Come già risaputo, il batterio Vibrio cholerae rappresenta l'agente patogeno causale della malattia diarroica del colera ed è responsabile di 7 pandemie conosciute, l'ultima delle quali è iniziata nel 1961 e risulta essere tuttora attiva nei paesi in via di sviluppo: a differenza di quelle precedenti, questa 7ª pandemia però è causata da ceppi di colera di un tipo leggermente diverso; il che ha portato da tempo la comunità scientifica a chiedersi come si sono sviluppati e diffusi questi ceppi di colera modificati, e cosa può aver contribuito al loro successo. Tuttavia adesso alcuni ricercatori dell'Università di Alberta, dell'University of Colorado Denver Anschutz Medical Campus, del City College di New York, del Mütter Research Institute, dell'University of Texas Rio Grande Valley, del Max-Planck Institute for Evolutionary Biology, e della Kiel University, nel corso di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, sono riusciti ad ottenere nuove informazioni su uno specifico meccanismo molecolare che ha fornito una visione delle interazioni tra i batteri del colera e che potrebbe aver giocato un ruolo nell'emergere della suddetta 7ª pandemia. In pratica è cosa nota che nel loro ambiente naturale i batteri sono soggetti alla competizione con altri batteri per lo spazio e le sostanze nutritive, ed in questo processo i meccanismi molecolari li aiutano a resistere: uno di questi meccanismi è il cosiddetto "sistema di secrezione di tipo 6", (conosciuto anche con la sigla T6SS), attraverso il quale un batterio trasporta proteine tossiche in un batterio vicino e quindi lo uccide. In sostanza si è visto che i batteri del colera responsabili della 7ª pandemia usano il loro T6SS per tenere sotto controllo gli altri batteri e presumibilmente causare più facilmente un'infezione. Ad ogni modo di recente i suddetti scienziati hanno avuto la speciale opportunità di studiare il T6SS dei batteri del colera delle precedenti pandemie: a questo scopo, (tra le altre cose), la sequenza del genoma T6SS dei batteri del colera della 2ª pandemia è stata ricostruita da un esemplare da museo del XIX secolo con una procedura complessa e ricreata in laboratorio. Insomma, durante i loro esperimenti gli studiosi sono stati in grado di dimostrare che i batteri del colera della 2ª e della 6ª pandemia mancano di un T6SS funzionale; di conseguenza i batteri delle pandemie precedenti non solo non hanno avuto la capacità di attaccare gli altri batteri, ma sono essi stessi uccisi dai ceppi batterici della 7ª pandemia: questo può essere stato uno dei motivi per cui i ceppi di colera più vecchi sono stati sostituiti da quelli modificati rilevati nella pandemia di cui sopra ed adesso risultano essere difficili da trovare. Al riguardo Daniel Unterweger, uno dei principali autori della suddetta ricerca, ha, infine, spiegato: "Con questi risultati sosteniamo la teoria che la competizione microbica tra i batteri è molto importante per comprendere gli agenti patogeni e le pandemie batteriche. La nostra ricerca sul batterio del colera è stata resa possibile da un laboratorio S2 recentemente istituito presso l'istituto. Qui, possiamo condurre esperimenti con patogeni batterici sotto le necessarie precauzioni di sicurezza. Il nostro studio contiene alcuni dei primi dati del nuovo laboratorio".
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