Di recente alcuni ricercatori dell'Hawai'i Institute of Geophysics and Planetology, (in collaborazione con il Jet Propulsion Laboratory, l'Università della California, Berkeley, l'Applied Physics Laboratory Johns Hopkins e la Brown University), tramite uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances, hanno fatto sapere di aver scoperto, con sorpresa di molti esperti planetari, la presenza del minerale di ferro ossidato, chiamato ematite, alle alte latitudini della Luna. In pratica, come già risaputo, il ferro è altamente reattivo con l'ossigeno, formando ruggine rossastra comunemente vista sulla Terra. Tuttavia la superficie lunare e l'interno del satellite naturale sono praticamente privi di ossigeno, quindi in essi prevale il ferro metallico incontaminato; mentre il ferro altamente ossidato non è stato osservato nei campioni raccolti dalle diverse missioni Apollo. Inoltre l'idrogeno del vento solare fa "esplodere" la superficie lunare, la quale agisce in opposizione all'ossidazione; motivi per cui la presenza di minerali contenenti ferro altamente ossidato, (come, appunto, l'ematite), sulla Luna è stata una scoperta abbastanza inaspettata. Al riguardo Shaui Li, uno dei principali autori, ha affermato: "La nostra ipotesi è che l'ematite lunare si formi attraverso l'ossidazione del ferro sulla superficie lunare causata dall'ossigeno proveniente dalla parte superiore dell'atmosfera terrestre che è stato continuamente soffiato sulla superficie lunare dal vento solare quando la Luna si trova nella coda magnetica terrestre durante gli ultimi miliardi di anni". In sostanza per arrivare a tale conclusione gli scienziati, (ispirandosi alla precedente scoperta di ghiaccio d'acqua nelle regioni polari della Luna effettuata nel 2018), hanno analizzato i dati di riflettanza iperspettrale acquisiti dal Moon Mineralogy Mapper, (noto anche con la sigla M3), progettato dalla NASA ed installato a bordo della sonda Chandrayaan-1. In merito a ciò lo stesso Shaui Li ha continuato spiegando: "Quando ho esaminato i dati dell'M3 nelle regioni polari, ho scoperto che alcune caratteristiche e modelli spettrali sono diversi da quelli che vediamo alle latitudini inferiori o ai campioni delle missioni Apollo. Ero curioso di sapere se fosse possibile che ci fossero reazioni acqua-roccia sulla Luna. Dopo mesi di indagini, ho capito che stavo vedendo la firma dell'ematite". Tra l'altro gli studiosi hanno anche visto che le posizioni della superficie lunare in cui è presente l'ematite sono fortemente correlate con il contenuto d'acqua ad alta latitudine trovate in precedenza e sono più concentrate sulla faccia che è sempre rivolta verso la Terra. A tal proposito Shaui Li ha proseguito dichiarando: "Più ematite su un lato lunare suggerisce che questa potrebbe essere correlata alla Terra, Questo mi ha ricordato una scoperta della missione giapponese KAGUYA, secondo cui, l'ossigeno dell'alta atmosfera terrestre può essere soffiato sulla superficie lunare dal vento solare quando la Luna si trova nella coda magnetica terrestre. Quindi l'ossigeno atmosferico della Terra potrebbe essere il principale ossidante dietro la produzione di ematite lunare. Anche l'impatto dell'acqua e della polvere interplanetaria potrebbe aver svolto un ruolo critico. È interessante notare che l'ematite non è assolutamente assente nel lato più lontano della Luna, dove l'ossigeno della Terra potrebbe non essere mai arrivato, anche se sono state osservate molte meno esposizioni. La piccola quantità di acqua, (ossia < ~0,1% in peso), osservata alle alte latitudini lunari potrebbe essere stata sostanzialmente coinvolta nel processo di formazione dell'ematite sul lato lunare lontano, il che ha importanti implicazioni per l'interpretazione dell'ematite osservata in alcuni asteroidi di tipo S poveri di acqua". Ed ha successivamente concluso ribadendo: "Questa scoperta ridisegnerà la nostra conoscenza sulle regioni polari della Luna. La Terra potrebbe aver svolto un ruolo importante nell'evoluzione della superficie lunare". Comunque sia adesso i ricercatori sperano che le future missioni ARTEMIS della NASA possano raccogliere campioni di ematite dalle regioni polari, poiché le firme chimiche di tali campioni potrebbero confermare la loro ipotesi, (nel caso in cui l'ematite lunare risulti essere realmente ossidata dall'ossigeno terrestre), e potrebbero, infine, aiutare a rivelare anche l'evoluzione dell'atmosfera terrestre negli ultimi miliardi di anni.
Di seguito la mappa dell'ematite lunare:
Commenti
Posta un commento