A quanto pare, dopo la recente teoria secondo cui Marte sarebbe cresciuto molto più lentamente del previsto, adesso una nuova ipotesi, avanzata da alcuni ricercatori del Center for Star and Planet Formation e pubblicata sulla rivista Science Advanced, ha posto la formazione del precursore della Terra ad un arco di tempo di circa 5 milioni di anni; il che su scala astronomica è più veloce di quanto si pensava finora. In pratica, stando a quanto hanno spiegato gli scienziati, se si confronta l'esistenza stimata di 4,6 miliardi di anni del Sistema Solare con un periodo di 24 ore, i nuovi risultati indicano che questa "proto-Terra" si sarebbe formata in ciò che corrisponde a circa un minuto e mezzo: si tratta di esiti che sono andati a cozzare con la teoria tradizionale, secondo cui, il precursore del pianeta si sarebbe formato da collisioni casuali tra corpi planetari più grandi e larghi in diverse decine di milioni di anni, (equivalenti a circa 5-15 minuti nelle suddette ipotetiche 24 ore di formazione). Al riguardo Martin Schiller, uno dei principali autori della ricerca, ha affermato: "L'altra idea è che essenzialmente partiamo dalla polvere cosmica. Oggetti di dimensioni millimetriche, che si uniscono, piovono sul corpo in crescita e creano il pianeta in una volta sola. Non solo questa implicazione della rapida formazione della Terra è interessante per il nostro Sistema Solare. È anche interessante valutare quanto è probabile che i pianeti si formino da qualche altra parte nella galassia". In sostanza la chiave della scoperta degli studiosi è arrivata dalle misurazioni più precise degli isotopi di ferro che sono state finora pubblicate scientificamente: analizzando la miscela isotopica dell'elemento metallico in diversi meteoriti, i ricercatori hanno trovato un solo tipo di materiale meteorico con una composizione simile alla Terra, vale a dire i cosiddetti condriti CI. Insomma, gli scienziati hanno descritto la polvere in questo fragile tipo di meteorite come "il nostro migliore equivalente alla composizione di massa del Sistema Solare stesso": era polvere come questa combinata con dei gas che veniva incanalata attraverso un disco di accrescimento circumstellare sul Sole in crescita. Inoltre, secondo le varie stime, questo processo sarebbe durato circa 5 milioni di anni e tutti i pianeti del Sistema Solare si sarebbero formati con il materiale proveniente da questo disco. Tuttavia adesso gli studiosi hanno ipotizzato che anche il nucleo ferroso della proto-Terra si fosse già formato durante questo periodo, rimuovendo il ferro precedentemente accumulato dal mantello. In merito a ciò i ricercatori hanno spiegato: "Altri meteoriti, provenienti ad esempio da Marte, ci dicono che all'inizio la composizione isotopica di ferro del materiale che contribuisce alla crescita della Terra era diversa. Molto probabilmente a causa del trattamento termico della polvere vicino al giovane Sole. Dopo le prime centinaia di migliaia di anni il nostro Sistema Solare divenne sufficientemente freddo perché la polvere di CI non processata, proveniente da più lontano del sistema, entrasse nella regione di accrescimento della proto-Terra". Mentre lo stesso Martin Schiller ha proseguito dichiarando: "Questa aggiunta di polvere CI ha sovrastampato la composizione di ferro nel mantello terrestre, il che è possibile solo se la maggior parte del ferro precedente era già stata rimossa nel nucleo. Ecco perché la formazione del nucleo deve essere avvenuta in anticipo. Se la formazione della Terra fosse un processo casuale in cui sono stati distrutti corpi insieme, non si sarebbe mai in grado di confrontare la composizione di ferro della Terra con un solo tipo di meteorite. Si otterrebbe una miscela di tutto". Ad ogni modo sulla base delle prove della teoria che i pianeti si formano attraverso l'accumulo di polvere cosmica, gli scienziati hanno ritenuto che lo stesso processo possa avvenire altrove nell'Universo: ciò significa che anche altri pianeti potrebbero probabilmente formarsi molto più velocemente rispetto a quando si sviluppano esclusivamente da collisioni casuali tra oggetti nello spazio. A tal proposito Martin Bizzarro, altro principale autore della ricerca in questione, ha, infine, commentato: "Questa ipotesi è corroborata dalle migliaia di esopianeti, (pianeti in altri sistemi solari), che gli astronomi hanno scoperto dalla metà degli anni Novanta. Ora sappiamo che la formazione dei pianeti avviene ovunque. Che abbiamo meccanismi generici che funzionano e creano sistemi planetari. Quando comprendiamo questi meccanismi nel nostro Sistema Solare, potremmo fare deduzioni simili su altri sistemi planetari nella galassia. Compreso fino a che punto e con quale frequenza si accumula acqua. Se la teoria dell'accrescimento planetario precoce è davvero corretta, l'acqua è probabilmente solo un sottoprodotto della formazione di un pianeta come la Terra, rendendo gli ingredienti della vita, come la conosciamo, più probabili di essere trovati altrove nella Universo".
