Scovato un secondo sistema binario di buchi neri supermassicci.


Negli ultimi mesi un team internazionale di ricercatori hanno pubblicato uno studio sull'Astrophysical Journal, attraverso il quale hanno fatto sapere di aver ha scoperto un sistema binario di buchi neri supermassicci, vale a dire il secondo di questo tipo tra quelli attualmente conosciuti. In pratica, secondo le descrizioni degli scienziati, questi due buchi neri orbitano l'uno intorno all'altro e pesano probabilmente 100 milioni di masse solari ciascuno: uno dei due buchi neri alimenta un enorme getto che si muove verso l'esterno ad una velocità molto vicina a quella della luce, e nel complesso tale sistema binario si trova ad una distanza così lontana che la luce visibile ai giorni d'oggi è stata emessa ben 8,8 miliardi di anni fa. Inotre i suddetti due corpi celesti sono lontani l'uno dall'altro ad una distanza compresa tra 200 e 2.000 unità astronomiche, (ovvero un'un'unità di misura nota anche con la sigla UA e che indica la distanza tra la Terra ed il Sole), cioè almeno 10 volte più vicini rispetto all'unico altro sistema binario di buchi neri supermassicci finora conosciuto. In pratica, stando a quanto hanno evidenziato gli scienziati, questa stretta separazione è significativa perché ci si aspetta che tali sistemi alla fine della loro vita si fondano: si tratta di un evento che libererà un'enorme quantità di energia sotto forma di onde gravitazionali, causando increspature nello spazio in ogni direzione, (ed oscillazioni nella materia), al passaggio di tali onde. Ad ogni modo entrando un po' più nei particolari gli studiosi hanno scoperto il sistema binario in questione per puro caso dopo aver notato un andamento sinusoidale ripetuto nelle sue variazioni di emissione di luminosità radio nel tempo, sulla base di informazioni ottenute dopo il 2008: una successiva ricerca di dati storici ha rivelato che questo sistema variava nello stesso modo anche tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '80. In sostanza questo tipo di variazione è esattamente ciò che la comunità scientifica si aspetterebbe se l'emissione a getto di un buco nero fosse influenzata dal famigerato effetto Doppler dovuto al suo moto orbitale mentre oscilla intorno ad un secondo buco nero. Per di più, sebbene i ricercatori abbiano fotografato il sistema binario di buchi neri supermassicci di cui sopra dal 2002 al 2012, il radiotelescopio impiegato non ha una risoluzione sufficientemente alta per registrare i singoli buchi neri ad una distanza così grande: i dati delle immagini supportano l'ipotesi del buco nero binario e forniscono anche l'angolo di orientamento dell'efflusso a getto, che è un componente critico nel modello delle variazioni indotte dall'effetto Doppler. Comunque sia, sempre secondo quanto hanno dichiarato gli scienziati, trovare sistemi di questo tipo è, infine, importante anche per capire i processi di formazione delle galassie e come queste siano finite con buchi neri massicci al loro centro.

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