Scoperto che su Marte potrebbe essere presente meno acqua di quanto era stato previsto.


Nel Settembre 2015 la NASA aveva annunciato la presenza di acqua su Marte, ma a quanto pare sul famoso pianeta rosso di acqua ce n'è meno del previsto e, soprattutto, non ci sono quei rigagnoli di acqua liquida che si riteneva scorressero periodicamente. O almeno questo è quanto ha fatto sapere di recente uno studio condotto da alcuni ricercatori dall'Università dell'Arizona coordinati dal professor Alfred McEwen, responsabile della potente fotocamera High Resolution Imaging Science Experiment, (nota anche con la sigla HiRISE ed equipaggiata sulla sonda Mars Reconnaissance Orbiter), e pubblicato in questi giorni sulla rivista Nature Geoscience, secondo il quale è comunque possibile che vi sia una minima presenza di acqua che, però, potrebbe essere limitata a tracce di umidità e sarebbe insufficiente a sostenere anche la vita di microorganismi; anche se ciò non toglie che in passato possano essere esistite forme di vita elementari. In pratica per arrivare a tale conclusione i ricercatori guidati da Colin Dundas ed Alfred McEwen, (gli stessi che in passato avevano ipotizzato la presenza dei suddetti minuscoli "canali", indicandoli con il nome Recurring slope lineae), hanno studiato a fondo le immagini raccolte dall'HiRISE e dalle ricostruzioni tridimensionali al computer di oltre 151 striature scure in 10 siti dislocati tra i poli e l'equatore di Marte. Così facendo è emerso che queste strisce scure, ritenute la prova regina della presenza di acqua allo stato liquido, sono quasi tutte limitate a pendenze di 27 gradi: se fossero state composte da acqua, avrebbero dovuto estendersi a pendenze molto meno ripide ed il loro "angolo di riposo dinamico", (ovvero il modo in cui si arrestano), è risultato del tutto simile, ad esempio, a quello dei flussi di sabbia delle dune sulla Terra. Al riguardo lo stesso Colin Dundas ha affermato: "Abbiamo pensato che le striature fossero dei possibili flussi di acqua liquida, ma i pendii sono più simili a quelli delle dune di sabbia asciutta. Questa osservazione supporterebbe altri dati secondo i quali Marte oggi è molto secco". Ad ogni modo nonostante queste evidenze, la natura delle striature scure resta ancora controversa: oltre ad essere stagionali, i sensori di vari strumenti hanno chiaramente individuato la presenza di sali idrati, che hanno molecole d'acqua nella loro struttura chimica. In sostanza, secondo i ricercatori, potrebbe trattarsi della semplice reazione tra il flusso di sabbia e l'atmosfera marziana, che stagionalmente potrebbe rilasciare vapore acqueo ed influenzare l'idratazione dei granuli: di conseguenza verrebbe condizionata anche la loro colorazione e l'espansione dei flussi; anche se al momento si tratta solo di ipotesi. In tal proposito Alfred McEwen ha spiegato: "È possibile che l'acqua di Marte sia intrappolata in sottili strati sotto la superficie e la sua presenza potrebbe destabilizzare i granelli di sabbia, facendoli scivolare. Quando questo accade il suolo umido, (più scuro), rimane temporaneamente scoperto, per poi asciugarsi e scomparire". Comunque sia, secondo gli scienziati della NASA, attualmente non si possono trarre conclusioni definitive e l'unico modo per sapere con esattezza cosa siano queste striature scure sarebbe recarsi sul pianeta e verificare di persona. Il che, stando alle previsioni di Elon Musk, fondatore di SpaceX, potrebbe avvenire attorno al 2024; anche se per la NASA si dovrà, infine, attendere almeno il 2035, considerati i numerosi limiti tecnici ad oggi ancora irrisolti.

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