A quanto pare, dopo la recente teoria secondo cui Marte sarebbe cresciuto molto più lentamente del previsto, adesso una nuova ipotesi, avanzata da alcuni ricercatori del Center for Star and Planet Formation e pubblicata sulla rivista Science Advanced, ha posto la formazione del precursore della Terra ad un arco di tempo di circa 5 milioni di anni; il che su scala astronomica è più veloce di quanto si pensava finora. In pratica, stando a quanto hanno spiegato gli scienziati, se si confronta l'esistenza stimata di 4,6 miliardi di anni del Sistema Solare con un periodo di 24 ore, i nuovi risultati indicano che questa "proto-Terra" si sarebbe formata in ciò che corrisponde a circa un minuto e mezzo: si tratta di esiti che sono andati a cozzare con la teoria tradizionale, secondo cui, il precursore del pianeta si sarebbe formato da collisioni casuali tra corpi planetari più grandi e larghi in diverse decine di milioni di anni, (equivalenti a circa 5-15 minuti nelle suddette ipotetiche 24 ore di formazione). Al riguardo Martin Schiller, uno dei principali autori della ricerca, ha affermato: "L'altra idea è che essenzialmente partiamo dalla polvere cosmica. Oggetti di dimensioni millimetriche, che si uniscono, piovono sul corpo in crescita e creano il pianeta in una volta sola. Non solo questa implicazione della rapida formazione della Terra è interessante per il nostro Sistema Solare. È anche interessante valutare quanto è probabile che i pianeti si formino da qualche altra parte nella galassia". In sostanza la chiave della scoperta degli studiosi è arrivata dalle misurazioni più precise degli isotopi di ferro che sono state finora pubblicate scientificamente: analizzando la miscela isotopica dell'elemento metallico in diversi meteoriti, i ricercatori hanno trovato un solo tipo di materiale meteorico con una composizione simile alla Terra, vale a dire i cosiddetti condriti CI. Insomma, gli scienziati hanno descritto la polvere in questo fragile tipo di meteorite come "il nostro migliore equivalente alla composizione di massa del Sistema Solare stesso": era polvere come questa combinata con dei gas che veniva incanalata attraverso un disco di accrescimento circumstellare sul Sole in crescita. Inoltre, secondo le varie stime, questo processo sarebbe durato circa 5 milioni di anni e tutti i pianeti del Sistema Solare si sarebbero formati con il materiale proveniente da questo disco. Tuttavia adesso gli studiosi hanno ipotizzato che anche il nucleo ferroso della proto-Terra si fosse già formato durante questo periodo, rimuovendo il ferro precedentemente accumulato dal mantello. In merito a ciò i ricercatori hanno spiegato: "Altri meteoriti, provenienti ad esempio da Marte, ci dicono che all'inizio la composizione isotopica di ferro del materiale che contribuisce alla crescita della Terra era diversa. Molto probabilmente a causa del trattamento termico della polvere vicino al giovane Sole. Dopo le prime centinaia di migliaia di anni il nostro Sistema Solare divenne sufficientemente freddo perché la polvere di CI non processata, proveniente da più lontano del sistema, entrasse nella regione di accrescimento della proto-Terra". Mentre lo stesso Martin Schiller ha proseguito dichiarando: "Questa aggiunta di polvere CI ha sovrastampato la composizione di ferro nel mantello terrestre, il che è possibile solo se la maggior parte del ferro precedente era già stata rimossa nel nucleo. Ecco perché la formazione del nucleo deve essere avvenuta in anticipo. Se la formazione della Terra fosse un processo casuale in cui sono stati distrutti corpi insieme, non si sarebbe mai in grado di confrontare la composizione di ferro della Terra con un solo tipo di meteorite. Si otterrebbe una miscela di tutto". Ad ogni modo sulla base delle prove della teoria che i pianeti si formano attraverso l'accumulo di polvere cosmica, gli scienziati hanno ritenuto che lo stesso processo possa avvenire altrove nell'Universo: ciò significa che anche altri pianeti potrebbero probabilmente formarsi molto più velocemente rispetto a quando si sviluppano esclusivamente da collisioni casuali tra oggetti nello spazio. A tal proposito Martin Bizzarro, altro principale autore della ricerca in questione, ha, infine, commentato: "Questa ipotesi è corroborata dalle migliaia di esopianeti, (pianeti in altri sistemi solari), che gli astronomi hanno scoperto dalla metà degli anni Novanta. Ora sappiamo che la formazione dei pianeti avviene ovunque. Che abbiamo meccanismi generici che funzionano e creano sistemi planetari. Quando comprendiamo questi meccanismi nel nostro Sistema Solare, potremmo fare deduzioni simili su altri sistemi planetari nella galassia. Compreso fino a che punto e con quale frequenza si accumula acqua. Se la teoria dell'accrescimento planetario precoce è davvero corretta, l'acqua è probabilmente solo un sottoprodotto della formazione di un pianeta come la Terra, rendendo gli ingredienti della vita, come la conosciamo, più probabili di essere trovati altrove nella Universo".
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