Stando alle stime dalla comunità scientifica, più del 70% delle persone over 60 soffre di un disturbo delle ghiandole di Meibomio, (ossia una delle cause più comuni dell'occhio secco), ma un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori della Graduate School of Pharmaceutical Sciences, (in collaborazione con la Kyoto Prefectural University of Medicine, il National Center for Geriatrics and Gerontology, la Tokyo Medical and Dental University, l'Università Chiba, la Showa University School of Medicine, la Keio University School of Medicine, il Senju Laboratory of Ocular Sciences ed il RIKEN Center for Biosystems Dynamics Research), e pubblicato sulla rivista Nature Aging ha riferito che la perdita di ormoni steroidei prodotti dall'enzima 3β-idrossi-Δ5-steroide deidrogenasi, (noto anche con la sigla 3β-HSD), responsabile di tale condizione, può essere trattata con il nicotinamide mononucleotide, (ovvero un agente non steroideo conosciuto anche con l'acronimo NMN). Al riguardo Masao Doi, uno dei principali autori, ha affermato: "Le ghiandole di Meibomio si trovano nelle palpebre ed hanno il ruolo di produrre l'olio che ricopre gli occhi. Senza questo olio, le lacrime evaporano". In pratica, nonostante l'alta frequenza del disturbo delle ghiandole di Meibomio, questa mallattia non sembra essere pericolosa per la vita, ma qualora non venisse trattata nella sua forma cronica potrebbe portare a gravi danni agli occhi: in realtà, però, attualmente non vi è nessuna terapia curativa disponibile per tale disturbo perché i meccanismi molecolari sottostanti sono ancora sconosciuti. Inoltre, come già risaputo, con l'avanzare dell'età, la produzione di ormoni diminuisce: gli esempi più noti sono gli ormoni sessuali, (come il testosterone e gli estrogeni), che sono chiaramente correlati all'incidenza del disturbo delle ghiandole di Meibomio associata all'età. In sostanza generalmente gli ormoni sono prodotti dagli organi endocrini e poi entrano nel flusso sanguigno dove viaggiano per regolare altre parti del corpo, tuttavia, servendosi di alcuni topi da laboratorio geneticamente modificati, gli scienziati hanno studio dimostrato che piuttosto che del sistema endocrino la ghiandola di Meibomio dipende dal sistema intracrino, (scoperto più di recente), in cui l'ormone agisce nel tessuto dove viene sintetizzato. In merito a ciò lo stesso Masao Doi è andato avanti dichiarando: "Infatti, un'attività intracrina disturbata dell'enzima 3β-HSD nei topi mutanti è risultata in un'atrofia della ghiandola, che ha portato ulteriormente al disturbo". Insomma, l'interesse chiave del team di studiosi nell'attività del 3β-HSD ha riguardato il suo ritmo circadiano, responsabile di una serie di comportamenti fisiologici oscillanti tra cui il sonno, i cicli mestruali e la secrezione ormonale: ulteriori ricerche su questi ritmi circadiani dovrebbero fornire più indizi sul trattamento delle condizioni legate al 3β-HSD. A tal proposito Masao Doi ha proseguito spiegando: "Abbiamo scoperto che l'attività enzimatica del 3β-HSD ha raggiunto il picco nei roditori proprio quando sono andati a dormire. Questa osservazione suggerisce che il momento della somministrazione del farmaco è importante". Tra l'altro l'attività oscillante del suddetto enzima è stata attribuita all'abbondanza nella ghiandola in questione del nicotinamide adenina dinucleotide, (nota anche come NAD), vale a dire un coenzima presente in tutte le cellule, comunemente venduto come integratore da banco ed il quale sta anche guadagnando attenzione come un composto nello sviluppo di farmaci per la sua capacità di attivare o inibire gli enzimi che producono ormoni, (tra cui, appunto, il 3β-HSD). Ad ogni modo, confermando questo punto, i ricercatori hanno mostrato che la somministrazione topica dell'NMN, (cioè un precursore dell'NAD), elevava la quantità del sopracitato coenzima necessaria per riavviare l'attività del 3β-HSD: l'aggiunta periodica dell'NMN alla ghiandola di Meibomio di topi sonnolenti ha, infatti, ridotto l'atrofia della medesima ghiandola, alleviando efficacemente la secchezza degli occhi. Al riguardo lo stesso Masao Doi ha, infine, concluso sostenendo: "Sebbene gli steroidi, come il testosterone, abbiano in genere effetti collaterali imprevisti, il nostro studio ha evidenziato che è possibile evitare questo problema non solo con un trattamento locale ma anche con un agente non steroideo, come l'NMN".
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