Scoperto che la rigidità arteriosa durante l'adolescenza può causare ipertensione ed obesità nei giovani adulti.


Sembra proprio che la rigidità arteriosa possa essere un nuovo fattore di rischio da prendere in considerazione per prevenire e trattare l'ipertensione e l'obesità sin in giovane età; o almeno questo è quanto rilevato un recente studio pubblicato sulla rivista Hypertension da parte di alcuni ricercatori dell'Università della Finlandia orientale, dell'Università di Exeter e dell'Università di Bristol, i quali hanno utilizzato i dati di uno degli studi di coorte di nascita prospettici più estesi al mondo, (chiamato Avon Longitudinal Study of Parents and Children o ALSPAC). In pratica, come già noto, a livello globale le suddette due condizioni patologiche sono importanti fattori di rischio prevenibili per le malattie cardiovascolari aterosclerotiche e perfino la morte, ma ciononostante finora gli svariati sforzi per diminuire l'incidenza e la prevalenza di ipertensione ed obesità hanno prodotto effetti minimi: comprendere lo sviluppo naturale e la patogenesi di tali condizioni risulta essere quindi importante per diminuire i sopracitati rischi. In sostanza nel corso del loro nuovo lavoro gli scienziati hanno esaminato se i tratti aterosclerotici, (come, appunto, la rigidità arteriosa), precedono temporalmente lo sviluppo di ipertensione ed obesità: si è trattato della prima volta che oltre 3.800 adolescenti di 17 anni sono stati seguiti per 7 anni; nonché la prima volta in cui sono stati impiegati diversi approcci statistici per districare le potenziali associazioni causali. Ad ogni modo così facendo gli studiosi hanno scoperto che, come già anticipato, una maggiore rigidità arteriosa durante l'adolescenza portava ad un rischio di ipertensione sistolica aumentato del 20% e ad uno di ipertensione diastolica di due volte superiore, a sette anni di distanza. Inoltre i partecipanti sono stati classificati in quattro gruppi uguali secondo il loro livello di rigidità arteriosa: da ciò è emerso che gli adolescenti i cui livelli di rigidità arteriosa erano nel quartile più alto sia a 17 anni che a 24 anni avevano un aumento della pressione sanguigna sistolica di 4 mmHg, e la loro pressione diastolica era aumentata di 3 mmHg durante il suddetto periodo di osservazione. Per di più ci sarebbe da notare anche che lievi aumenti della pressione arteriosa sistolica e diastolica sono stati registrati anche in quegli adolescenti con una rigidità arteriosa leggermente aumentata ma entro i limiti ritenuti normali. Tuttavia il cambiamento della pressione sanguigna nel gruppo "lieve" era la metà di quello visto nel gruppo "alto": questi risultati si sono dimostrati essere simili sia nei maschi che nelle femmine, nonostante il controllo di importanti fattori di rischio, (come, ad esempio, il fumo, l'attività fisica, i lipidi e glucosio, il grasso corporeo, la frequenza cardiaca, la storia familiare di malattie cardiovascolari, ecc...). Insomma, sebbene ricerche precedenti si siano concentrate sull'effetto negativo dell'obesità sul cuore e sui vasi sanguigni, adesso, come già detto, i ricercatori hanno scoperto che una maggiore rigidità arteriosa all'età di 17 anni può aumentare il rischio di obesità addominale e del corpo intero del 20% all'età di 24 anni: questi risultati hanno rivelato un possibile percorso bidirezionale tra le arterie malsane e l'obesità; anche se fino ad ora tutte le prove facevano pensare che fosse tale condizione patologica a provocare problemi alle arterie, e non viceversa. Comunque sia ci sarebbe anche da dire che una recente dichiarazione scientifica dell'American Heart Association ha fatto sapere che: "La modifica dello stile di vita, compresa la dieta, la riduzione della sedentarietà e l'aumento dell'attività fisica, è solitamente raccomandata per i pazienti con obesità; tuttavia il successo a lungo termine di queste strategie per ridurre l'adiposità, mantenere la perdita di peso e ridurre la pressione sanguigna è stato limitato". Tra l'altro è stato anche stabilito che un aumento di 5 mmHg della pressione sanguigna in 5 anni può aumentare del 16% il rischio di morte nella popolazione adulta. Al riguardo Andrew Agbaje, uno dei principali autori dell'indagine in questione, ha, infine, spiegato: "I nostri nuovi risultati sono significativi dal punto di vista clinico e per la salute della popolazione, in quanto le future strategie di prevenzione e trattamento dell'ipertensione e dell'obesità possono ora considerare la riduzione della rigidità arteriosa, in particolare fin dall'adolescenza".

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