'esecuzione del compito, e dato che sono disattente o tendono a dimenticare, il rinvio si traduce in tassi di risposta più bassi. È possibile che il non aver specificato una scadenza possa comunque aver portato i partecipanti ad ipotizzare che ci fosse una scadenza implicita". Ed ha, infine, concluso affermando: "La nostra speranza è che la nostra ricerca possa aiutare a ridurre la quantità di persone che procrastinano. Molte persone procrastinano. Hanno le migliori intenzioni di aiutare qualcuno, ma non riescono a farlo".
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